Prologo - How it all began...

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<<Jane era molto in ansia quel pomeriggio. Si trovava dietro ad una grande porta, dietro la quale era segnato il suo destino. Non era la prima volta che quella ragazza finiva nei guai, ma ritrovarsi davanti a un giudice a soli 16 anni non le era mai capitato fino ad allora.

-Che entri l'imputata, la signorina Jane Jackson.-
Qualcuno chiamò il suo nome.
Le grandi porte dell'entrata furono aperte, tutti i presenti si alzarono in piedi. A passi lenti si diresse al centro del tribunale, e osservò la sua famiglia delusa, in silenzio. Suo padre non lo aveva mai conosciuto, la sua unica famiglia erano sua madre e suo fratello, ma quel giorno aveva perso anche loro.

-La prego, ci racconti com'è andata.- 
Prese parola un uomo con una folta barba, il giudice.

-Vede giudice, non frequentavo bella gente in quel periodo.-
Iniziò il suo racconto sotto gli occhi di tutti i presenti.
Non le andava di raccontare la sua storia a tutti quegli sconosciuti, ma non aveva  scelta.
Ormai ci era finita dentro.

-Era gente più grande di me, io avevo solo 15 anni e loro si prendevano cura di me. O almeno era quello che pensavo.-
Incrociò i suoi occhi, la guardavano con repulsione.
Ma i suoi, erano ancora pieni di amore.

-Iniziarono a spacciare poco dopo che io entrai nel loro gruppo. Erano i miei unici amici...-

-Ma tu avevi me!- qualcuno gridò, era stato lui.
Le faceva male la sua presenza. Ma purtroppo aveva trascinato anche lui in questa storia.

-Iniziai a spacciare insieme a loro.- si fermò. Osservò le facce dei presenti: paura, indifferenza, sorpresa, curiosità.

-Un giorno il più grande portò della roba nuova. Nessuno l'aveva mai provata prima, ma avevamo capito tutti che era roba davvero pesante. Nessuno sapeva se ne saremmo usciti vivi.-
Sentì un rumore. Il rumore dei tacchi di sua madre, che usciva dal tribunale piangendo.

-La prendemmo tutti. Sono tutti morti. Solo io e un altro ragazzo siamo ancora vivi, perché ne prendemmo una quantità davvero piccola rispetto agli altri che esagerarono.-

-Adesso arriva la parte divertente.- sentenziò divertito l'avvocato del suo ex ragazzo, Sam.
-La prego, vada avanti.- la invitò il giudice.

-Andai a casa di Sam, stavo davvero male a causa di quelle sostanze, e ne avevo portato una certa quantità con me. Erano nella mia borsa.-
Incrociò di nuovo i suoi occhi delusi, sembrava che la stessero fulminando.

-Sam dormiva.- ed è qui che la prima lacrima le rigò il viso.
-A quel tempo doveva prendere delle vitamine. Così presi il suo bicchiere e ci buttai dentro tutte le sostanze presenti nella mia borsa. Il giorno dopo Sam bevve tutto ciò che c'era nel bicchiere.-
Quattro, cinque lacrime.

-Dimentichi la parte in cui Sam va all'ospedale e rischia di morire.- ribattè il suo avvocato. La voce le fu spezzata dai singhiozzi mentre provò a dire 'mi dispiace'.

Passarono dei minuti, il racconto era finito, il giudice stava prendendo una decisione. Ma lei già sapeva cosa le sarebbe sucesso.

-Il giudice dichiara l'imputata  colpevole, reclusa in riformatorio a tempo indeterminato.-
Il martello che battè sul tavolo, fú l'ultimo suono che ella riuscì a sentire.

Quello, fu l'inizio di tutto.

***

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