capitolo 97.

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                                         dopo tre mesi.

VACE'S POV.
Ricordo quando Shasha mi disse che a salvarla furono i sogni, e quella sera, non capii il contesto della sua frase, ma dopo aver passato questi tre meravigliosi mesi con mio marito, ho capito cosa intendeva con "sogni".
Sognare non è solo avere qualche intenzione o idee sul tuo ragazzo perfetto, sul vestitino da sposa, sulla scuola o su altre cavolate..sognare significa vivere.
Vivere in carne ed ossa tutto ciò che volevi, che volevi avere presente nella sua vita, tipo Harry.
Io non ho mai avuto in testa idee del tipo di sposarmi o avere bambini perché sapevo che ero un casino, un disastro, e le rovine, non le vuole nessuno, ma ecco che mi sbagliavo.
'Tutto arriva quando meno te lo aspetti' ed è vero, io sono rimasta incinta quando meno me l'aspettavo, quando non avevo nemmeno la più pallida idea di ritrovarmi incinta a diciannove anni o di sposarmi il ragazzo che amo.
Tre mesi fa, quand'ero a Miami, Harry mi fece capire che mi ama anche se non l'ha ancora detto ma non perché non vuole, ma perché -credo- vuole dirlo nel momento in cui crederà davvero di amarmi.
Io, Walker Vace, ero colei che non aveva mai passato un Natale come quello di tre mesi fa.
Durante quest'anno, sono cambiate tantissime cose nella mia vita solo grazie a lui, solo grazie alla persona che mi aveva distrutta con le sue mani e pi salvata.
Mi ha fatto rivincere la memoria, mi ha fatto capire cosa significa fare l'amore, mi ha fatto conoscere chi erano i miei veri genitori, ha scoperto il terribile passato che coinvolgeva mio padre, mia madre, mio zio, mamma Jennifer, David e Lea.
Come appunto supponeva Harry, il feto è femmina, quindi, tra poco nascerà Walker Annabel. 
Domani è il mio compleanno, ed avendolo assieme a Meredith, a mia sorella, ho pensato assieme ad Harry di fare una piccola festicciola a casa nostra.
In diciannove anni di vita, per la prima volta, festeggerò il compleanno con le persone giuste, con le persone che mi amano e che amo.

