Appena rientrata mi butto subito sul letto, dove vengo poi raggiunta da Michael. «Non ci credo ancora!» esclamo con un sorriso a trentadue denti. Michael ride, mettendomi il braccio attorno alla vita, attirandomi a se. Finisco sopra di lui, unendo le nostre labbra in quello che doveva essere un veloce bacio, che poi si trasforma in uno più passionale e, all'improvviso, mi ritrovo le mani di Michael sotto al maglione. Le sue mani sono calde e il tocco è piacevole. Ogni tanto si sente il freddo metallo degli anelli, che si rifiuta di togliere. «Michael...» sussurro, mentre i suoi denti afferrano il mio labbro inferiore, tirandolo e mordendolo leggermente. «Mh?» mi chiede fermandosi e guardandomi negli occhi. Scuoto la testa. «Niente, tutto okay!» dico, ma lui sembra non ascoltarmi, tanto è perso nei miei occhi. «Sai che sei bellissima?» Il suo complimento mi fa arrossire, prima di dirgli che non era vero. «Su non fare la modesta!» dice dandomi un altro bacio. Comincio ad esserne dipendente. «Non faccio la modesta!» Metto su un finto broncio che lo fa scoppiare a ridere e, visto che fatico a tenere il broncio, scoppio in una fragorosa risata pure io. Nella stanza d'hotel si sentivano solo le nostre risate, e non potevo preferire suono migliore.
«Quanto vorrei avere tutti questi soldi!» dico passando davanti al negozio di Louis Vuitton. Michael fa una faccia contrariata. «Ma che te ne fai di una borsa così? Poi ne ho viste molte altre così che costavano molto meno di 600... che moneta usano qui, già?» Sbuffo. «Gli euro Michael, gli euro. E poi, quelle famose borse che hai visto tu si chiamano 'riproduzioni', ovvero non sono originali.» Ma, anche dopo questa spiegazione, lui non demorde. «E non puoi comprarne un'altra?» «È quello che faccio infatti!» Dico, allontanandomi dal negozio per non mettermi a piangere ma, a quanto pare, la fortuna non è dalla mia parte perché passiamo davanti al negozio della Yves Saint Laurent. «Ho già pianto troppe volte! Voglio ritornare in hotel!» piagnucolo, osservando da lontano un profumo che, per permettermelo, avrei dovuto fare gli straordinari alla Boutique. «In questo negozio ci sarà qualcosa che costa meno, dai!» dice Michael, trascinandomi via dalla vetrina. «Michael... quello è il negozio della Dior... Quegli occhiali costano più di me!» Alza gli occhi al cielo, trascinandomi verso una gelateria poco lontano da lì. «Quanto pensi che costi un gelato? No, perché ne vorrei uno e non vorrei spendere tutto il mio stipendio!» Scoppio a ridere, seguita poi da lui.
«Com'è il tuo gelato?» mi chiede, leccando il gelato al cioccolato appena preso. «Freddo.» dico, nascondendo il sorriso dietro al cono. «Io me ne vado!» esclama sconcertato, per poi alzarsi. «No okay scherzavo!» Rido afferrandogli la mano, per farlo rimanere. Visto che non decide di spostarsi decido di andare io da lui, per posargli poi un bacio a fior di labbra, che lui approfondisce. «Mh, buono il tuo gelato.» dice con un sorriso malizioso che mi fa arrossire. Posa un ultimo bacio sulle mie labbra, prima di leccare il mio gelato. «Si, è proprio buono!» ridiamo entrambi, prima di incamminarci verso la piazza del duomo, mano nella mano.«Alla buon ora! Dove eravate?» ci chiede Debby, fingendo un rimprovero, che però fallisce perché un sorriso le cresce sul viso. «Abbiamo visto delle belle cose in giro per i negozi!» esclamo tutta allegra, saltellando sul posto. «Si ma che costavano un occhio della testa!» «Ci credo! Erano i negozi della Dior, Yves Saint Lorain e di Louis Vuitton!» spiego allo sguardo interrogativo di Debby, che poi annuisce capendo la situazione. «Beh, potevate accontentarvi di un negozio più semplice.» ride, per poi porci la fatica domanda. «Quindi... voi cosa siete ora? Credete che non abbia notato che tra di voi c'è del tenero? Siete così evidenti!» Io e Michael arrossiamo fino alla punta delle orecchie.
