VACE'S POV.
Manca la mia stanza e la sua, le altre due stanze credo che gli riempiremo con tempo.
"Come paga? Carta di cred.." e blocco il ragazzino biondo che sta dietro il balcone della cassa.
"Carta di credito" sottolineo, si dipinge un sorriso nel volto e dopo aver toccato la mia mano per prendere la plastica magnetica, noto Harry irrigidito.
"Perfetto. Si vede che hai dei gusti ottimi su questo" il biondo mi fa un complimento mentre mi ridà la carta.
Nemmeno la necessità di ringraziarlo, si intromette Harry.
"Perfetto, si vede che ho un grande e grosso pugno" indica il suo pugno ormai stretto che cerca di tenerlo calmo e fermo.
Ma perché deve essere sempre così? Perché deve far dimostrare agli altri che è lui quello forte?
Che nessuno deve toccare nessuno, cioè me?
Mamma mia di rabbia.
"Pomeriggio verso le 16.00, sarà tutto a casa tua. L'indirizzo già l'abbiamo, buona giornata" mi avverte.
Dalla vergogna, faccio un cenno col capo ed esco dal negozio, sento i passi di Harry dietro di me, però faccio finta di nulla, faccio marcia in avanti e mi dirigo verso il parcheggio.
Porca Eva, sono le 12.00 del mezzogiorno e il parcheggio é giá pieno?
Non troverò mai la mia piccola macchinina.
"Vace" mi chiama lui.
Fottiti brutto psicopatico.
"Vace!" sta voluta urla.
Mi fermo, sbatto un piede per terra dalla rabbia, sbuffo e mi giro verso di lui come se lo dovessi mangiare.
"Che cazzo vuoi?" sputo.
"Perché fai così? Che ho fatto questa volta?" ma con quale faccia mi fa questo genere di domanda?
"Te ne prendi gioco di me, per caso? Ma come che hai fatto? Devi sempre farla qualcosa. Perché fai così davanti alle persone? Perché devi essere tu il prepotente? Eh?" chiedo avvicinando la faccia verso la sua.
Se mi avvicino anche di un cm credo di bruciargli la faccia dal calore che sto emettendo dalla rabbia.
"Perc-perché, tu sei mia" balbetta.
Da quando Herry Walker balbetta? Rido.
Le mie orecchia bollono, bollono di rabbia e di felicità.
Come faccio a provare degli emozioni del genere quando sono l'opposto?
Rido amaramente, ripetutamente.
Voglio non ridergli in faccia, ma non posso mostrargli che sono felice e che mi sto sentendo bene dopo aver sentito quel che ha appena detto.
"Perché ridi?" chiedo furioso.
Mi dispiace Walker, non starò male questa volta per colpa tua.
"Perché sei un attore da Oscar" rido per la millesima volta.
Nel dire ciò, me ne vado lasciandolo solo e me ne vado alla ricerca della macchina.
Sono nervosa, ho bisogno di sfogarmi, di disegnare o di scrivere.Sono per strada che sto andando al Club.
Ho fatto pranzo da Mad e Doa, mi hanno costretto e sono rimasta, ora sto andando con Doa alla mia 'grotta', per farmi le valige e controllare se ho qualche vestito o qualcosa che vorrei portarmi nell'appartamento.
"È successo qualcosa?" mi chiede lei.
É da più di venti minuti che mi guarda.
"No" mento.
Non voglio dirle che non voglio fare tutto questo, che voglio rimanere nella mia casa, con mio fratello e con Marg, che non voglio fare ciò che mi dice Jennifer, ma una parte mia crede che sia giunta l'ora di andarmene di casa.
"Sai benissimo che non ti credo"
"Mal per te" sputo.
Perché ho il potere di essere stronza anche con le persone che voglio bene?
Perché il mio cervello non è in grado di specificare e di suddividere le persone in due fottuti gruppi: nel primo
quelli 'buoni' e nel secondo quelli 'cattivi'?
Borbotta su qualcosa, ma la ignoro. Vorrei parlare di suo fratello, ma non so se è il momento giusto.
"Quando arriviamo, ci facciamo due chiacchiere, Doi" e in fine la chiamo come solo io posso.
Lei mi sorride e sembra esser felice di essere 'tornata' come prima.
Dopo qualche minuto mi ritrovo sotto un grandissimo palazzo.
Doa mi guarda come se mi stesse chiedendo 'sei pronta di entrare?' e io annuisco sbattendo le palpebre.