Dopo aver lavato i piatti del pranzo, aver spazzato e lavato un po', aver sistemato un po' la mia stanza, ovvero quella che condivido con mio marito, mi siedo in po' sul divano ed inizio a fare zapping per trovare qualcosa di interessante.
'Le dieci nascite estreme' leggo sotto.
Bene, una puntata dove avrei potuto capire cosa devo fare una volta arrivata nella sala per poter partorire.
Sono molto entusiasta in questi giorni perché la Gostaciov mi ha detto che in pochi giorni, partorirò.
E qual è la cosa migliore se non avere come regalo la propria figlia?
Ad essere sincera, negli ultimi giorni vivo sopratutto di ansia -per me- e di paura -per mia figlia-, non pensavo che nell'ultima settima di gravidanza sarei diventata più sensibile, più nervosa, più caga sotto e più tutto più.
Ho paura, lo ammetto.
Ho paura di non uscire più viva da quella sala in cui entrerò.
Quando inizio a seguire la prima nascita, e focalizzo i miei occhi sulla televisione, sento lo stomaco brontolarmi.
"Hai fame, tesoruccio?" mi porto la mano sulla pancia e l'accarezzo.
Prima, quando vedevo le donne incinta mi chiedevo sempre come diavolo facevano a tenersi tutto quel peso, a tenersi quell'enorme pancia, ma ora che mi ritrovo io come loro, capisco che è proprio difficile fare ciò che vuoi con un enorme pancione.
Nel momento che mi alzo per andare in cucina e prepararmi un bel panino, qualcuno suona nella porta.
"E chi sarà a quest'ora.." chiedo tra me e me.
Con tanta lentezza e fatica, mi avvio verso la porta per aprirla e una volta fatto, vengo invaso da un abbraccio caloroso.
"Ragazzina!" urla il biondo felice di vedermi.
"Nathan!" ricambio abbracciandolo forte.
"Come ti senti, mammina sexy?" mi chiede.
"Mi sento un po' troppo incinta, troppo rotonda" lo faccio ridere e poi si stacca.
Quando ci stacchiamo, mi accorgo di una ragazza che sta dietro di lui.
Non riesco a vedere chi è perché girata e ci rivolge le spalle, ma mi samba un po' famigliare dai capelli.
"Lei chi è?" sussurro indicando la ragazza che a quando capisco, sta al cellulare per il momento.
"Lei è la mia ragazza" e quando risponde alla mia domanda, inizia a sciuparsi la tipa con gli occhi.
"Te la stai scopando con gli occhi, scemo" gli dò una gomitata.
"Si, proprio con quei occhi che un anno fa mi stavi facendo scoppiare con i tacchi" riesce a farmi ridere quando porta in galla la prima che ci siamo conosciuti e quando gli ho ficcato il tacco nell'occhio.
"Vieni..venite dentro" invito a Nathan e mentre indico la sua nuova ragazza quando parlo al plurale.
"Sì, ora veniamo. Vado a prendere le crêap che sono dentro la macchina e poi entro con lei. Tu vai, entra e non stare alzata" faccio come mi viene detto e per non lasciare la porta del tutto aperta, la socchiudo un po'.
Ritorno nel divano a guardare la puntata ma quando ripenso a ciò che ha detto Nathan sulle crêap, mi sento l'aquilone in bocca.
Beata io che ho un amico come lui che pensa a me e mi porta crêap, a differenza di Mad che non fa altro che portarmi solo dolcetti.
"Eccoci qua!" urla il biondo e mentre nelle mani ha una grande scatola che già sento il profumo delle crêap, ma quando mi giro vedo la sua ragazza, quasi non mi soffoco con la mia stessa saliva.
"Johana?!" chiedo sgranando gli occhi e aprendo la bocca pronta per far entrare qualche mosca.
"Ehi, Sis" mi sorride.
Non posso crederci che è lei, e poi..è ritornata di nuovo mora, e sembra che sia tornata veramente lei, la vera Johana.
"Io vado a mettere le crêap in cucina, voi parlate un po'" si intromette Nathan, e sparisce nella mia cucina.
Rimango in silenzio a fissarla e lei rimane alzata che sta con la testa abbassata, così per riprendere la sua attenzione, faccio segno con la mano di sederi sulla poltrona accanto a me.
Il silenzio ci divora entrambe
-soprattuto la fame- e non so perché, ma senti la necessità di aver delle spiegazioni, proprio nel momento che apro bocca per chiederle cosa sta succedendo e che ci fa lei con Nathan, lei si trascina col sedere verso l'avanti, appoggia i gomiti sulle sue ginocchia e mi prende le mani.
Rimango scioccata e ferma.
"Zitta, non dire nulla, prima ascoltami e poi fai ciò che vuoi" mi dice di fare, così consento.
"Mesi fa, sono ritornata qui a S. Croce per vendicarmi come appunto ti avrà raccontato Harry" spiega.
Annuisco quando mi ricordo che una sera Harry mi raccontò di quando lei fece finta di stare male e chiamò lui per chiedere aiuto, ma lei aveva fatto tutto apposta per andare a letto con lui.
"Sì" affermo abbassando la testa e guardando le nostre mani unite.
Ricordo quand'eravamo alle superiori insieme e quando ci sedavamo per terra nel bagno per parlare più tranquillamente.
