Chapter 1|| Who Is He?

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Entro nel negozio dove lavoro, felice di potermi finalmente togliere il giubbotto umido di pioggia. Saluto le colleghe prima di entrare nella zona armadietti, per il personale. Lavoro in questa graziosa Boutique da un anno ormai. Devo ottenere crediti extra per sfondare nel campo della moda, e lavorare in un negozio di vestiti è il modo migliore. Avevo diciotto anni quando cominciai e subito la proprietaria mi disse che avevo un particolare talento in questo campo. Sin da quando ero piccola adoravo vestire le bambole, con vestiti sempre diversi e li abbinavo tra loro, creando un perfetto mix di colori e merletti. Ho sempre adorato la moda, il trucco e le acconciature per i capelli. Mi ricordo che, quando andavo alle scuole elementari, i miei capelli dovevano essere sempre perfetti. Tanto che, una volta, mio padre, esasperato dal mio vizio, lanciò la sua ventiquattrore, obbligandomi ad andare a scuola con i capelli non perfetti. Inutile dire che piansi per tutta la mattina.

Levo la borsa dalle spalle e la ripongo nel mio armadietto, non prima di aver tolto il telefono e averlo messo nella tasca dei jeans. Liscio con un gesto veloce la camicia bianca e lego i capelli in una perfetta coda alta, che lascia scendere due ciocche sulle tempie. Mi guardo allo specchio per vedere se era tutto in ordine e raggiungo le colleghe per iniziare il turno di lavoro.

Era stata una giornata davvero stancante, tanta gente voleva degli abiti, altra voleva provare l'intero negozio, altra voleva delle cose specifiche da ordinare. Non credevo che il venerdì pomeriggio potesse venire così tanta gente, anche più di quella che era venuta il sabato scorso. Così afferro la mia borsa, sciolgo i capelli, metto il giubbotto ed esco dalla zona armadietti. Quando sto per uscire dalla Boutique vedo un ragazzo dai capelli rossi parlare con la proprietaria del negozio. Rimango a fissarli per una decina di secondi e, quando stavo per rigirarmi, Debby, la proprietaria, mi richiama. «Ciao Lottie, com'è andato il turno oggi?» «Bene, un po' stancante visto che c'era molta gente.» le dico avvicinandomi a lei, sotto lo sguardo del ragazzo. «Ci credo! Comunque lui» dice indicando il ragazzo dai capelli rossi «è qui per iniziare a lavorare, lo affido a te. So che sei la persona più adatta per questo! Comincerà lunedì pomeriggio, mi fido di te!» conclude dandomi una pacca sulla spalla mentre io la guardo confusa. Affidare a me un nuovo dipendente? E se non fossi in grado? Non riesco comunque a dire niente perché Debby mi saluta e si porta dietro il ragazzo, che agita la mano a mo' di saluto.

Ripenso al mio incarico mentre esco dal negozio quando un bacio sulla guancia mi risveglia dai miei pensieri. Sobbalzo prima di essere presa dalle forti braccia del mio ragazzo. «Ashton!» dico felice, stringendolo in un forte abbraccio. «Com'è andata oggi?» mi chiede sciogliendo l'abbraccio e mettendomi un braccio sopra le spalle, per poi avviarci verso casa. «Un po' faticoso, però è andata bene.» subito mi torna alla mente quel ragazzo, e il panico mi cresce nello stomaco. «Ash?» Lui mi guarda sorridendo «Si?» Abbasso leggermente il viso. Non so perché ero così preoccupata, infondo non ne andava della fiducia di Debby verso di me... Oh al diavolo!
«È tutto okay?» mi chiede preoccupato, cercando i miei occhi. «Oggi un ragazzo è venuto a fare un colloquio di lavoro al negozio...» «E ci ha provato con te?» mi chiede minaccioso. «Cos... No! Ma ti pare? No!» lo rassicuro subito. «Sarà meglio, sennò io...» Io ridacchio sotto il suo sguardo interrogativo. «Lo sappiamo entrambi che non faresti male ad una mosca.» lui mi guarda male per poi sorridere «Lo farei se provasse a toccare la mia principessa.» mi dice, prima di darmi un bacio. «Comunque, dicevi?»
Ed ecco ancora la sensazione di panico allo stomaco, grazie tante Ashton!
«Beh ecco, Debby lo ha affidato a me. Se qualcosa andasse storto non mi porterebbe più a Milano, per quel concorso di moda. Potrei rovinare ogni possibilità di diventare qualcuno nel campo della moda! Rovinerei ogni...» Ashton mi interrompe con un bacio, che ricambio sorridendo. «Grazie.» «Non c'è di che!» sorride soddisfatto. «So che sarai bravissima! E anche se andrà male, e non succederà» dice velocemente vedendo la mia faccia preoccupata «non fallirai! Continuerai a fare quello che ti riesce meglio, perché sei bravissima.» conclude dandomi un bacio sulla tempia. Io gli sorrido «Grazie Ashton!»

Finalmente potevo dormire, ero davvero stanca. Quando io e Ashton tornammo nell'appartamento, che da due mesi condividiamo, lui si andò a fare la doccia, lasciando a me il compito di preparare la cena con la scusa: «Ma tu sei più brava, se cucinassi io darei fuoco alla cucina... o mangeremmo dei broccoli!». E, dopo una stancante giornata di lavoro, preparare da mangiare con il pensiero di dover studiare un intero capitolo per il giorno successivo non è proprio bellissimo. Anche se era l'una e venti, e tra cinque ore e mezza mi sarei dovuta svegliare per andare a scuola, riuscii comunque ad addormentarmi con un sorriso, abbracciata ad Ashton. Anche se una domanda rimaneva fissa nella mia mente: Chi era quel ragazzo?

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ANGOLO AUTRICE
Giuro che non vi romperò più con gli angoli autrice!
Volevo solo dirvi che, visto che oggi è il compleanno di Michael, quale modo migliore per 'festeggiarlo' se non pubblicare una storia sul soggetto in questione? Quindi, HAPPY BIRTHDAY MICHAEL!!🎉
Okay, ora mi dileguo.
||Vane

Job Interview [Michael Clifford]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora