"I know, I know you know you're scared
Your heart, your mind, your soul, your body
They won't, they won't, they won't be careful
But I guess that you don't know me
'Cause if I want you, and I want you babe
Ain't going backwards, won't ask for space,
'Cause space is just a word made up
By someone who's afraid to get too close."
CLOSE – NICK JONAS FEAT. TOVE LOMICHAEL
Ci avevano provato a farmi mettere una camicia o una giacca elegante, ma, ovviamente, mi ero rifiutato puntando i piedi come un bambino. Mi sarei sentito davvero poco a mio agio bardato in uno smoking da tremila dollari, rinunciando ai miei anfibi per delle scarpe lucide e assolutamente ridicole. Alla fine, la nostra costumista, Anna, si era arresa, proponendomi quella giacca di pelle a scacchiera rossa e nera senza maniche, che dovevo ammettere, rispecchiava perfettamente il mio stile e non mi faceva neanche sembrare un coglione totale.Vedendo Anna che accontentava le mie bizze, anche Luke e Calum avevano iniziato a lamentarsi, rifiutando di indossare le giacche eleganti che la donna gli aveva piantato sotto il naso. Così, quella poveraccia, era stata costretta a concedere a Luke la giacca di pelle nera sopra la camicia bianca e a Calum, che aveva boicottato anche la camicia, aveva concesso una t-shirt bianca sormontata da un gilet di jeans nero, il quale gli aveva fatto storcere in naso, ma che una volta su, non aveva più tolto. Solo con Ash la povera Anna aveva avuto fortuna, riuscendo a fargli indossare una giacca color fumo, che lo faceva sembrare più slanciato di quando già non fosse.
Accarezzai il mio riflesso in uno dei tanti specchi della hall dell'albergo e sistemai i capelli decolorati di fresco sulla testa, cercando di mantenere intatta la piega che aveva ottenuto Marcus, il nostro parrucchiere, con una certa fatica; era un grosso cambiamento quello strano biondo chiaro, dopo i diversi mesi in cui il nero mi aveva fatto compagnia, ma avevo sentito il bisogno di cambiare e non ero certo il tipo che si faceva scrupoli a tingersi i capelli. Le tinte assurde erano il mio sport preferito.
"Finalmente! Vi avevamo date per disperse!" esclamò Calum, portandomi a voltarmi verso le scale in marmo bianco e grigio, da cui Mali stava scendendo, letteralmente splendendo dalla testa ai piedi. Il suo corpo tonico e abbronzato era rinchiuso in un capolavoro di vestito rosso dalla scollatura e dallo spacco generoso, che faceva apparire le sue gambe chilometriche. "Oh, cazzo", imprecò Cal, a bocca aperta, osservando con orgoglio e forse un po' intimidito l'avvenenza della sorella, che aprì le sue labbra scarlatte in un sorriso solo per noi.
"Che bomba!" gridai mettendo le mani a coppa intorno alla bocca per amplificare la voce e far girare più teste a guardarla scendere le scale sui trampoli neri con la grazia di una pantera. Lei, in tutta risposta, alzò gli occhi al cielo, voltandosi poi verso la ragazza che la seguiva, ovvero una Blue Thomas abbracciata da un semplice abito lungo di stoffa nera, che le lasciava completamente scoperte le spalle e le cui maniche le scendevano a campana sulle mani. Fu però lo spacco il colpo di grazia, come era stato per Mali. Vidi Luke fare qualche passo verso la scala, gli occhi fissi su Blue, che era leggermente arrossita per il nostro silenzio assorto. Entrambe le Dee arrivarono in fondo alla scala e ci raggiunsero, gli occhi di mezzo albergo a bearsi della loro bellezza pura ma peccaminosa. Riportai lo sguardo sulla scala, aggrottando le sopracciglia quando non vidi nessun altro scendere, se non un coppia di vecchietti sorridenti.
"E Alaska?" domandai, non riuscendo a trattenermi, facendo comparire un sorriso sornione sulle labbra di Blue, ricoperte da un lucidalabbra chiarissimo, che rendeva il suo viso pulito ancora più luminoso.
"Perché fare fatica a scendere le scale quando c'è un ascensore?" chiese una voce squillante e tutti ci voltammo verso l'ascensore poco lontano dalle scale, da cui emerse, con passo baldanzoso, la proprietaria della voce, nel suo vestito color carbone. Ed era lei, semplicemente lei: il corpino nero dalle maniche lunghe ricoperto di borchie appuntite, il tutto condito una scollatura da capogiro che le arrivava fino alla vita e svelava l'assenza di un qual si voglia tipo di reggiseno. Ovviamente Alaska non era tipo da camminata scenica e sensuale e si limitò a saltellare euforica verso di noi facendo sollevare la lunga e morbida gonna di tessuto nero che, con mio grande divertimento, rivelò gli anfibi che calzava ai piedi, dove ci si aspettava dovessero esserci dei tacchi simili a quelli di Mali-Koa e Blue.
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give me love
Fanfiction[SEQUEL di photograph] "Amare è essere egoisti", aggiunse dopo una breve pausa, cercando le parole giuste, "perché per quanto tu possa volere che l'altra persona sia felice, la sola idea che possa esserlo con qualcuno che non sei tu, ti disgusta."