We've got tonight

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Da quel giorno le cose cambiarono.
Il direttore si costituì alla polizia, pagò le famiglie dei ragazzi che aveva picchiato e violentato e si assicurò che Jack fosse mandato nel carcere migliore del paese, per quanto potesse fare la differenza. Arrivò un nuovo direttore nel riformatorio, sembrava un uomo calmo e gentile, ma giusto per essere a capo di un branco di 'delinquenti'. Era il 17 settembre, il giorno dopo Jack avrebbe compiuto diciotto anni e sarebbe stato trasferito in un carcere. Le cose per lui sarebbero cambiate ma avrebbe avuto sempre Jane al suo fianco. Negli ultimi giorni al riformatorio passò molto tempo con la sua ragazza e con i suoi amici.
Quel diciassette settembre, cinque ragazzi si ritrovavano a mensa per l'ultima volta, attorno ad un tavolo che li aveva visti cambiare.

-Non vi dirò mai addio ragazzi, un giorno ritorneremo ad essere una famiglia. Qualcuno avrà dei bambini e ripenseremo a questi anni con un sorriso amaro sul viso.-
Jack guardò Jane e le sorrise per darle forza.

-Mi mancherai Jack.-
Zac fece finta di asciugarsi una lacrima e Maddie gli diede una spinta.

-A me non mancheranno le paranoie che Jane si faceva a causa tua.-
Disse Ally facendo ridere tutti.

-Non vi siete lasciati sconfiggere...Jack, voi avete vinto.- Maddie sorrise e lui ricambiò.

-Certo che abbiamo vinto.-

Nel pomeriggio Jack andò al bagno, dove incontrò Maddie che stava pulendo i bagni. Lei lo salutò con un sorriso forzato e lui assottigliò le labbra. Si sentiva continuamente in debito con lei.

-Maddie mi dispiace così tanto per tua sorella, so che non potrai mai perdonarmi, ma auguro a te e alla tua famiglia il meglio, davvero.-
Maddie lo guardò, lei era stanca di odiare. L'aveva fatto così a lungo che quel sentimento l'aveva consumata.
Non lo avrebbe mai perdonato, perché la piccola Maddie sapeva che il perdono non era mai del tutto sincero. Avrebbe solo provato ad accettare la cosa.

-Jack, ho intenzione di smettere di odiarti così tanto, davvero.-
Sorrise Maddie.

-Tregua?-
Maddie gli porse la mano e lui sorrise stringendola.

-E quindi domani te ne vai... Jane è a pezzi.- disse Maddie guardandolo.
Jack fece un piccolo sorriso e poi sospirò.

-Io...avrei voluto preparare qualcosa di speciale per lei prima di doverla salutare.-
Abbassò il capo come fosse qualcosa da non poter dire ad alta voce.

-Avrei voluto scrivere una canzone o una lettera d'amore, ma io non sono quel tipo di persona Maddie. Non potrei scrivere qualcosa sull'amore perché non so esattamente cosa sia. So solo che quando vedo Jane sono felice. Ho sempre il bisogno di doverla proteggere anche quando non c'è pericolo. Mi piacerebbe stare con lei per ore, a volte è così interessante ciò che ha da dire. Odio vederla stare male, odio sapere che ha paura di questo posto, e odio sapere che a volte ha anche paura di me. Perché io non le farei mai del male. Ma soprattutto, odio vederla con altre persone. Sono un fottuto egoista ma la vorrei solo per me. È così bella e non si sforza nemmeno per esserlo. Adoro il modo in cui abbassa la sguardo quando mente, e quando è in imbarazzo si morde il labbro... cosa che mi fa impazzire, o quando si tocca l'orecchio perché non sa cosa fare.- Jack ridacchiò e Maddie a tratti sorrideva per quanto era cambiato quel ragazzo.

-La odio così tanto perché mi fa provare cose strane... tipo adesso, mentre ti parlo ho l'immagine di lei nella mia mente.
Perché Maddie? Cosa significa?-

La ragazza rimase senza parole.
Ne aveva visti di occhi brillare ma mai come quelli di Jack in quel momento.
Sospirò e sorrise.

-Jack, è questo l'amore.-

Quando Jack l'aveva conosciuta aveva già capito che si sarebbe innamorato di lei. Aveva visto un luccichio nei suoi occhi quando avevano parlato la prima volta, l'aveva guardata come se fosse qualcosa che aspettava da tantissimo tempo e che finalmente era lì. Non si era innamorato all'istante, ma dentro di lui sapeva già che sarebbe successo. Jane aveva l'aria di qualcosa di proibito che Jack non vedeva l'ora di provare. Era inevitabile, sapeva che gli avrebbe scombussolato la mente, il cuore e poi la vita intera... e infondo l'aveva già fatto, Jack sapeva che tutto era cambiato già dall'istante in cui l'aveva guardata negli occhi.

La sera Jane e Jack si ritrovavano nella stanza del ragazzo, per passare un'ultima notte insieme.
Erano a letto, Jack guardava il soffitto con una mano sotto la testa, con l'altra mano abbracciava Jane che si accoccolò sul suo petto. La ragazza era pensierosa e azzardò a fare una domanda.

-Posso sapere perché l'hai fatto?
Il motivo non è solo il fatto che avevi bisogno di soldi, vero?-
Jack la guardò senza capire in un primo momento, poi purtroppo capì.
Ma avrebbe voluto non capire. Avrebbe voluto fare finta che quella storia non esistesse, o che perlomeno, non appartenesse a lui.
Il ragazzo la guardò rammaricato perché lei aveva capito tutto. Jack abbassò il capo per guardarla, prima di iniziare a raccontare la sua storia.

-Sono cresciuto nel south side di Chicago, quindi puoi già immaginare la situazione. Ai miei genitori non è mai importato nulla di me, quando avevo otto anni sono partiti per Parigi e mi hanno lasciato a casa da solo per un mese, avvisandomi con un biglietto lasciato sul frigo.-
Scosse il capo ridendo amaramente.

-Durante l'adolescenza i miei non andavano più d'accordo, ho visto per anni mio padre picchiare mia madre e lei se ne stava zitta a fare finta di niente. Un giorno ho provato ad intervenire e mio padre mi ha guardato e mi ha detto: "sei nato per errore."-
Jane aveva gli occhi lucidi ma cercò di nasconderli.

-A quattordici anni sono andato da solo da uno psicologo, ci sono stato per circa un anno ed era diventato importante per me parlare con lui. Ma un giorno i miei lo hanno scoperto, e senza motivo si sono arrabbiati, mi hanno picchiato e mi hanno chiuso a chiave nella mia stanza. In quel periodo poi conobbi i ragazzi che mi hanno introdotto nel mondo dello spaccio, da cui mi sono separato dopo un anno e poi... Il resto lo sai.-
Jane gli strinse la mano mentre delle lacrime minacciavano di uscire dagli occhi. Jack fissava il vuoto, come se fossero gli unici occhi che non potessero giudicarlo.

-Non è una giustificazione lo so, e sto pagando per quello che ho fatto. Voglio cambiare Jane, voglio diventare una persona nuova. Non voglio che quando la gente mi guardi pensi solo a quello che ho fatto, voglio essere ricordato per cose migliori.-
Jane gli prese il viso tra le mani e lo bacio.

-Io ti ricorderò come il ragazzo che mi ha cambiato la vita.-
Jack sorrise sulle sue labbra e si voltò per baciarle il collo. Infine sussurrò al suo orecchio: -Ascolta, non importa come andrà finire, noi abbiamo ancora questa notte, godiamocela.-

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