Heavy as a feather

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Finite le lezioni Jane si precipitò dai suoi amici, quello precedente non era stato un bel periodo per loro ma adesso sentiva davvero il bisogno di tornare come prima.

-Ally hai visto Jack?- la voce della ragazza diffondeva preoccupazione a chiunque.

-Che succede?-

-È andato in punizione, il direttore l'ha portato via.- A Jane gli morirono le parole in gola, non capiva perché proprio quella volta si sentiva così in ansia. Quel ragazzo andava sempre in punizione, ma quella volta qualcosa stava cambiando.
Ally annuì capendo la situazione e insieme andarono a chiamare gli altri.
Zac e Maddie le raggiunsero subito, mentre Dylan era impegnato in qualche lavoro socialmente utile.

-Cosa è successo Jane?- Zac chiese guardandole interrogativo, ma capiva che qualcosa non andava.

-Ho un brutto presentimento, stanno facendo qualcosa a Jack- Jane era assolutamente sicura di quelle parole, così tutti e quattro si recarono furtivamente verso l'ufficio del diavolo.

-Fate piano dannazione!- disse Maddie in un sussurro.
Si trovavano molto vicino a quel posto che tanto odiavano, e Jane capì subito che le sue preoccupazioni erano fondate. Dallo spioncino riuscì a vedere chiaramente la scena: Jack era in ginocchio con le mani legate e a petto nudo. Aveva dei segni viola su tutta la schiena e ogni tanto si sentiva il rumore di una cintura e un lamento strozzato. A Jane si appannò la vista.

-Ragazzi vi prego, dobbiamo fare qualcosa!- Jane scosse la testa parlando il più piano possible, ma quando le lacrime dominarono il suo viso, restare in silenzio fu impossibile.

-Non possiamo fare niente Jane, lo sai, mi dispiace tanto.- Disse Zac per poi tapparle la bocca con una mano.
E così resto a guardare la scena da un piccolo buco, la mano di Zac gli impediva di fare rumore ma le lacrime che stava versando parlavano da sole.
Il rumore lo aveva dentro. Non riusciva a mettere a fuoco ma sapeva ciò che stava succedendo. E non potevano fare niente. Perché non potevano?
Ally, Maddie e Zac riuscirono a trascinare la ragazza lontano da lì, si chiuse nella sua stanza e ci rimase per circa un'ora. Fu in quel momento che realizzò di sentirsi "pesante come una piuma" , perché la forza che aveva dentro era tanta, era pesante. Ma ciò che aveva all'esterno, era troppo fragile, come una piuma.

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