capitolo 17.

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HARRY'S POV

Sono in camera mia da ben cinque minuti che ho pianto davanti Vace, sono un coglione del cazzo, chi mai si metterebbe a piangere davanti ad una ragazza? Io.
Non ce l'ho fatta, ho visto mia mamma in quel ritratto e avevo tre anni che non la vedevo più, una foto intendo.
Un incarico molto grande di emozioni ho all'interno di me, sono scoppiato in lacrime davanti Vace perché non ce la facevo più, non so perché, ma le parole che mi ha detto Vace mi stanno facendo rimanere molto meglio, non so, o per le parole o perché è stata lei q dirmele.
Pensavo di non tornare mai più in questa casa, ma eccomi qui, per terra tra le braccia di una ragazza che ieri le stavo per dare uno schiaffo se non fosse stato per la bloccata di Aus.
Mi sento meglio, molto meglio solo grazia a lei.
Non saprei che avrei fatto se non fosse stato per lei, per la sua presenza, per le sue parole, le sue braccia, il suo profumo che mi fa calmare.
Apro gli occhi e vedo un'ombra che proviene dall'altra parte del corridoio, sposta la testa verso la mia destra e vedo, David, mio padre.
Cazzo, vorrei avere qualche potere per scomparire o essere invisibile!
Vace se ne accorge del mio volto che cambia colore tutto d'un tratto e gira la testa verso l'indietro, pure lei lo vede ma non capisce chi è dato che incornicia le sopracciglia e ritorna a guardarmi.
"Chi è..?" sussurra Vace.
Tolgo lo sguardo da mio padre che continua a guardarmi, tolgo la testa dal petto di Vace, la guardo con tranquillità anche se dentro di me la rabbia e la tristezza risalgono nuovamente.
"Mio padre.." sussurro pure io rispondendole.
Ma Abi aveva detto che era andato stamattina a Lussemburgo con quella Tana, Ilenia, Elena o come cazzo si chiama.
Vace solo nell'averle detto che é mio padre si morde il labbro superiore, mi sale una voglia di baciarmela, ma mi ricordo che quelle labbra le ha baciato quel Nettuno o Nathan.
"Salve" saluta imbarazzata Vace alzandosi dal tappeto.
"Ciao, signorina bella" ricambia mio padre.
Non sentivo la sua voce da cinque anni, da quel giorno che mia madre ha smesso di respirare, l'ultima volta che ho sentito la voce di mio padre è stato cinque anni fa quando ha lanciato un urlo spaventoso e terrorizzante quando ci hanno dato la notizia che mia madre era morta, mi mancava.
Vace si gira verso di me e mi guarda come per dirmi 'alza quel diavolo di colo da quel fottuto tappeto'.
Mi alzo dal tappetta, fisso mio padre mentre noto che ha gli occhi leggermente rossi e un po' gonfi, ha pianto. Perché?
"H-Harry.." mio padre balbetta.
"Io vado, Harry ti aspetto sotto, scusatemi" Vace decide di scendere, ma no, io la voglio con me e quindi la fermo richiamandola.
"Vace, no! Ora ce ne dobbiamo andare, gli altri ci aspettano" spiego.
Faccio finta che mio padre non ci sia, non me ne può fregare di lui affatto anche se devo ammettere che mi amava tantissimo.
Prendo la foto che prima avevo tra le mani assieme a Vace, do un'ultima occhiata alla foto, e la poso sul comodino.
Vace mi guarda con tristezza, mi sta dicendo che sto sbagliando nel non considerarlo ma se lo merita, è solo il minimo di ciò che posso fare.
Vace esce definitamente dalla mia ex camera, io mi affianco a lei e metto la mano sulla sua spalla, lei mi ricambia con un sorriso.
Una volta trovati al primo piano, salutiamo Abi e ce ne andiamo senza fare sceneggiate o casini, una volta trovato fuori dalla villa, nella porta principale con Vace al mio fianco, alzo la testa verso il secondo piano e guardo mio padre che ci fissa dalla finestra di camera mia.
Chissà cosa mi voleva dire quando mi ha chiamato, chissà perché aveva gli occhi rossi e gonfi, avrà per caso sentito ciò che ho detto e mi ha detto Vace? Cazzo.
Continuo a camminare con Vace, mi ritrovo davanti il cancello e una volta aperto entro nella Mini Cuper di mia sorella, per poi mettere in moto e tornare a casa.
