"Eyes can't shine,
Unless there's something burning bright behind
Since you went away there's nothing left in mine
I feel myself running out of time."
INFINITY – ONE DIRECTIONALASKA
"Blue, sicura di non avere la mia maglietta degli Sleeping with Sirens nel tuo zaino?" chiesi ancora una volta alla ragazza, gettando tutti i vestiti che avevo ficcato nella valigia dove capitava sul minivan."Oh dio, si vede, cazzo", imprecò la brunetta, troppo concentrata sul tatuaggio in mezzo ai seni che traspariva dalla sua camicetta bianca per prestarmi ascolto. "Non ho un cazzo di pulito!" esclamò, lanciando via la camicia che finì per terra in mezzo alla ghiaia del parcheggio in cui ci eravamo imboscati dopo aver lasciato Jamie a casa di un amico che non vedeva da anni e a cui 'aveva molto da raccontare'.
Eravamo entrambe in reggiseno, coperte alla vista dei passanti dal minivan, una delle porte scorrevoli spalancate sulle nostre valige e su un Danny accasciato nello spazio lasciato libero dai nostri bagagli, ricoperto dei vestiti che io e Blue avevamo scartato.
"Non potete mettervi una felpa e basta?" chiese il ragazzo.
"Ci sono venticinque gradi e muoio di caldo", si lamentò Blue e io annuii, supportando la sua risposta.
"Fate prima ad andare in giro in reggiseno a mostrare una volta per tutte quei tatuaggi, che, per giunta, hanno una fattura pazzesca", commentò con modestia ostentata, toccandosi la nuca, che ormai apparteneva a me e a Blue. "Io mostrerò il mio con orgoglio", commentò ed io alzai gli occhi al cielo.
"Danny, non so se davvero non capisci un cazzo o fai solo finta: mi sono fatta tatuare un verso della cazzo di canzone di Michael! Lo stesso Michael che incontreremo tra qualche ora in questa cazzo di città", imprecai con agitazione, anche io come Blue sull'orlo di un attacco isterico. Michael non doveva adocchiare neanche per sbaglio quella cazzo di scritta.
"Vorrei solo potermelo strappare di dosso!" Gridò esasperata Blue, guardando con astio la farfalla che gli stava posata placidamente sulla parte alta dello stomaco.
Danny sbuffò, spazientito, togliendosi di dosso tutte le t-shit che avevamo scartato e afferrando il suo borsone, da cui estrasse due matasse di stoffa: una finì dritta sull'espressione affranta di Blue, l'altra sulle mie tette costrette nel reggiseno nero. "Mettetevi queste e non stressate più l'anima", ci intimò facendosi largo tra di noi per scendere dal minivan e allontanarsi dal nostro delirio.
Senza pensarci un attimo mi infilai la grossa t-shirt azzurra dei Dodgers, la squadra di baseball di Los Angeles, che Danny aveva comprato qualche giorno prima nella città e aveva riposto come una reliquia nella borsa. Era grande abbastanza da non far intuire nessuna delle mie curve e farmi sembrare uno di quei marmocchi che seguono il padre ad ogni partita della squadra del cuore indossando una delle sue tante magliette. L'adoravo. Guardandola perfino io dimenticavo di aver fatto quel maledetto tatuaggio.
Quando ebbi accarezzato a sufficienza la morbida stoffa, sollevai lo sguardo verso una Blue insaccata perfettamente in una maglietta nera che decantava: 'keep calm e fuck a bartender'. Scoppiai a ridere alla sua espressione rassegnata e feci finalmente scorrere la portiera del minivan per chiuderla, ormai sicure che nessuno avrebbe mai visto i nostri tatuaggi imbarazzanti nascosti dalle magliette più grandi di Danny.
"Finite le seghe mentali?" domandò il ragazzo, vedendoci sguazzare in quell'abbondanza di stoffa. Già le nostre espressioni rassicurate dovettero dirgli qualcosa perché, ancora prima che aprissimo bocca per rispondergli, aveva tirato fuori le chiavi del furgoncino e spinto il bottone per chiuderlo.
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give me love
Fanfiction[SEQUEL di photograph] "Amare è essere egoisti", aggiunse dopo una breve pausa, cercando le parole giuste, "perché per quanto tu possa volere che l'altra persona sia felice, la sola idea che possa esserlo con qualcuno che non sei tu, ti disgusta."