Cosa devo dirle ora? Io e Michael cosa siamo? Beh, di sicuro non amici, perché gli amici non si baciano sulle labbra tutto il tempo, ma neanche fidanzati visto che lui non me l'ha chiesto, e quindi non c'è niente di ufficiale. Poi mi torna in mente la scena di qualche mese fa. Lui e la ragazza del secondo anno, all'uscita di scuola. Mi ricordo ancora lo sguardo di sufficienza che gli ha rivolto, non gli importava più di lei ora che aveva l'altra. E se anche io ero come quella ragazzina del secondo anno? Se mi voleva illudere facendo il ragazzo dolce e gentile per arrivare ad ottenere quello che voleva? Se si stava comportando così solo per farmi adescare alla sua trappola? «Io... scusate.» dico, per poi correre in camera.
Mi stendo a pancia in su sopra al letto, guardando il soffitto bianco, e penso. Penso a come ero sicura dei sentimenti di Ashton, che poi si sono rivelati diversi da come la pensavo io. Ho paura di fare lo stesso sbaglio con Michael. Lo sento entrare per poi richiudere la porta e raggiungermi. «Lottie! Che cosa hai fatto?» chiede lui con voce preoccupata, avvicinandosi a me, ma io lo respingo. Lui si ritrae, temendo di aver sbagliato qualcosa. «Che hai Lottie? Ti prego, parlami!» mi supplica con uno sguardo terrorizzato. «Sei proprio un attore con i fiocchi!» sputo acida. «Ma che diavolo stai dicendo?» «Mi ricordo come hai fatto con quelle due ragazzine qualche mese fa, a scuola.» Alza gli occhi al cielo. «Lottie, per favore, non penserai che io stia facendo lo stesso con te!» mormora esasperato. «Ah non lo so, dimmelo tu.» Michael si siede meglio sul letto, prima di afferrarmi il viso con una mano e, con l'altra, cercando la mia da stringere. «Dopo tutto quello che abbiamo fatto insieme pensi che, per me, tu valga poco? Come una botta e via? Beh, ti sbagli! Per me sei molto importante, sei forse la persona a cui tengo di più. Ci sei sempre stata, sei sempre con me. Forse non ti sembrerò il ragazzo perfetto che vuoi, un ragazzo come Ashton. Ma giuro che per me sei come l'aria. Indispensabile. E se ho fatto tutto questo è perché tu vali, eccome se vali! Se ti ho ospitato, se ti ho accompagnata qui. Tutto Lottie! Tutto! E scusa se mi sono innamorato di te, ma non ho potuto fare diversamente!» I suoi occhi brillano, velati da leggere lacrime, come i miei. «Lottie, per favore, non pensare mai che tu non sia importante per me.» Non mi do tempo per decidere se quello che ha detto sia vero o no, ma poggio le mie labbra sulle sue, iniziando a baciarlo come avrei sempre voluto fare, un bacio solo nostro. E come il bacio, anche questa notte è stata nostra.---
Come rovinare il momento con una me rompiscatole, ma volevo gioire perché oggi è stato il primo giorno di vacanza!
Che bello! Non ne potevo seriamente più!
Cosa farete quest'estate?
Io ho deciso che, in quest'estate, uscirò molto di più! Seh, come al solito finirò per passare giugno, luglio e agosto davanti alle serie TV ma l'importante è crederci!
Baci
||Vane
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Job Interview [Michael Clifford]
Fanfic«Stai scherzando vero? Vuoi lavorare conciato così? Ma scherzi?» «Ehm... che cos'ho che non va?» «Non lo so, i capelli rosso fuoco per esempio? Oppure gli orribili maglioni troppo larghi, che ti coprono le mani? O forse tutti quei tatuaggi e quel...