"È vero, e ti chiedo scusa. Lo so, sono un immorale perché non dovrei nemmeno venire qui per chiederti scusa dopo tutto ciò che ti ho causato. Tu naturalmente non hai colpa e nemmeno io, cioè..si, ho colpa, ma ogni cosa che facevo per dispetto, poi dopo me ne pentivo e l'orgoglio non mi ha mai lasciata in santa pace" singhiozza.
"Quand'ho saputo che aspettavi il bambino di Harry, sono andata fuori di testa sul vero senso della parola. Ero a Lussemburgo quel giorno e stavo parlando con mio fratello, Zak. Quando mi spiegò tutto ciò che era successo, io senza pensarci due volte, presi l'aereo e venni da voi" inizia a muovere il piede dal nervoso.
Lo faceva anche quand'eravamo diciassettenne.
Tengo tantissimo ancora a lei e per tutto ciò che ho passato io, l'ha passato anche lei.
L'amore che ha avuto verso Harry è stato un amore duro e brusco, dato che l'ha amato sin da piccola e poi è andato a finire che la sia migliore amica (io) glielo ha "rubato".
Questo è da strapparsi i capelli.
So che ha sofferto tanto, anzi..tantissimo e se lei mesi fa era cambiata in tutto era solo merito mio perché lei diventò un mostro a causa mia.
"Volevo ammazzarti, volevo che tu morissi, volevo che morisse anche Harry perché stavo malissimo, il dolore mi aveva accecata e non sapevo nemmeno più perché vi odiavo così tanto" sta per piangere quando dice le prime parole.
"Volevo ammazarti"..così tanto mi odiava?..
"Per me sei stato una famiglia Vace e non riuscivo a capire mi avevi fatto tutto ciò, perché Harry voleva te e non me, perché lui mi guardava come come una semplice amica e non come una ragazza che per lui avrebbe dato anche la vita" inizia a tremare.
"Poi quand'ho saputo della tua malattia, giuro che non volevo più farti nulla, nemmeno ad Harry. Sapevo che stavi male, che Harry ti voleva lasciare in mezzo alla strada mentre eri rimasta incinta e solo quella volta capii che tu non meritavi altri dolori e altre sofferenze, ma che meritavi solo una persona che ti amasse, sul serio" continua a parlare con difficoltà perché è in vena di piangere, ma conoscendola troppo bene, so che non farà scivolare nemmeno una singola lacrima per farsi vedere forte da me.
"Io ho sbagliato, lo so..e anche tanto, e non sapendo cosa fare, decisi di ritornata a Lussemburgo e di ritornare alla mia vita dato che non avrei avuto ugualmente Harry, anzi, se ti avessi fatto qualcosa lui mi avrebbe odiato a morte" ora stringe la mano, e proprio quando la presa aumenta, a lei scivola una lacrima.
La prima volta che sta piangendo davanti a me. La prima volta.
Non so come comportarmi dato che sono in vena di piangere anche io, ma decido di stare calma per il momento e vedere dove vuole arrivare con tutto ciò che sta dicendo.
"Quando sono andata a Lussemburgo, dal nulla, incontrai Nathan, lui stava lì per un mese per il lavoro con suo padre, e proprio lì, capii che io non avevo mai conosciuto l'amore, che io non ero mai stata innamorata di nessuno, perché mi sono ritrovata innamorata dalla testa ai piedi con Nathan" sorride e nel frattempo piange.
È bello vederla così..così felice.
Sul serio.
Non ne faccio a meno e così mi faccio trasportare anche io dal suo sorriso vero che solo a me donava prima e sta donando ora.
"Con il passare dei giorni, io e lui capimmo di esserci innamorati, e lo siamo sul serio Vace!" urla alla fine dalla gioia e ride quando alza la stessa e scontra i suoi occhi marroni con i miei.
"Mi fa piacere Johana, davvero. Sai benissimo che io non ti avrei mai fatto del male, mai..ma mi sono innamorata di lui senza nemmeno capirlo io, non volevo nemmeno accettarlo e avevo paura di dire all'intero mondo che mi ero innamorata perché pensavo sempre a te, non volevo essere felice io pur di vedere te tale" la vista mi si sfoca grazie alle lacrime.
"Ma tu poi mi hai permesso di essere felice, anche se stavi in silenzio. Mi hai permesso di diventare mamma, di diventare una donna sposata, di avere una famiglia che non avevo mai avuto.." le stringo le mani e lei sorride mentre continua a piangere.
"Scusami, sister!" strilla e scoppia a piangere tra le mie braccia.
Lo stesso io.
"Shh..shhh" le sussurro all'orecchio mentre le accarezzo i capelli e piango insieme a lei.
"Ti ho perdonata, tranquilla" dico a bassa voce.
Nel momento che ci stacchiamo dall'abbraccio, ci guardiamo negli occhi e ci asciughiamo le lacrime a vicenda mentre ridiamo come delle sceme, Nathan entra nel soggiorno con un enorme piatto ed urla "Crêap?!" facendo spallucce e ridendo.
Mi giro verso la mia sister, e scoppiamo a ridere.

•me•
1. come andrà il compleanno domani delle due sorelle?
2. secondo voi, ha fatto bene Vace ad avere perdonato Johana dopo tutto ciò che lei voleva farle (addirittura ucciderla)?
3. Vace, partorirà e sarà in grado di tenere tra le sue braccia Annabel, o morirà?
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se non ricevo commenti, non pubblico la continuazione.

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