Mi sembra così famigliare, caspita. Ricordo quando una sera é venuto Harry mentre l'ho lasciato fuori che diluviava, oppure quando mi ha abbracciato fino a farmi perdere il fiato, o quando abbiamo disegnato con le bombolette, quando gli ho prestato alcuni vestiti.
Tutto così recente mi sembra.
Senza nemmeno accorgermene mi ritrovo dentro l'ascensore e dopo altri minuti, davanti la porta della mia casa, al decimo piano.
Estraggo le chiavi, la infilo nella serratura e si apre lasciando un piccolo rumorino.
Spingo la porta ed è tutto come ho lasciato anni fa, senza un velo di polvera, senza una mosca.
Come se non fossero passati quattro anni, ma come se fossero passati solo quattro ore oppure giorni. Impressionate.
Mi giro verso la mia migliore amica e mi guarda confusa e allibita, é basita per la casa che hocreata, per come è fatta, naturalmente è la prima volta che entra qui, è sempre rimasta fuori in terrazza.
"Oddio, ma è bellissimo" sussurra lei.
É sorpresa, molto.
Nemmeno pensarci due volte, entra dentro.
Decido di fare un passo in avanti, di entrare, di entrare nella mia casa, in questo posto che nessuno oltre a me e ad Harry, sa.
Entro e noto che c'è sempre quella grandissima stanza e in fondo, il bagno. Tutto come sempre, tutto al solito posto.
Alla destra c'è quel comodino e lo specchio, successivamente, andando sempre verso destra, ci sono i miei quadri, i miei bellissimi quadri, in cui ho messo la mia capacità e la mia bravura in atto, in mostra.
All'angolo c'è quella famosa sedia in cui ho sempre usato da scarpiera, e poi il tavolo enorme che c'è quasi l'un quarto della casa, fogli, astucci, bombolette eccetera, poi difronte al tavolo c'è una piccola scrivania e il mio divano comodissimo in cui ho passato giorni e notti nel sentire canzoni.
Dietro il divano c'è la cucina che fa sempre parte della famosa stanza grande.
Tutto così adatto a me.
"Hai fatto tutto tu questo posto? L'hai creato tu? L'hai sistemato tu?" chiede Doa gironzolando come se fosse dentro alla Tour Eiffel o al Colosseo.
"Sì. Ti piace?" chiedo imbarazzata un po'.
Tutto questo mi è nuovo, é come se mi sto spogliando davanti a tutto il mondo, eppure davanti a me c'è solo la mia migliore amica.
"Mi piace? Ma è fantastico!" urla. Scoppio a ridere dalla sua faccia colpita dalla mia bravura e ritorno indietro per richiudere la porta.
Non c'era nemmeno un velo di povere, ma ho preferito lavare e pulire ugualmente, Doa naturalmente mi ha aiutata.
Dopo un'ora, che è come volata, ora siamo sedute sul mio divano che ci prendiamo il thé, Doa ha il mio computer nelle mani che guarda i miei player e io i miei quaderni, fisso ogni disegno che ho fatto, ogni poema che ho scritto.
In questa semplice stanza, di questo semplice edificio, ho tutto, ho la mia eredità, ho il mio tesoro, ho me stessa.
"Ehy, ma di ché mi dovevi parlare?" chiede da un momento e l'altro lei al mio fianco, nello stesso secondo parte Scared to be lonely di Dua Lipa e di Martin Gerix. Cacchio.
Lascio i quaderni sul tavolo che c'è difronte a me, prendo un sorso del mio thé caldo per bagnarmi la gola, ma zero risultati.
Sono molto nervosa, non starò per dirle una barzelletta, ma che suo fratello, sì, quel fratello che l'ha abbandonata quand'aveva quindici anni e lui ne aveva sedici, che viveva a Genova, ha chiamato loro madre e che deve scendere dopo cinque anni.
Cinque anni fa è stato uno schifo per tutti i miei amici.
Cinque anni fa all'incirca, mi sono trasferita qui, in Sicilia.
Cinque anni fa, hanno smesso di picchiarmi.
Cinque anni fa, Anne, la mamma di Mad si è lasciata con suo padre e così si è liberato da lui.
Cinque anni fa é morta Lea.
Cinque anni fa il fratello di Doa, é scappato.
"Doa, senti.." poso la tazza di thè sul tavolo ed inizio a massacrare le mani, come ogni volta che sono nervosa.
"Si" lei si gira, poi posa il mio computer e si concentra su di me.
