capitolo 43.

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HARRY'S POV.
Una volta un certo Khalil Gibran disse «Le anime più forti sono quelle temprate dalla sofferenza. I caratteri più solidi sono cosparsi di cicatrici.»
Credo proprio che abbia ragione, credo proprio che anche lui abbia sofferto nella sua vita per per poi scriverlo, perché tutte le cose vengono scritte perché capitano, perché succedono.
Ha ragione nel dire ciò, in fondo sono forte solo grazie alla sofferenza e una parte mia, la ringrazia.
Sono appena uscito dalla palestra, Carlo mi vuole mettere alla prova domani per vedere se me la cavo con i clienti.
Sono per strada che cammino a passo lento, calmo e tranquillo.
Ho le cuffie alle mie orecchia che sentono Izi con "Pianto", così penso.
Come farò ad avere un lavoro solo?
Come farò a crescere un giorno sul verso senso della parola?
Mi ritengo maturo, ma non così tanto da creare persino una famiglia.
Avrò per caso anche io qualche giorno la mia famiglia?
Mia moglie? I miei figli?
Non credo, con questa testa e carattere che ho, perderò tutti e starò solo.
In fondo è questo quello che voglio, stare lontano dai pesi e dai doveri famigliari, lavorare tanto, avere una macchina, una casa e divertirmi con le donne che me la danno, questa è la vita che ho insognato da quand'avevo sedici anni, da quando ho perso mia madre.
Continuo a camminare, fin quando sbatto contro un signore.
Ma che cazzo fai? Non guardi?
D'un tratto mi viene in mente la prima volta che mi sono conosciuto con Vace. Guardandolo meglio noto un assomigliando estrema con lei.
É un po' più basso rispetto a me, non è né magro e né grosso, capelli marroni scuro e occhi pure.
A chi diavolo assomiglia quest uomo?
"Mi scusi" si scusa lui.
La sua voce è accogliente anche sè grossa.
"Mi scusi lei.." barbotto.
Faccio per andarmene, ogni tanto però mi giro verso l'indietro e becco lui che mi guarda.
Gli sarò sembrato strano? Può essere? Riprendo a camminare e d'un tratto la mia attenzione si scompiglia per la seconda volta, questa volta l'attira una persona: Vace.
Che cazzo ci fa da "Eduardo Caffé"?
Sposto la testa verso la sinistra e noto la presenza di una persona, anzi, di un albino.
Perché devono sempre stare assieme? Perché?
Sono seduti e mangiano non so cosa, vedo Vace che beve del caffè a quanto pare da qui.
L'albino le tocca la mano e non fanno altro che ridere, ridere alla grande e poi ci sono io coglione che sono nascosto dietro un palo e li guardo da lontano. Perché provo bruciore nel petto? Perché provo così tanto fastidio?
Cazzo. Cazzo.
D'un tratto si alzano, salutano il cameriere e si dirigono verso la macchina di lui.
E ora come faccio a stalkerarli se saranno in macchina e io a piedi?
Li guardo con attenzione e non entrano in macchina, prende un quaderno piccolo il biondo e poi riesce, Vace rimane all'impiedi ad aspettarlo, lo stesso secondo si incamminano e si dirigono verso una strada molto larga e luminosa. Li inseguo.
Cammino anche io nella loro direzione, stacco Izi dalla mia player e metto in tasca il cellulare.
Ogni tanto per non farmi vedere mi nascondo dietro qualche macchina parcheggiata o qualche angolo di muro di casa. Si fermano.
Che cazzo fanno da "Tattoo and piercing"?
Cosa cazzo fanno? Entrano.
Decido di avvicinare, non posso stare con questa curiosità.
Entro e vedo Vace seduta su una poltrona alta di pelle nera, un tatuatore che non so cosa diavolo le fa e il biondo che la guarda sorridendo.
Non riescono a guardarmi grazie alla folla che c'è e riesco a mescolarmi molto bene con la gente.
D'un tratto si alzano assieme ed escono dopo aver pagato.
Ha fatto qualche tatuaggio lei?
Così velocemente?
La uccido se si é fatta qualche tatuaggio con quel cacchio di albino.
Non posso crederci.
Loro escono felici e contenti e io rimango tra la folle in mezzo. Cazzo.
Le persone spingono e spingono, c'è chi mi da qualche pacca al sedere o chi mi tocca il cavallo, c'è chi mi spinge e chi mi attira verso di sè, dopo un bel po' riesco ad uscire da quel cazzo di gruppo di folli e mi ritrovo vivo e sano fuori.
Mi guardo in giro e noto che nessuno dei due c'è in giro, mi dirigo verso Eduardo Caffè per vedere se la macchina di quello c'è, ma nulla, niente traccia.
Alzo la testa verso il cielo, metto le mani sui capelli e bestemmio in silenzio.
Non devo bestemmiare più, almeno questo non devo farlo più per lei.

Incontri Causali Disastrosi 2.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora