Chapter 15|| Go!

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Appena arrivo a casa vengo abbracciata da Ashton, che sembra come essersi dimenticato che un giorno fa era "arrabbiato" con me. Mi lascia un veloce bacio sulle labbra, prima di lasciarmi andare.
«Com'è andata?» mi chiede, chiudendo la porta dietro di me.
Come mai è così gentile? Mi ritrovo a pensare mentre vado a sedermi sullo sgabello della cucina, dopo essermi tolta zaino e giubbotto.
«Mh, bene. Soprattutto perché il prof di storia dell'arte non aveva la verifica dietro.» spiego, prima di bere un bicchiere d'acqua.
Lo sento ridacchiare, probabilmente per l'errore del prof. Improvvisamente mi viene in mentre il messaggio di questa mattina.
«Ash?» lo richiamo, posando il bicchiere, ottenendo la sua attenzione. «Cosa intendevi con sorpresa?» Lui mi guarda con un sorridono. «Lo vedrai questa sera...» risponde vago, prima di andare in bagno.
Sbuffo, cercando qualcosa nel frigo da mangiare, prima di sfruttare il mio giorno libero dal lavoro studiando paragrafi su paragrafi di non libro mai aperto in vita mia, ovvero quello di storia dell'arte.

"Vestiti elegante!" Sono le uniche parole che Ashton mi ha dato come indizio per l'uscita di questa sera. Quindi ho optato per un vestito nero, ricoperto di pizzo. Le maniche sono corte e di pizzo, come tutto il colletto. La gonna scende morbida, fermandosi poco sopra il ginocchio.
Quando esco dal bagno trovo Ashton impegnato a giocare con un filo della sua giacca di jeans, seduto su un bracciolo del divano. Alza lo sguardo e mi sorride, prima di venirmi in contro e prendermi una mano. «Sei sempre più bella!» Arrossisco alle sue parole, perché, nonostante tutto il tempo che stiamo insieme, le sue parole mi emozionano ancora. Lui scaccia ogni mia paura o timore di non piacergli posandomi un leggero bacio sulle labbra, lasciandomelo poi approfondire. Sento la sua mano scendere dai fianchi, fino ad arrivare al sedere, per poi scendere ancora, per arrivare al bordo della gonna. Gli riporto su la mano ridendo. «Ashton! Dopo!» Ride, e non c'è suono più bello della sua risata, anche se non era come quelle di una volta. Questa era più fredda, distaccata. Vedevo quanto ci provava a dimenticare la gelosia, è in questa serata, giuro, che gli dimostrerò che amo solo lui, lasciando Michael da parte per una sera.
Ma tanto sapevo che non ci sarei riuscita.

Il locale era poco affollato, trattandosi di una sera fra settimana. Io e Ashton siamo seduti in un tavolo leggermente appartato, in fondo alla sala, ma meglio così. Meno occhi indiscreti.
Dopo aver ordinato da mangiare iniziamo a parlare, cercando di stare lontana dall'argomento "lavoro".
«Quindi il progetto come va?» Ma Ashton non sembra essere d'accordo.
«Abbiamo iniziato il bozzetto.» Rispondo, rimandando vaga. Meno dettagli, meglio è!
«Michael è bravo?» chiede con leggero fastidio. Perché entra in questi argomenti se poi ci sta male?
«Si.» rispondo semplicemente.
«Ti trovi bene con lui?» Ashton non aiuti!
«Stanno arrivando i nostri piatti!» gli dico, indicando il cameriere, che ci appoggia i piatti fumanti sul tavolo.
«Vi serve qualche condimento?» chiede, sistemandosi i capelli rossi e posando gli occhi azzurri, prima su di me, poi su Ashton, che scuote la testa. «No grazie!» risponde, facendo annuire il cameriere, che ritorna in cucina.
«Mi ricorda qualcuno quel cameriere...» mormora Ashton, soprappensiero, scrollando poi le spalle.
Iniziamo a mangiare e, fortunatamente, Ashton si dimentica del discorso di poco fa.
«Quindi...» inizia, pulendosi la bocca «ti trovi bene con questo Michael?»
Devo stare zitta!
«Dipende.» rispondo, prima di bere. Lui annuisce, distante. Visto che ormai siamo nel discorso, tanto vale chiederglielo.
«Ieri pomeriggio, al lavoro...» inizio titubante, attirando l'attenzione di Ash «un amico di Michael, Luke, mi ha inviato ad una festa sabato. E volevo sapere se volevi andarci.» dico, aspettandomi una sua scenata. Invece niente, rimane impassibile. E ho molta più paura di questo Ashton, visto che non so come comportarmi.
«Vai! Tanto ti importa solo dei tuoi amici del lavoro!» sbotta all'improvviso.
Scherzavo. Devo proprio stare zitta!
«Ashton fai piano! Comunque ho inviato te apposta! Perché io da sola non ci vado!» dico a bassa voce. «Fammi indovinare: ci sarà anche Michael?» chiede ironico, conoscendo già la risposta. «Certo che c'è! Ed era anche un'occasione per farvi conoscere!» sbotto anche io, stufa delle sue continue lamentele.
«Bene....» lo interrompo «se tu non vuoi venire andrò da sola! Io te l'ho chiesto, poi sta a te accettare o meno!»
«Scusate ragazzi, potete evitare di discutere qui.» ci interrompe il cameriere dai capelli rossi, naturali però.
«Tranquillo, ora ce ne andiamo!» dico alzandomi, prima che chieda il conto, che io e Ashton dividiamo.
«Lottie!» mi richiama Ashton, ma non intendo girarmi. Questa volta ha superato il limite! Che se la facci passare questa gelosia.
Mi siedo in macchina, accavallando le gambe, decisa ad non rivolgergli la parola. Improvvisamente sento la sua mano sulle mie gambe, scoperta dal vestito. «Ashton?» lo richiamo, alludendo alla mano.
«Che c'è? Non posso più toccare la mi ragazza?» chiede immettendosi in strada.
Sbuffo, lasciando perdere la mano e tutto quello che riguarda lui.

Arrivo a casa con le sue labbra nelle mie, in un bacio famelico.
Non so nemmeno io come abbiamo fatto a finire così.
Mi spinge sul divano, baciandomi il collo, mentre le sue mani vagano per il mio corpo.
«Ashton... non dovremmo...» dico tra gli ansimi. Lui scuote la testa, continuando a baciarmi. Così decido di lasciarmi andare anche io, iniziando a sbottonargli la camicia. Lascio alcuni baci sul suo petto, mentre le sue mani alzano la mia gonna, accarezzando le cosce. Inverto le posizioni, mettendomi a cavalcioni su di lui, iniziando a baciarlo disperatamente.
Perché so per certo che questo è un addio.

Job Interview [Michael Clifford]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora