Potrei forse non essere tornata a casa, e non aver chiarito con Ashton, ma questo solo perché il lavoro è importante. Per questo ora mi trovo all'entrata della boutique, in ritardo e affamata. Mi sarei tanto voluta fermare in un bar a prendere una brioche e un frappuccino. O una deliziosa ciambella glassata. Però la voglia di distrarmi da Ashton era troppa e, se mi sarei seduta a mangiare da sola, avrei passato tutto il tempo a pensare a lui. Così entro nella boutique, ma mai avrei dovuto farlo. L'idea di parlare con Ashton era più allettante. Subito le mie dita finiscono nelle orecchie, a tapparle, per non far sentire il lamenti di Marinette.
«NON CI CREDO CHE HA 23 ANNI!!» urla Mari afferrandosi i capelli. «Calmati!» tenta Michael di tranquillizzarla, prima di notarmi. «Lottie! Ti prego falla smettere!» Si agita Michael, prima di venir afferrato da una Marinette in lacrime. «Ma cos'è successo?» chiedo, sovrastando i suoi urli. «JUSTIN HA 23 ANNI!» si lamenta ancora più forte, il che porta Michael a mettersi le dita nelle orecchie. «Mari stai tranquilla!» dico avvicinandomi cautamente, per paura di essere infamata da lei. «Si, piuttosto prepararti per i 24 del prossimo anno.» Questa è una delle volte in cui vorrei strozzare Michael più del solito. Marinette esplode in un urlo e, se si potesse volare via con la forza del suono, a quest'ora io e Michael saremo già stati lanciati contro il muro. «Io ti picchio!» sussurro a denti stretti a Michael, che mi sorride innocentemente. «Hey ragazzi! Come va?» entra allegro e saltellante Luke. Aveva preso residenza alla boutique a quanto pare, visto che ogni giorno era li. Marinette si calma subito e torna ad essere composta. «Ciao Luke!» saluta la ragazza che dieci secondi fa stava urlando addosso a me e a Michael. «Sabato sera c'è una festa, Michael non ve l'ha detto?» dice il biondo tutto esaltato. «Ci saremo!» esclama Marinette. Ovviamente il mio parere è inutile, perché lei decide anche per me. «Non so... devo sentire con Ashton.» Pronunciare il suo nome è stato un altro dolore al cuore. Non vedo Ashton da due ore circa e mi manca cosi tanto, come farò se mai dovesse succedere qualcosa? Sento Michael sbuffare, prima che Luke cominci ad insistere. «Ma dai sarà divertente!» «Non ho detto che non lo sarà! Devo solo chiedere...»
Sapevo che non ci sarei andata. Ashton non avrebbe mai accettato, e io senza di lui non sarei andata. Anche perché avrei solo peggiorato la situazione. «È sabato. Hai tempo!»
Un fastidioso rumore di tacchi sul pavimento ci fa voltare. Debby sta scendendo le scale, sorridente come sempre. Mi continuo a chiedere come faccia, nonostante tuttto, ad essere sempre così felice. «Michael, Lottie. Come va il progetto?» Cavolo! Il progetto! «Bene, abbiamo iniziato da poco. Diciamo che per ora c'è solo l'idea.» «Meglio di niente! Su ora forza! Tornate a lavorare!» e, detto questo, si sente di nuovo il rumore dei tacchi, così come era venuta, Debby se ne va.
«Lottie è arrivato un ordine questa mattina. È in magazzino.» mi dice Marinette, digitando alcuni tasti sul computer. Annuisco, per poi avviarmi verso il piano di sotto. «Ti vengo a dare una mano.» esclama Michael raggiungendomi. Accendo la luce del magazzino, pieno di scatole contenenti canottiere bianche, stampate, e pantaloncini in jeans. Una scatola io, una Michael e dopo neanche 20 minuti i manichini avevano indosso i vestiti e gli scaffali erano riempiti di magliette e di pantaloncini di tutte le taglie.Finisco finalmente di lavorare. Quattro ore piene, in cui la gente arrivava e chiedeva. Devo ringraziare però questo perché almeno ho avuto la possibilità di concentrarmi sul lavoro e non pensare ad Ashton. Però ora devo tornare a casa e chiarire con lui. «Ehi Lottie aspetta!» mi sento richiamare da Marinette, che viene di corsa verso di me. «Tutto okay?» le chiedo, aspettando che il suo respiro si regolarizzi. «Ti prego vieni sabato! Non vogli essere da sola! Loro la avranno amiche e amici e io sarò sola!» si lamenta, pregandomi di venire. «Appena torno a casa sento con Ashton, poi ti scrivo un messaggio.» dico, pronunciando il nome di Ashton con un velo di malinconia, che Marinette nota, ma non chiede niente. Lei annuisce, prima che anche Luke e Michael ci raggiungano. «Lottie quando lo sai dimmelo, che poi avviso Luke che ci sei anche te, o te e Ashton.» Annuisco distante. Luke poggia un braccio sulla spalla di Marinette. «Tu ci sei vero?» «Dovrei!» Lui sorride. Mi sto per avviare a casa, mente Michael e Marinette si voltano per tornare nella boutique quando Luke dice una cosa che nessuno di noi si sarebbe aspettato. «Vuoi limonare?» Io e Michael ci giriamo a guardarlo stupiti, mette Marinette diventa rossa dalla testa ai piedi. «Io devo ancora capire i tuoi problemi!» esclama Michael avvilito, prima di scuotere la testa e tirarsi Luke dentro al negozio, mentre io faccio spallucce a Marinette, ancora congelata sul posto.
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Ma quanto è bello l'album nuovo di Ed Sheeran? L'avrò ascoltato mille volte!
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto! Scusate se è un po' moscio ma fatico ad aggiornare. Si spera che dopo questa settimana io abbia finito con le verifiche, visto che è la terza settimana piena!
Baci!
||Vane
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Job Interview [Michael Clifford]
Fiksi Penggemar«Stai scherzando vero? Vuoi lavorare conciato così? Ma scherzi?» «Ehm... che cos'ho che non va?» «Non lo so, i capelli rosso fuoco per esempio? Oppure gli orribili maglioni troppo larghi, che ti coprono le mani? O forse tutti quei tatuaggi e quel...