No Doa, no, non guardami.
"Uh.." sbuffo.
Ma come cazzo glielo devo dire?
"Che c'è, Vace? Stai male? Hai perso di nuovo la memoria? Per caso Harry ti ha fatto qualcosa? O Jennifer?" inizia il quarto grado.
"No, no. Sto bene, Harry è sempre a quel paese che si chiama 'fanculo', di Jennifer non ho notizie, come sempre. Sto bene, credimi, ora c'entri tu, però.." parlo velocemente.
Spero solo che non abbia sentito la fine.
"Io? Che c'entro io?" ecco, mi sbagliavo.
"Per favore, non parlare, ascoltami. Promettimi che starai calma, giuramelo" prima di spiegare, le metto la condizione.
"Mi stai facendo preoccupare, Vace, vuoi dir.." non la faccio finire che alzo un sopracciglio verso l'insù.
"Ok, ok. Non ti prometto che starò calma, ti prometto solo che cercherò di esserlo" e detto ciò, respiro, alzo
gli occhi verso il sù ed inizio a parlare.
"Una settimana fa, per la precisione quando dovevamo partire per Etna, tu eri a preparare le valigie con Mad ed io ero con tua mamma, con Teodora" spiego.
Lei capisce e mi dice di continuare. Vorrei sotterrarmi in questo istante.
"Poi..poi, ho capito che tua mamma non stava bene, che c'era qualcosa che non andava bene così le ho chiesto che avesse" e lei mi blocca.
"E che aveva?" chiede preoccupata.
Oh, Gesù.
"Aveva ricevuto una chiamata da..emh, da Federik" detto ciò mi sento sanguinare dentro.
Il cuore inizia a battere velocemente, il mio modo di stare peggiora quando incontro gli occhi della mia migliore amica.
Sono spenti e accessi allo stesso momento, riesco a vedere felicità nei suoi occhi, forse é felice di sapere che suo fratello ha chiamato dopo anni, la speranza si è accesa in lei.
Poi dall'altra parte sembra delusa, sembra aver preso un pugno in pieno al cuore.
Il suo colore di pelle diventa giallo, s'impallidisce, per un momento chiude gli occhi e appoggia la testa sul divano.
"Doa! Oddio..aspetta.." mi alzo e vado verso la cucina, prendo un bicchiere, una bottiglia d'acqua e dopo aver riempito il bicchiere, le faccio bere un po'.
"F-Federik? Mio frat-tello? Sei sicura, Vace?" balbetta.
"Se non fossi sicura, te lo direi?" chiedo.
Lei annuisce.
"E poi?" lei ancora che si informa verso suo fratello.
Chissà quanto gli manca.
"Mi ha spiegato che era a Genova, e che..che entro alcuni giorni, sarebbe arrivato qui" detto ciò, gli occhi e le guance di Doa si bagnano, inizia a piangere a dirotto, senza pensarci due volte la prendo tra le mie braccia.
"Shh.." le sussurro.
"Non piangere, sono qui.." aggiungo.
"Non piango per rabbia o tristezza,
m-ma per la felicità. Ti rendi conto? Ritornerà lui..mio fratello!!" urla a squarciagola dalla gioia.
Il cuore mi si riempie di gioia nel vederla così.
"Devo andare a casa, da mia mamma..le voglio parlare, voglio sapere quando viene, voglio sapere tutto" dice dopo essersi alzata.
"Ahah, va bene scema, però aspetta che ti accompagno" e mi alzo anche io.
"No, no. Sta per venire Mad, dovevamo andare dai miei lo stesso, e ora abbiamo un motivo in più per andarci, gli devo dare la bellissima notizia" e dopo aver parlato, mi salta sopra.
"Grazie, grazie per esserti preoccupata quel giorno di mia mamma, di aver scoperto tutto e di avermelo detto. Sei la migliore" mi dà un bacio.
Nemmeno il tempo di rispondere, le do una pacca alla spalla.
"Scendi che ti aspetta il principe azzurro" scherzo, lei mi da un'altro bacio, pende la borsa ed esce.
Mi sento così bene ora.
STAI LEGGENDO
Incontri Causali Disastrosi 2.
Romance[SECONDO LIBRO DI "INCONTRI DISASTROSI".] Facevano l'amore con gli occhi e la guerra con le parole. La protagonista del libro "Incontri Disastrosi" farà parte nuovamente nell' "Incontri Causali Disastrosi 2". Sono passati tre anni dalla vita dei...