You're mad

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Quella sera, Jane aveva raccontato a Ally del suo piacevole incontro in bagno.

-Quel ragazzo è un vero matto.-
Rise Jane.

-Chi non lo è?-
Disse Ally guardandola.

-Comunque, non ti conviene avvicinarti tanto a lui.-

-Perché?- chiese Jane.

-Non so molto su di lui ma ho sentito brutte voci sul suo conto. Come il motivo per cui è qui dentro... dicono che abbia fatto una cosa orribile.-

Jane scosse il capo.
-Non mi sono mai fidata delle voci di corridoio.-

-andate a dormire!- tuonò una voce da fuori la porta.
Le ragazze risero e poi si misero a dormire.

Il giorno dopo Jane era stranamente felice. Jack l'avrebbe salutata? A volte si dimenticava di essere in riformatorio, ma cosa poteva farci? Scesero in mensa per fare colazione e subito si accorse di lui. Jack era intento a mangiare un toast, e come sempre non indossava la divisa. Jane sorrise, amava il suo lato ribelle.
Lui alzò lo sguardo e la vide, gli fece un cenno col capo che lei ricambiò, ma nulla di più.
Quel giorno, a lezione di matematica c'era una strana tensione. Il professore di matematica era il più severo, con lui non doveva volare una mosca e guai a chi non obbediva ai suoi ordini. Non era la prima volta infatti, che Jack aveva problemi con quell'uomo. Ma era impossibile evitarlo, Jack arrivava sempre in ritardo e senza divisa, e mentre gli altri professori non ci facevano più caso, a quello di matematica dava un grande fastidio.
E quel giorno, era forse più irritabile degli altri e Jack era già nei guai fino al collo. Quando iniziò a far volare areoplanini di carta per la classe, Jane capì che era la fine.

-Johnson, mi può spiegare cosa diamine sta facendo?- il professore strizzò un occhio.
Nell'aula calò il silenzio e tutti si girarono a fissare Jack. Era quasi divertente assistere ogni giorno alle ramanzine di quel ragazzo, perché  lui sembrava fregarsene altamente di tutto ciò che lo circondava.

-Se non le dispiace, sto cercando di far volare questo areo fino al cestino- disse tranquillamente, indicando col capo il cestino infondo all'aula.

-Tu, sei solo un povero piccolo pazzo. E ora fuori dalla mia classe!- tuonò l'uomo, indicando la porta con un dito.

Jack alzò lentamente lo sguardo verso l'uomo e sorrise con un ghigno sulla faccia. Quel ragazzo faceva impazzire tutti. Si alzò con l'areoplanino ancora tra le mani, e quando arrivò davanti al cestino lo buttò al suo interno.

-Ci si vede- disse con un saluto militare, e poi sparì dietro la porta.

Una cosa era certa: quel ragazzo amava stare al centro dell'attenzione. Jane aveva osservato tutta la scena e ora quel ragazzo, la incuriosiva più di prima. Era pazzo.

La lezione proseguì tranquillamente, come se nulla fosse successo prima, le persone in quel posto erano così abituate all'atteggiamento di Jack.

Quel ragazzo era come la luna;
parte di lui, era sempre nascosta.

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