Capitolo 32

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Max si avvicinó a me e mi disse..

"Mi dispiace" giró il mio volto a finchè potessi guardarlo negli occhi.

"Ma smettila, non prendermi per il culo" dissi io girandomi dall'altra parte.

Se ne andó, e Jonh si incamminó verso di me, mi diedi una spinta con le gambe per mettermi in equilibrio sui piedi, a cui non avevo dato peso visto che ero poggiata al grande murettino che si affacciava fuori all'altezza del terzo piano, detto anche balcone. Schivai la persona di Jonh che si stava avvicinando, e uscii dalla camera per poi dall' albergo. So che Jonh mi teneva sotto controllo, ma avevo bisogno di un pó di intimitá e dovevo stare sola per calmare i nervi.

"Ehi, sta attento a dove metti piedi sfigato" dissi seccata con ancora il fondo schiena incollato al marciapiede della strada e con la testa calata. Alzai la visuale e vidi l'uomo della scorsa sera. Solitudina ormai ti ho persa.

"Sta attenta a quello che dici Ariana" disse lui in segno di rimprovero.

"Ma tutta questa confidenza dove l'hai trovata, chi ti credi di essere" Risposi al suo rimprovero. Neanche fossi sua cugina che osa parlarmi cosí, mha.

"Devo parlarti, stai zitta e vieni con me" disse lui nominandosi capo della situazione.

"Non andró mai con uno sconosciuto dalla faccia da coglione rincretinito" dissi io iniziando ad incamminarmi verso l'albergo.

"Non ti faró del male.." disse ma lo interruppi.
"Sai lo dicono in tutti i film e poi finiscono per puntargli una pistola contro, io non so cosa cazzo vuoi, ma non staró alle tue regole" dissi intenta ad andar via o almeno piú lontano da questo tipo sospetto. Forse guardo troppi film, ma in un certo senso di insegnano a stare sempre attenta, cosa che avrei dovuto fare da sempre.

Il suo enorme cappotto inizió a muoversi per il vento e lí intravidi una pistola. Oh cazzo il mio film mentale della pistola puntata contro era vero. Iniziai a correre, ma fui bloccata dall'uomo che si barricó difronte a me. Inizió a fare delle minacce varie come ad esempio se mi sarei messa ad urlare avrebbe sparato. Mi puntava la pistola di soppiatto contro, e con la sua gelida mano mi trascinava nella strada che conduceva all'albergo. Entrammo nella sua camera. E ci mise poco ad obiettare il mio comportamento.

"Non mi ricordavo fossi cosi testarda" disse lui puntando gli occhi in aria in segno di ricordare avvenimenti passati.

"Ma chi cazzo sei?" Chiesi non capendo la sua affermazione.

"Ma come Ari" cercó di prendermi per il buono
"Dai sbrigati, insegnami a fare il tuo lavoro.." inizió ad imitare una voce da bambina.

Mi sorgeva un dubbio, ma non poteva essere. Io.. io... lo avevo visto m..morire, non poteva essere lui, e se fosse un impostore, e se fosse un ex amico di mio padre, e se fosse stato lui ad ucciderlo e ora volesse uccidere me. Chi è?
Ma in fondo un pò gli somiglia, ma papá, il mio eroe è morto, come anche il mio lato dolce, esuberante e con lui è morto anche il mio sorriso.
Mi risveglió dai miei pensieri facendo schioccare davanti ai miei occhi le sue dita.

"Ma tu.. no non puó essere, ma tu chi cazzo sei?"

"Si che puó essere, e posso anche spiegarti" disse lui addolcendo gli occhi sperando che io gli acconsentissi di spiegare. Non fece caso al mio no, mimato con la testa e continuó a prendere parola ugualmente.

"Mi dispiace infinitamente per tua madre e per te, non sono riuscito a fare molto, non era facile, né il mio lavoro, né per quello che é accaduto. Amavo tua madre, ma ora sei grande e devi dimostrarti tale. Mia piccola principessa.." disse velocemente lui in modo che non lo interrumpessi.

Mi ero girata altrove la testa, in modo da non poterlo guardare in faccia, fino a qualche minuto fa pensavo ma come si permette a fingersi mio padre. Ma ora ne ho la prova è mio padre. Ma non sará cosí semplice riavermi con te, per vari motivi. Il primo che mi viene in mente é Max/Jonh.

Con il tempo l'amore che provavo per mio padre non era svanito anche se ero arrabbiata per tutto quello che era successo, se lui fosse stato un semplice uomo da un lavoro comune, tutto questo non sarrebbe successo io sarei a casa, mamma sarebbe viva e non sarei incasinata. Ma in ogni caso corsi verso di lui e andai ad abbracciarlo. Avevo capito che era mio padre dal nomignolo segreto che solo noi conoscevamo e che mi aveva dato da bambina mia piccola principessa. Finalmente papá so che sei tu.

"Papá" dissi in lacrime "sei tu"

"Ti porteró al sicuro.." disse lui.


Spazio autrice

Ciao a tutti, spero il capitolo vi sia piaciuto. Siamo quasi alla fine. E dopo ci sará il seguito con un altro libro. Vi chiedo di lasciare una stellina e un commento o quanti ne volete per supportare la storia. Grazie per le visualizzazioni e....

CIAONE!!!

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