Questa settimana era volata. Sinceramente non volevo ritornare a Sydney, Milano mi piaceva sul serio, e non avevo messo da parte l'idea di cercare un appartamento qui, appena i soldi sarebbero stati sufficienti. L'unica cosa che mi impediva di farlo era Michael. Era ormai diventato l'unico pensiero fisso nella mia mente. Il primo quando mi svegliavo, quello costante durante il giorno e l'ultimo prima di andare a dormire. Lui mi ha aiutata a realizzare il mio sogno, qualcosa che desideravo da quando ero ancora bambina. A Michael devo molto e forse il mio amore neanche basta. «Lottie!» mi richiama il protagonista dei miei pensieri. «Hai fatto la valigia?» mi chiede, uscendo dal bagno mentre si tampona i capelli bagnati. Annuisco, prima di fargli spazio sul letto. Lascia cadere l'asciugamano e mi attira a se, baciandomi dolcemente. Sento le punte dei suoi capelli bagnati sulla fronte, prima che stacchi le sue labbra dalle mie, concedendomi il suo consenso per asciugargli i capelli. «Pronta a tornare a Sydney?» chiede, attaccando l'asciugacapelli alla corrente, per poi passarmelo. Scuoto la testa. «Milano è così bella, così diversa e nuova. So che mi mancherà e so anche che, se ne avessi l'opportunità, rimarrei qui.» Una risatina nervosa esce dalle sue labbra. «Però non rimani vero?» Chiede con una punta di panico nella voce, che rimane comunque ferma e evitando di lasciare trapassare l'insicurezza, e ci riesce per metà. Scuoto la testa, abbassando gli occhi sulle mie mani tra i suoi capelli blu, che cominciano a perdere colore e quindi a schiarirsi, e ignorando la sua immagine riflessa nello specchio. Mi ferma improvvisamente la mano che regge l'asciugacapelli, voltandosi verso di me. «Lo so che Milano ti piace, tranquilla farò di tutto pur di riportartici, ma non riuscirei a sopportare la nostra separazione. Non credo nelle relazioni a distanza!» Ero combattuta con me stessa ancora prima di parlare con Michael, lui mi stava solo peggiorando le scelte e le idee. «E ora non dire che sono come Ashton e che non voglio che tu realizzi il tuo sogno. Ma io, in parte di ragazzo e/o persona che ti ama, non potrei sopportare tutta questa distanza! E penso di non essere l'unico che soffrirebbe così. Quindi io ti chiederei di pensarci meglio prima di affrontare una scelta così grande.» Spiega, con un velo di tristezza nella voce. «Di sicuro è una scelta su cui dovrò ragionare molto!» inizio, passandogli le tira fra i capelli ancora un po umidi. «Devo parlarne con i miei...» «Ecco... a proposito dei tuoi.» inizia impacciato ed io lo guardo interrogativa, come a chiedergli di spiegarsi meglio. «Ecco... per chiederti di diventare la mia fidanzata devo chiedere prima a tuo padre o...?» lascia la domanda in sospeso e, prima ancora che possa fare o dire altro, lascio cadere l'asciugacapelli sul letto e mi getto tra le sue braccia, unendo le mie labbra con le sue. «No, non c'è bisogno.» dico ridendo, dopo essermi staccata da lui. «Ah, meno male. Iniziavo ad avere paura.» Sorrido prima di guardarlo negli occhi. «Comunque eri serio? Vuoi veramente chiedermi di essere la tua fidanzata?» Domando, con un enorme sorriso stampato in faccia. «Certo!» Esclama, prima di appoggiare nuovamente le sue labbra sulle mie. Abbiamo poi deciso di lasciar asciugare i capelli da soli, senza l'utilizzo dell'asciugacapelli...
«Pronti per sopportare altre 24 ore di volo?» ci chiede Debby con finto entusiasmo. «Non vedevo l'ora!» esclama Michael, appoggiando la testa sulla mia spalla. La scorsa notte non ho chiuso occhio perché Michael si è agitato più volte nel sonno, non facendo dormire ne me, ne lui. «Torno subito ragazzi.» dice sbrigativa Debby, prima di lasciarci soli. Porto una mano sulla guancia di Mike ed inizio ad accarezzargliela, sentendo sotto al palmo un leggero strato di barba, che non ha voluto tagliare questa mattina. «Stai meglio?» chiedo, guardandolo in quei bellissimi occhi verdi. «Leggermente... sono molto stanco.» sussurra, nascondendo il viso nell'incavo del mio collo. Inizio ad accarezzargli dolcemente i capelli, prima di sentire qualcosa di umido sul collo. «Ci credo, non hai dormito per niente questa notte! Poi ti rifarai in aereo.» balbetto, ancora scossa dai suoi baci sul collo. «Ti ricordo che ho il terrore dell'aereo, quindi è già tanto se non svengo.» Dice ridendo, prima di passare un dito sul punto dove erano le sue labbra, per poi ammirare soddisfatto. E solo ora capisco... «Michael! Non mi avrai fatto un succhiotto, vero?» Lui mi guarda con un sorriso bastardo stampato in faccia, che fulmino immediatamente con lo sguardo. Cerco di coprirlo con i capelli, specchiandomi nella fotocamera interna del telefono. «Posso dire una frase d'effetto o tumblr?» Lo guardo inarcando le sopracciglia. «Ora tutti sapranno che sei mia!» Dice atteggiandosi, facendomi scuotere la testa.
Il viaggio è stato lunghissimo, soprattutto perché ogni minuto Michael chiedeva quanto mancava, impedendomi di chiudere occhio. Risultato: sono uno straccio e, se qualcuno non mi regge, rischio di cadere addormentata sul pavimento.
«Lottie!!» la voce acuta di Marinette mi arriva alle orecchie, poco prima che lei mi salti addosso. «Ben tornata splendore!» mi batte il cinque Luke, prima che Michael lo afferri per il colletto. «Ciao anche a te, ex migliore amico!» «Oh, ciao anche a te Mike!» risponde, grattandosi la nuca il biondo. Calum batte il cinque a Michael, prima di rivolgere un sorriso e un saluto a me. «Direi che dobbiamo organizzare una festa!» esclama Marinette. Ma io e Michael siamo già crollati su una sedia.---
Okaaay... siamo giunti al penultimo capitolo e, oddio che ansiaaa.
Il prossimo sarà l'epilogo e mi viene da piangere!
Solo un piccolo spoiler: nel prossimo capitolo ci sarà un ospite speciale...
Non odiatemi!❤
Baci
||Vane
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Job Interview [Michael Clifford]
Fanfiction«Stai scherzando vero? Vuoi lavorare conciato così? Ma scherzi?» «Ehm... che cos'ho che non va?» «Non lo so, i capelli rosso fuoco per esempio? Oppure gli orribili maglioni troppo larghi, che ti coprono le mani? O forse tutti quei tatuaggi e quel...