Chapter 9||You Have Given Rise To Green Day!

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Mai la Boutique mi era sembrata così vicina. O forse era solo una mia impressione, dato che avrei rivisto Michael dopo quella scenata. E il pensiero di dover lavorare con lui, dopo quello che mi aveva detto, mi infastidisce parecchio. Era tanta sia la voglia di ignorarlo e proseguire con il mio lavoro sia quella di prenderlo a pugni e insultarlo. Mi aveva dato della perfettina, una che decideva tutto! Ha sbagliato a descrivermi. È vero che voglio avere tutto in ordine ma non deciderei mai per qualcun altro. Decido quindi di prendermi un po' di tempo, prima di entrare, e ammirare il cielo. Certo sarebbe tutto più bello se ci fosse il sole e non le nuvole, ed un bel cielo azzurro invece che uno grigio, che promette pioggia. Sconsolata entro nella Boutique, maledicendomi per aver dimenticato l'ombrello sul tavolo della cucina. Forse ogni tanto il meteorologo, Liam Payne -nome che non si addice per niente ad un meteorologo-, ci prendeva con il meteo. Non è di certo la persona più affidabile, e ne è prova la pioggia di cucchiai, da lui prevista, mai avvenuta. Però c'è speranza per tutti, e si spera anche per Michael, che sta abbinando un maglione verde con dei pantaloni blu.
Non voglio decidere! Voglio solo avere tutto in ordine! Mi ripeto, cercando di convincermi.
«Michael? Cosa stai facendo?» chiedo raggiungendolo. Lui mi guarda inarcando un sopracciglio. «Non è evidente? Sto sistemando il manichino!» dice, come se fosse ovvio. Beh, in realtà era ovvio.
«Intendo l'abbinamento, Clifford! Verde e blu? Serio?» chiedo guardando disgustata il manichino.
«"Io non voglio decidere! Voglio solo che tutto sia in ordine!"» mi beffeggia, aprendo e chiudendo la mano, come per imitare chi parla.
E solo perché tengo al mio lavoro, se no il manchino lo aveva addosso. La voglia di levargli quel sorrisetto a suon di ceffoni era tanta, ma era molta di più quella di continuare, o dovrei dire iniziare, la mia "carriera".
«Ehi! Calmate i bollenti spiriti!» ci interrompe Marinette, più infastidita per la nostra vicinanza che per il litigio in se. Stavo per replicare quando la campanella sulla porta suona, annunciando l'arrivo di un cliente. Mi volto verso di lui, intenta a servirlo e stare il più lontano possibile da Michael, ma i due sembrano conoscersi e il nuovo arrivato non sembra dell'idea di comprare qualcosa.
«Mike! Come va? Perché non me lo hai detto che c'erano delle belle ragazze? Avrei iniziato io a lavorare qui!» esclama il ragazzo, battendo il cinque a Michael. La differenza d'altezza tra i due era molto evidente, tanto che mi sentivo improvvisamente più bassa vicino a loro. Aveva i capelli biondi, tirati su in un ciuffo perfettamente ordinato. Gli occhi azzurro chiaro completavano la figura da angelo sceso in terra. L'unica cosa che levava quell'aspetto angelico era un anellino sul labbro inferiore, che lo rendeva però maledettamente sexy.
«Ciao signorina! Luke Hemmings è qui, in tutto il suo splendore!» si presenta, con un sorriso malizioso, il ragazzo, facendo alzare gli occhi al cielo a Michael. «Vedo che con te c'è anche il tuo ego!» Sbuffa scocciato quest'ultimo. Ridacchio prima di presentarmi a Luke, che ignora completamente il commento dell'amico. «Charlotte Green, ma puoi chiamarmi Lottie.» Lui mi sorride, prima di avere un lampo di genio e indicarmi. «Ho capito!» esclama il biondo. Lo guardo confusa, non capendo quale ragionamento stia avvenendo sulla sua mente, ma capisco dal modo sconsolato in cui Michael si batte la mano sulla fronte che non sarà niente di intelligente. «Sei stata tu!» se ne esce dopo un po', mentre io continuo a non capire il perché del suo dito puntato contro. «Tu sei stata la fonte del nome di una band famosissima!» conclude, facendomi inarcare un sopracciglio. «Cosa?» In risposta alza gli occhi al cielo e sbuffa. «Ti chiami Lottie Green!» «Ehm... lo so.» Un altro sbuffo, ma questa volta proviene da Michael. «Lottie lascia stare, da piccolo ha battuto la testa.» «Come fate a non capirlo?!» esclama ad alta voce, sotto il mio sguardo confuso è quello esasperato di Michael.
«Tu hai dato origine al nome dei Green Day!»
«Ma perché sono ancora tuo amico?» si lamenta Michael sbattendosi la mano in fronte. Una piccola risata lascia le mie labbra, prima che Marinette mi richiami. «Io vi lascio! Luke è stato bello conoscerti!» è detto questo me ne vado, sentendo Luke mormorare a Michael: «Beh è carina!»
E ora vorrei tanto avere gli occhi sulla schiena per vedere la reazione di Michael.

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Scusate!
Vi chiedo scusa per il ritardo ma ho avuto vari problemi con la scuola e aggiornare era uno degli ultimi miei pensieri.
Questa settimana proverò ad aggiornare di nuovo, per farmi perdonare.
Ringrazio, questa volta, i Blink-182 che mi hanno fatto compagnia!
Baci
||Vane

Job Interview [Michael Clifford]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora