Quel martedì era un giorno come tanti, erano passate alcune settimane dalla 'tentata fuga', e la storia tra Jane e Dylan sembrava andare bene. Non erano cambiate le cose, soprattutto le urla che di tanto in tanto peggioravano.
I ragazzi si trovavano a lezione di scienze, la professoressa era un tipo abbastanza particolare e gli alunni sapevano che era meglio restare in silenzio con lei. Ma la cosa non valeva per Jack. Aveva ripreso la brutta abitudine di non indossare la divisa e arrivare tardi ogni giorno. Tra note e richiami nessuno riusciva a calmare quel ragazzo. Era diventato anche solitario in quell'ultimo periodo, a mensa non si sedeva più con i suoi amici e nessuno aveva fatto nulla per farlo tornare.
Piano piano, i rapporti che avevano con quel ragazzo si stavano slacciando, diventando sempre di più dei veri e propri sconosciuti.-Johnson, di nuovo in ritardo.-
La voce stridula della prof arrivò alle orecchie del ragazzo che alzò le spalle.-Anche dormire è un reato? Non lo sapevo.- ci fu una piccola risatina in classe, ma Jane lo guardava attentamente. Voleva ricordare ogni gesto di quel ragazzo dai capelli biondi che la faceva impazzire.
-Lei ha dei doveri ragazzo, non può fare quel che gli pare!- iniziò ad alterarsi e non era un buon segno.
-Il mio dovere in questo momento è scontare degli anni in riformatorio, ma ho 17 anni e la scuola non è più un mio problema.-
Jack era ancora sull'orlo della porta, era appoggiato al muro e guardava la professoressa con aria di sfida.-Adesso basta io chiamo il direttore!-
La donna uscì dall'aula infuriata, mentre Jack si andò a sedere.
Jane aveva visto Jack andare in punizione dal preside così tante volte, ma non era mai tranquilla. Spesso iniziava a tremare al pensiero che uno dei suoi amici fosse in una stanza con quell'uomo. Lei sapeva che ognuno in quel edificio rischiava grosso ogni giorno. Gli lanciò uno sguardo impaurito che lui ricambiò con quei occhi gelidi. Occhi chiari anima scura.-Eccolo signor direttore, è proprio lì.-
La professoressa tornò seguita dall'uomo che aveva un sorrisetto compiaciuto sul viso.
Jack si alzò e lo seguì senza nessuna emozione sul volto.-Adesso ci penso io, grazie e buona giornata.- disse il direttore per poi chiudere la porta.
"Adesso ci penso io" che cosa sarebbe successo ancora?
Ormai lì dentro potevi aspettarti di tutto, quel posto era la prova che tutto può sempre accadere.
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What about us
Short StoryTempo prima, Jane Jackson era una ragazzina paragonabile al fiore più bello di un giardino, la cosa più pura e pulita che un essere umano potesse vedere. Ma tempo dopo, quel fiore è appassito: uno stupido errore l'ha condotta in una situazione diff...