Ormai dormire quattro ore a notte era diventata routine. Tra il lavoro, la casa e lo studio era impossibile concedermi le otto ore di sonno. E Ashton non aiutava, visto che ogni volta che studiavo mi distraeva, o con un bacio o con richieste particolari, che non sempre potevo accontentare. Molte volte però il sonno vinceva sull'abbondante dose di caffè, e mi ritrovavo con la faccia spiaccicata al libro di storia dell'arte, nel bel mezzo della lezione. Inutili erano le scuse che potevi rivolgere a quel vecchio schizzato che avevo come professore, neanche se eri la più brava della sua classe. Per questo ora mi trovo seduta sul pavimento del corridoio, fuori dalla sua aula, intenta a sfogarmi con Ashton tramite messaggio.
A Bandanaro del mio cuore❤️ :
Quanto lo odio! Non riesce a capire che io, oltre ad andare a scuola, lavoro anche! Solo perché lui non ha un cavolo da fare tutta la giornata, a parte metterci brutti voti, e può dormire quanto vuole.Da Bandanaro del mio cuore❤️ :
Dai Lottie stai tranquilla, vai benissimo nella sua materia, anche se volesse non potrebbe dirti niente! <3A Bandanaro del mio cuore❤️ :
Facile per te dirlo!Sbuffo, mettendo in modalità aereo il cellulare, per poi gettarlo a caso nello zaino. Tendo ad essere sempre una persona molto ordinata, tranne quando si tratta di scuola. Il mio astuccio è strapieno di oggetti di cancelleria, partendo dalle classiche penne, andando a finire con gli evidenziatori colorati, tutti ammassati tra loro. Stessa cosa vale per il mio zaino, libri e quaderni infilati un po' come capita, ma mai dimenticati a casa. Avere sempre il materiale è un segno di maturità, e parte fondamentale se vuoi essere notata da grandi stilisti, e ingaggiata come loro aiutante o, ancora meglio, avere una propria firma famosa. Tutti sogni che spero un giorno si avverino, ma per ora posso solo sperare. E, per la seconda volta in poche ore, mi riaddormento, con la testa appoggiata allo zaino, che tengo stretto a me.
Finalmente l'inferno è finito. Non sono mai stata così felice di tornare a casa, anche se sapevo che mi aspettava una ricerca per storia dell'arte, con interrogazione inclusa. «Quando andrà in pensione quello lì? Ha ormai 64 anni!» borbotto tra me e me, inutilmente, perché questo è il mio ultimo anno e, anche se il prossimo andasse in pensione, io non ci sarei più. Però mi dispiace comunque per i poveri sfortunati che lo avranno l'anno prossimo. Cammino a passo svelto fino al cancello quando una massa di capelli rossi cattura la mia attenzione. Che ci fa Michael qui? Poco dopo la risposta alla mia domanda arriva: un ragazza del terzo anno gli salta al collo e lo bacia. E che bacio! Troppa saliva per i miei gusti. Quando decido di andarmene e lasciarli al loro... sbaciucchiamento? vedo, subito dopo, arrivare un'altra ragazza, del secondo anno questa volta, con i pugni serrati e le lacrime agli occhi. «COME HAI POTUTO?» urla rivolta a Michael, che finalmente si stacca dalla ragazza. «AVEVI DETTO DI AMARMI!» continua ad urlare. Sento Michael dire alla ragazza del terzo anno un "povera illusa!" prima di scoppiare a ridere con lei. Che testa di cazzo! Decido di andarmene, perché questi non sono affari miei e perché sono fin troppo disgustata dal suo atteggiamento, però la curiosità ha lo stesso la meglio e, tirando fuori il telefono, faccio finta di mandare un messaggio. Non è da me fare una cosa del genere, lo so, ma se mi hanno donato la curiosità non è colpa mia. A Michael evidentemente non frega niente dei sentimenti della ragazza, perché continua a sbuffare, come se la sua fosse una reazione esagerata. «Senti, non c'è mai stato niente tra noi. Sei troppo piccola per me!» risponde con nonchalance. «Tu... Brutto verme schifoso!» e, detto questo, se ne va lasciando libero sfogo alle lacrime. Mi dispiace per lei, deve essere stato bruttissimo credere che qualcuno ti ami e poi ricevere la spiacevole verità così. Ma a quanto pare dispiace solo a me, perché Michael e la ragazza ritornano a baciarsi, ed io decido di tornare finalmente a casa. Purtroppo per me, Michael mi nota. «Lottie che ci fai qui?» mi chiede, staccandosi dalla ragazza, che mi incenerisce con lo sguardo. «Ehm... è una scuola, ed io ci vado ancora.» dico acida. «Okay, calma! Comunque oggi pomeriggio ci sei?» Ma che domande, ovvio che ci sono! «Forse non sai che quando hai un lavoro devi andarci tutti i giorni.» La ragazzina ridacchia per non so che cosa, non mi sembra tanto esilarante la situazione. Guardo Michael, interrogativa, che mi risponde alzando gli occhi al cielo. «Bene allora ci vediamo oggi pomeriggio.» «Sempre che tu non sia impegnato.» dico, indicando con gli occhi la ragazza. Lui mi rivolge un sorriso malizioso «Gelosa?» Ma perché tutti i ragazzi pensano che tu sia gelosa se chiedi qualcosa della loro vita sentimentale?
«No! E poi sono fidanzata!» dico fulminandolo con lo sguardo. «Dai amore, diglielo che sei solo mio!» blatera la ragazza accanto a Michael. Rivolgo uno sguardo inceneritore a Michael e uno di disgusto, misto a dispiacere, alla ragazza prima di girare i tacchi e andarmene.---
Ho deciso di pubblicare prima, because sono felice per aver preso 8 1/2 in chimica! Ora mi sento in grado di fare tutto, lol.
||Vane
STAI LEGGENDO
Job Interview [Michael Clifford]
Fiksi Penggemar«Stai scherzando vero? Vuoi lavorare conciato così? Ma scherzi?» «Ehm... che cos'ho che non va?» «Non lo so, i capelli rosso fuoco per esempio? Oppure gli orribili maglioni troppo larghi, che ti coprono le mani? O forse tutti quei tatuaggi e quel...