Vace non osa a dirmi nulla e nemmeno a guardarmi, le do ragione, ieri le stavo per dare uno schiaffo, lei ha fatto finto di nulla e abbiamo passato una strana notte tra le canzoni, poi ci siamo addormentati nello stesso letto addirittura abbracciati ha detto Mad, prima l'ho trattata di merda facendo lo stronzo dato che mi dava fastidio il fatto che si é baciata con Nettuno, poi si è sentita male e Abi una volta spiegati che papà non era a casa l'ho presa in braccio con l'aiuto di Domenik, il giardiniere, e l'ho messo sul divano del soggiorno, una volta alzata lei e ritrovata, mi sono messo ad urlare e incolparmi per poi scoppiare a piangere tra le sue braccia, può essere o fare la stronza quanto vuole ma l'ho sempre detto, ha un cuore molto grande.
Dopo mezz'ora, mi ritrovo a casa di Emily con tutti gli altri che sono sul soggiorno che giocano, scherzano, ridono e bevono qualcosa, senza dire nulla a nessuno vado in bagno, mi tolgo la maglietta tutta sudata dalla rabbia, i jeans ed entro sotto la doccia.
Passo venti minuti sotto essa e una volta uscito, asciugato, vestito, pettinato e profumato, ritorno in soggiorno.
Scommetto le palle che Vace ha spiegato tutto a tutti perché lhanno torturata, li conosco molto bene e so come sono fatti.
Dopo mezz'ora prendiamo tutti le nostre valigie ed e siamo tutti quanti nelle loro macchine, io effettivamente non avendo una mia, tocca entrare nella 500 si Vace, ho polemizzato tanto per non stare con lei perché mi sento a disaggio ma niente da fare, ora mi ritrovo in macchina con lei da ben dieci minuti.
Dobbiamo andare all'Etna, in montagna dove Aus ha la casa di legno, tutti hanno pensato questa mini-gita per far calmare un po' a Vace, io invece ho un sacco di cose da fare: devo trovarmi un lavoro, credo di lavorare assieme agli altri dati che ho continuato la scuola a Londra e quindi il diploma ce l'ho, poi trovarmi un nuovo appartamento perché con Emily e Mad non posso viverci, in tanto non c'è spazio e per il momento dormo sul letto di Kleis con lei, ma così non può continuare, anche lei si è torturata in questi giorni a causa mia, poi dopo aver guadagnando dei soldi devo compararmi pure una macchina, la prossima settimana compierò vent'anni e non so che organizzare dopo questa vacanzetta.
Vace continua a guidare ma d'un tratto le suona il cellulare.
"Pronto? Sì, dimmi Meghi" risponde lei.
E chi è questa Meghi?
"Si, hanno organizzato tutto loro, ahah" Ma a cosa si riferisce?
"Solo per due giorni hanno detto i ragazzi" ah sì, sta spiegando a questa Maga o come mannaggia si chiama che hanno organizzato tutto i ragazzi per questa gita che faremo in montagna per questi due giorni.
"Grazie, anche a te, ringrazia gli altri da parte mia, ciao tesoro" riattacca lei.
Vace che non è stronza? Cosa?
Ma da quando?
"Tu che chiami le persone 'tesoro'?" chiedo sbalordito.
"Sì, solo te no" sputa lei.
"Certo io non sono un tesoro, io sono qualcosa di più speciale" me ne vanto.
"E vediamo, cosa? Più del tesoro intendi che sei un coglione?" un giorno la farò urlare molto.
"Posso anche essere coglione ma ho un pene di 20 cm e passa" me ne vanto, nuovamente.
Mi piace questo argomento, Vace arrossisce che se dovessi prendere un peperoncino e metterlo accanto la sua faccia, lei sarebbe più rossa.
Lei per non farsi vedere sposta la testa dall'altra parte e apre la finestra.
"Non arrossire a causa mia, dai tappa" la stuzzico.
Sono un cretino del cavolo, anziché ringraziarla e dirle scusa per l
schiaffo e anche per oggi che è rimasta con me, faccio il bambino.
Ho capito da un miglio che quando si è avvicinata a me per tranquillizzarmi, aveva paura, tremava molto, aveva paura che le avrei alzato le mani, scommetto.
"Ti faccio arrossire un'altra cosa!" urla isterica lei.
Evvai, ce l'ho fatta, ci sono riuscito a farla arrabbiare. 1-0 per me.
"E cosa? Il mio cazzo? Dio, immagino il mio pene dentro la tua bocca, mmh" okay, questa non volevo proprio dirla, ma stavo pensando ad alta voce.
Nemmeno il tempo di chiederle scusa, che non volevo dirlo, mi ritrovo cinque dita appiccicate sulla mia guancia sinistra.
"Porcoddio!" urlo dal dolore.
Mi sento la guancia a fuoco.
"Non, devi, bestemmiare!" urla nuovamente soffermandosi su ogni parola, subito dopo, un'altro schiaffo.
Ma cazzo di male!
"Vace!!" urlo il doppio.
"Impari per la prossima volta" dice lei con un sorriso da psicopatica.
"Ora vedrai come ti farò urlare a casa in montagna" bisbiglio tra me e me e lei, solo per fortuna mia, non riesce a sentirmi dato che alza il volume della canzone. Che sollievo.

Incontri Causali Disastrosi 2.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora