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"Settle down with me
And I'll be your safety
You'll be my lady
I was made to keep your body warm
But I'm cold as the wind blows
So hold me in your arms."
KISS ME – ED SHEERAN

ABBIE

Controllai nuovamente, e inutilmente, l'orario posto sulla parte alta dello schermo del mio cellulare, per poi bloccarlo e lasciarlo cadere in borsa, pronta per fare ciò che mi ero decisa a fare.

Basta ripensamenti, basta pensieri troppo rumorosi per essere ignorati e basta paure infondate.

Avevo deciso di darmi una possibilità, e quello sarebbe stato il primo passo che sarei riuscita a fare sola. Un passo verso qualcosa di nuovo, di inesplorato per me.

Un passo alla vita.

Inspirai a fondo, chiusi gli occhi e allungai la mano destra cautamente, per premere il pulsante del campanello, attendendo poi una qualsiasi risposta da parte del proprietario della casa.

Meno di un secondo gli ci volle per spalancare la porta di fronte a me, "Abbie?" fece, e parve quasi una domanda. "Abbie!" esclamò subito dopo, trasformando l'espressione confusa sul suo volto in uno splendido sorriso, non appena i suoi occhi riconobbero il mio viso. "Wow", aggiunse poi, cercando di tradurre a parole i suoi troppi pensieri, "sei qui."

'Sei qui.'

Quelle due semplici parole furono sufficienti per spazzar via ogni mia insicurezza.

Sorrisi di rimando, spostandomi poi una ciocca di capelli dietro l'orecchio destro. "La psicologa mi ha dato il via libera, per cui ho pensato di farti una sorpresa", spiegai, facendogli un cenno di ringraziamento non appena si fece da parte per invitarmi ad entrare in casa sua, "sempre che per te non sia un prob..."

"Non dirlo neanche per scherzo", m'interruppe lui, chiudendo la porta alle mie spalle e posizionandosi poi di fronte a me. "Sei e sarai sempre la benvenuta, solo..." aggiunse, guardandomi dalla testa ai piedi con uno strano luccichio negli occhi, "dammi un minuto!" esclamò, precipitandosi verso il corridoio al di fuori della sala in cui ci trovavamo. "E fai pure come se fossi a casa tua", aggiunse, ma sentii solo la sua voce, perché il suo corpo era già sparito dietro una porta bianca.

Aggrottai le sopracciglia guardandomi attorno confusa. Feci scorrere lo sguardo su tutta la superficie attorno a me, finchè i miei occhi non incontrarono la mia figura riflessa in un grande specchio a pochi metri da me.

Osservai il mio corpo slanciato, fasciato da un vestito bordeaux lungo fin sopra le ginocchia, con le maniche lunghe e leggermente larghe, culminanti con un polsino stretto del medesimo colore. I capelli scendevano lisci, morbidi e incredibilmente biondi sulle mie spalle, sembravano più brillanti del solito, così come lo sembrava il sorriso che stavo indossando.

Brillante e vero.

Solo in quell'istante realizzai che forse mi ero impegnata un po' troppo per una semplice visita a sorpresa a casa di Niall. Forse un semplice paio di jeans e una felpa sarebbero stati sufficienti, forse..

"Ecco, ora si che si ragiona." La voce di Niall arrivò morbida alle mie orecchie, strappandomi dal mio principio di pentimento e spingendomi a voltarmi verso di lui.

Non appena lo feci, i miei occhi chiari quanto i suoi, incontrarono dapprima un sorriso sincero e spettacolare, dipinto sulle sue labbra, e subito dopo notarono qualcosa di diverso in lui rispetto all'abbigliamento casual che indossava prima.

"Wow", mi ritrovai a mormorare, osservando il maglione color avorio che avena indossato, abbinandolo ad un paio di pantaloni neri e un paio di Clarks marroni.

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