Quando la sera Ally tornò in camera, Jane non perse tempo per raccontargli tutto ciò che aveva visto. Si sentiva un po' egoista, ma aveva bisogno di condividere il suo dolore e la sua paura con qualcuno. Ally sbiancò e all'inizio non ci credeva, come darle torto.
Chi poteva mai credere ad una cosa così orribile? E invece era tutto vero. Ally pianse per un po' e quando si calmò chiese a Jane tutto ciò che sapeva. Passarono la notte a pregare, per loro e per tutte le ragazze del riformatorio.
Ma Jane sapeva che pregare ed affidarsi a Dio, era inutile in quel momento. Erano tutti fottutamente soli nel buio più totale, nessuno li avrebbe aiutati e nessuno si sarebbe salvato.
Le ragazze cercarono di non pensarci -anche se senza risultati-, e iniziarono a parlare del loro futuro. Jane confessò che avrebbe voluto un figlio un giorno, e se fosse stato maschio, lo avrebbe chiamato Josh. Ally sorrise a quella sua confessione.-Vedrai, un giorno avrai un figlio di nome Josh.-
La mattina dopo a mensa, Ally e Jane sembravano quasi stupide...Si spaventavano per qualsiasi mossa improvvisa e ad ogni parola del direttore sussultavano. Chi sapeva, le capiva. Chi non sapeva, era semplicemente perso. Jane pensava che tutti dovevano sapere ciò che succedeva lì dentro, loro erano più forti di quel direttore! Erano molti di più e potevano creare un esercito. Ma come diffondere la notizia senza andare nei guai? Non potevano dirlo a tutti, la voce poteva ricadere nelle mani sbagliate. Jane però sapeva cosa doveva fare, non sarebbe rimasta con le mani in mano come aveva fatto Jack. Lei non sarebbe stata a guardare mentre il direttore faceva del male a delle anime innocenti. Avrebbe lottato, insieme ai suoi amici, e sarebbe riuscita a fermare il terrore e la paura che regnavano in quel posto. Sembrava quasi che tutti indossasero delle maschere...loro sapevano, ma facevano finta di non sapere, perché a volte è meglio essere ignari di certe cose.
Quel giorno, Jack controllò Jane tutto il tempo, quasi per assicurarsi che stesse bene. E quando vedeva che i suoi occhi diventano un po' lucidi, lui le sorrideva per farle forza.
Per Jack...lei era il bianco.
Candida e pura come la neve.
Come aveva fatto a finire in un posto del genere? Se lo chiedeva anche lui. Jack invece era il nero. Misterioso e oscuro come l'autunno, che porta agonia nelle nostre anime.
Nulla aveva senso, ma una cosa la sapeva: c'è sempre un pò di nero nel bianco, e sempre un pò di bianco nel nero. Loro si completavano. Perché il nero e il bianco si uniscono sempre.
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What about us
Short StoryTempo prima, Jane Jackson era una ragazzina paragonabile al fiore più bello di un giardino, la cosa più pura e pulita che un essere umano potesse vedere. Ma tempo dopo, quel fiore è appassito: uno stupido errore l'ha condotta in una situazione diff...