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"Your touch like a happy pill
But still all we do is fear
What could possibly happen next?
Could we focus on the love?
Paint my kiss across your chest
Be the art, I'll be the brush."
BAD LIAR - SELENA GOMEZ

BLUE

"Ashton?" chiese Gemma con voce calma, interrompendo il brusio che regnava sovrano all'interno del piccolo furgoncino della Volkswagen nel quale alcuni di noi si erano infilati.

"Sì?" chiese lui, voltandosi verso di lei in attesa; le mani sul volante e un'espressione curiosa in volto.

"Mi spieghi perché cazzo ancora non sei partito? Gli altri a quest'ora saranno già arrivati", esplose lei, dicendo addio alla sua calma apparente e facendo spalancare gli occhi al batterista, un'espressione colpevole in volto.

"C'è un problema", rispose lui, lasciando la presa sul volante e facendo cadere le mani in grembo.

"E quale sarebbe, di grazia, questo problema?" chiese Michael divertito, sorseggiando con tranquillità una birra che era riuscito a rubare dal bancone del bar nonostante la foga dell'uscita dal locale.

Scossi la testa divertita chiedendomi come avessi fatto a capitare proprio su quel furgoncino con loro e rilassai il corpo, in attesa di una risposta illuminante da parte di Ashton. "Non so la strada per l'ospedale", disse.

Silenzio seguì le sue parole. Silenzio che venne interrotto da uno schiocco provocato dalla mano di Gemma che andò a colpire la testa del suo ragazzo, o meglio, del suo futuro marito. "Cristo santo, i navigatori li hanno inventati per hobby secondo te?" chiese esasperata, osservando Will partire con una sgommata a pochi metri da noi, pronto a seguire l'auto di Harry, che apriva la strada a tutti.

"Togliti Ash, lascia fare agli uomini", s'intromise Luke, alzando gli occhi al cielo e sporgendosi in avanti per scavalcare il grande sedile anteriore e prendere il suo posto al volante.

"Attenzione, attenzione, mister muscolo prende in mano la situazione", si prese gioco del biondo Calum, seduto al mio fianco. "Ora se non ti dispiace, Ken, metti in moto questo coso e portami dal mio bambino", aggiunse, lasciando che qualcosa a metà tra l'impazienza e il nervosismo trapelasse dalle sue parole e dal suo tono di voce.

"Prima di tutto, devi darti una calmata, Cal. Come ti abbiamo già ripetuto, quel bambino non è tuo né lo diventerà magicamente una volta nato", scherzò Luke, immettendosi finalmente nelle strade di Londra e dando il via al piccolo viaggio che ci avrebbe portati a raggiungere gli altri all'ospedale nel quale Eleanor stava per dare vita ad un nuovo membro di quella nostra strana e meravigliosa famiglia. "Ma soprattutto, quante volte ti ho detto di smetterla di chiamarmi Ken? Non è che perché ho iniziato ad andare in palestra una volta ogni tanto, significa che sto cercando di diventare come il fidanzato stupido e pompato di Barbie", concluse, facendomi scoppiare a ridere. E alla mia risata si unì il resto della band, Gemma compresa.

Esilarante. Ogni secondo passato con loro sfiorava il ridicolo e l'imbarazzante, ma era assolutamente fantastico.

"Ragazzi", m'intromisi, catturando l'attenzione di tutti quanti, compreso Luke, che si voltò verso di me approfittando del semaforo rosso al quale era stato costretto a fermarsi, "vi giuro che mai più ripartirò in viaggio per nuovi continenti senza portarmi dietro almeno quattro di voi", scherzai, con le lacrime agli occhi e la gioia nel cuore.

"Scommetto che io sono un membro fisso dei quattro che ti porterai in giro, amore mio", fece Michael, lasciando andare la bottiglia ormai vuota di birra in un angolo e lanciandomi un bacio volante con aggiunta di occhiolino.

give me loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora