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Keep you up all night long
Darling I wanna see every inch of you
I get lost in the way you move
I wanna love you with the lights on
Hold you 'til the night's gone
Darling I wanna see every inch of you
I getl ost in the way you move
I wanna love you with the lights on."
LIGHTS ON – SHAWN MENDES

ASHTON

"Rotti inculo, sono arrivato", dissi nel microfono del telefono, inviando poi l'audio al gruppo di Whatsapp con i ragazzi, che, attualmente, si chiamava 'Michael è un ano'. Quella chat aveva almeno cinque anni e aveva cambiato nome almeno due volte alla settimana da quando era stata creata da me. Che illuso a credere che il nome '5SOS' potesse durare più di un paio di giorni.

Guardai fuori dal finestrino del van, verso la porta d'entrata del palazzo di Michael, davanti al quale  mi avevano ordinato di farmi trovare. Ero appena arrivato al mio appartamento dopo aver lasciato tornare Gemma alla sua classe di piccoli appassionati di musica, quando Calum mi aveva chiamato tutto concitato dandomi ordini precisi, nominandomi autista del giorno. A quanto pareva Louis e Eleanor ci avevano invitati a casa loro per una birra e quattro chiacchiere, ovviamente sotto indiscreta pressione di Calum, che voleva solo vedere con i suoi occhi il pancione di Eleanor.

"Eccoti, coglione", mi salutò Cal, salendo sul minivan nel posto al mio fianco, mentre Luke e Mike si posizionavano nei divanetti sul retro. "Ci hai fatto aspettare", commentò, mettendosi la cintura di sicurezza.

"Ringrazia che sia venuto, piuttosto", gli feci notare, immettendomi nel traffico, prendendomi la precedenza come se fossi un primitivo australiano. Ops, ma io ero un primitivo australiano.

"Ti sei perso Calum che tempestava di chiamate Louis per farci invitare a casa sua", mi fece sapere Michael e il bassista sollevò il dito medio sopra le spalle, per dedicarlo all'amico. "È stato tremendamente imbarazzante", aggiunse Mike, per niente toccato dal gestaccio.

"Ti sei perso Michael che faceva la lavatrice per Alaska", disse Calum, voltando per un attimo la testa verso colui che l'aveva provocato. "Estremamente imbarazzante", aggiunse.

"'Fanculo", sentii borbottare da Michael alla risatina mia e di Luke.

"Michael Clifford passione: bella lavanderina", rincarò la dose Calum.

"Andiamo, voglio solo che si senta a suo agio nell'appartamento..." sbottò Mike ed io gli lanciai uno sguardo dallo specchietto retrovisore, sollevando un sopracciglio. "E, in più, vorrei proprio che stasera mettesse il completino di pizzo rosso che c'è adesso nell'asciugatrice", aggiunse ed io scoppiai a ridere. "Che c'è? Ogni servizio ha un prezzo da pagare", spiegò, scuotendo le spalle.

"Quindi anche questo passaggio ha un prezzo?" Li provocai.

"Io non te lo succhio il cazzo", disse subito Calum, ben oltre il disgustato.

"Cristo, no!" esclamai, concentrandomi solo per metà sulla curva che però affrontai con destrezza. Tornare a guidare il mio adorato minivan era un sollievo; lo conoscevo come le mie tasche, ormai.

"Non ne saresti capace, comunque", sbottò Michael. Ormai Luke aveva il fiatone per il ridere e anche io ero a buon punto.

"Stronzate, io so fare tutto", rispose Cal, ormai completamente voltato verso il retro del van.

"Dici solo cazzate", continuò a provocarlo il chitarrista.

"Ah, sì? Dai, tirati giù i pantaloni che ti faccio vedere", lo minacciò il ragazzo al mio fianco, slacciandosi la cintura e fingendo di adoperarsi per raggiungere Mike e Luke sul retro del furgoncino.

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