capitolo 35.

53 7 0
                                    

HARRY'S POV

Vorrei dormire sempre come ieri, avendo lei tra le mie braccia.
Mi sono alzato diverse volte la notte per toccarla e controllare se avesse la febbre, ma ormai tutto passato. 
Sono le 08.00 del mattino e nessuno si è ancora alzato, tanto meno questa piccola mongola che sta tra le mie braccia.
Ho dormito molto bene anche se per poche ore, non dormivo così da, cinque anni? Da quando stavo tra le braccia di mia madre?
Non so come cacchio fa, ma riesce a trasmettere lo stesso effetto che emetteva mia madre.
Quanto mi manca, quando ritornerò a S. Croce devo andare a farle una visita, magari portarle le rose dato che le ha sempre amato e farci due chiacchiere.
"Mhh" piagnucola lei mentre si posiziona meglio sul il mio petto, anzi, meglio dire si sdraia su di me.
Ma quando cazzo pesa?
Oh no, direi che la piuma pesa molto più rispetto a lei.
Mi usa come se fossi un materasso, e appoggia il ginocchio sul mio pene, cazzo, anche quando dorme riesce a farmi fottere il cazzo e il cervello?
"Vace..Vace, smettila, stai facendo svegliare il mio uccello" la chiamo e le scruoto il braccio.
La vorrei prendere ora, qui.
"Mmh" si lamenta nuovamente mentre scuote la testa come se fosse una bambina quando la devono portare a scuola il primo giorno e non vuole allontanarsi dalla mammina.
Decido di non dire più nulla, dopo vari minuti noto che la sua respirazione è pesante ed irregolare, si è addormentata, di nuovo.
Mi alzo delicatamente mentre cerco di scappare dalle sue braccia, le appoggio la testo con cautela sul cuscino morbido che sa di me e lei, dò un'ultima occhiata e la lascio in quella stanza.
Sono stanco, ho dormito a tratti perché pensavo a lei, se stava meglio da un momento e l'altro, poi le parole detto da lei non hanno fatto altro che tormentare la testa e i miei poveri neuroni sono stati in guerra civile.
Vado sotto e mi prendo un bicchiere vuoto in cucina, mi fermo, ritorno in soggiorno e accendo la TV, azzecco Ewerglow di coldplay, non mi piace molto come canzone, ma nemmeno fastidio mi dá, così la lascio e alzo un po' il volume, non ho intenzione non far alzare gli altri e di subire la loro cazziata però.
Vado in cucina nuovamente e mi preparo un caffè, faccio un disordine esuberante, spero solo di essere in tempo a sistemare tutto questo macello.
Mentre aspetto che il caffè bolle, controllo tutte le dispense e non trovo lo zucchero.
"Ma ché tutto questo burdello?" chiede Vace mentre si strofina gli occhi e apre la bocca per sbadigliare.
Che tenera. Basta. Basta.
Concentrati sulla colazione.
"Ho fame, volevo fare colazione e così sto preparando il caffè, ma non trovo lo zucchero" cerco di fare l'angioletto e fare finta che questo disordine che ci circonda, non esista.
"Tieni" ed ecco che lei ha il potere di trovare e presentare il barattolo con lo zucchero sul tavolo.
"Quando ritornerò qui, non devo trovare nemmeno una briciola di zucchero in giro, uomo avvisato mezzo salvato" e lei fa per andarsene dalla cucina.
Che sollievo e poi sono felice, non mi ha fatto nemmeno la cazziata.
"Preparamela anche a me!" urla lei mentre é già fuori cucina.
Che stronza!
Mi usa solo a convenienza.
Dopo una ventina di minuti il caffè si prepara, riesco a preparare anche due crêap con la Nutella, e faccio anche della spremuta di arancia, almeno farà bene a Vace.
Mi sta strano preparare la colazione a me e ad un'altra persona, per la precisione ad una ragazza, ma sta male, voglio aiutarla.
Prendo tutto e mi dirigo verso il soggiorno, c'è Vace seduta sul divano centrale con un piumone enorme rosso mentre segue non so cosa in TV.
Ha i capelli scompigliati, spettinati, senza trucco ed è pur sempre bella.
"Finalmente..ho una fame da poté mangiare anche te" dice lei mentre si siede ad indiana e batte le mani.
Non dico nulla, le sorrido e appoggio tutto sul tavolo davanti a noi.
"Se vuoi ti do altro da mangiare" dico mentre la guardo maliziosamente.
"Sei un cafone" sputa, scoppio a ridere. Non posso crederci, anche ammalata é acida tanto quanto lo è quando sta bene.
"Non mi chiamerai così dopo aver assaggiato tutto questo che ho preparato" dico mentre alzo le sopracciglia per vantarmi.
"Sembra tutto buono" mi fa un complimento mentre sorride.
É così bello vederla così solare, che dona quel sorriso a me, solo a me.
"Mi auguro solo che non ci sia del veleno" sputa mentre alza un sopracciglio.
Ma dove se la fa ficcare la sua dolcezza?
"Può essere" la lascio nel dubbio, lei mi da una gomitata e poi ridiamo assieme, senza discutere più, avvicino il tavolino accanto al divano e iniziamo a mangiare.
Questa giornata mi piace.

Incontri Causali Disastrosi 2.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora