Past hurts

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Jane quella notte aveva preso tra le mani tutto il coraggio che possedeva nel suo corpo minuto. Aveva corso, aveva corso tantissimo. Non si era fermata un attimo, ed era arrivata in tempo. Era arrivata poco prima che accadesse una tragedia. Solo lì Jane si rese conto dell'importanza che il tempo ha nelle nostre vite.

-Ti daremo il filmato ma non fargli del male.-
Aveva gli occhi un po' lucidi e il direttore la guardò con gli occhi sgranati.

-Lei che ci fa qui?-
Sussurrò l'uomo e due uomini avanzarono verso di lei.

-Non toccatela! Non fate un altro passo!-
Il direttore urlò spostando lo sguardo verso la ragazza.
Tutti si guardarono confusi.

-Non vi ho mai detto di prendere anche Jane, dovevate prendere solo lui!-
L'uomo indicò Jack e dal tono di voce pareva parecchio arrabbiato.
I suoi uomini iniziarono ad agitarsi.

-Dylan ci ha detto di prendere anche lei.-  Si giustificò una guardia.
Dylan sgranò gli occhi, il direttore si voltò verso il ragazzo, prese una pistola dalla tasca e sparò un colpo dritto e secco. Jane sussultò dinanzi quella vista e si coprì la bocca con le mani.
Lì iniziò ad avere paura. Il direttore sparò anche agli altri uomini che lavoravano per lui e restarono soltanto in tre in quella vecchia cantina. Jane lo guardava come se fosse un mostro e si avvicinò a Jack per slegarlo.

-Cosa sta facendo? Cosa vuole da me?-
Chiese Jane preoccupata.

-Ascoltatemi, voi dovete ascoltarmi. Non vi farò del male ma, per favore, restate. Devo raccontarti una cosa importante.-
L'uomo guardò Jane negli occhi e la confusione raggiunse entrambi i due ragazzi. Jane slegò Jack e lo abbracciò immediatamente. Lui la strinse forte e le baciò i capelli. Dopo si staccò e la prese per mano, si voltarono timorosi verso quell'uomo che in quel momento sembrava calmo. Quell'uomo che era leggermente sporco di sangue e che era circondato dai cadaveri delle sue vittime - più o meno- innocenti.

-Parla.-
Disse serio Jack.
Il direttore abbassò lo sguardo.

-Il mio nome è Patrick Jackson.
E sono tuo padre.-
Jane incontrò i suoi occhi e per un attimo la sua vita sembrò avere un senso. Ma poi, perse i sensi e svenì tra le braccia del suo compagno di (dis)avventure.

Jane riprese coscienza poco dopo, trovandosi sul pavimento, tra le braccia di Jack. Accanto a loro c'era quell'uomo che ora diceva di essere suo padre, che aveva picchiato tanti ragazzi, che aveva violentato tante ragazze, che aveva ucciso delle persone, e quell'uomo era suo padre. Riaprì gli occhi lentamente e lo guardò.

-Non è possibile.-
L'uomo scosse il capo.

-Mi dispiace dirtelo, ma è la verità.
Tua madre mi ha lasciato quando ho iniziato ad avere degli atteggiamenti... strani.-
Jane si mise a sedere e lo guardò con disprezzo.

-Sei un assassino ecco cosa sei, non riesco a credere di avere lo stesso sangue di una persona che mi fa così schifo.-
La ragazza sputò acida e Jack le strinse la mano.

-Perché mia madre mi avrebbe spedito qui da te?- chiese.

-Non sapeva che fossi io il direttore, e credo non lo sappia nemmeno ora. Jane tua madre ci ha chiamato soltanto una volta per iscriverti, ma non ha chiesto nessuna informazione sul resto. Non le importava più nulla di te ed è questo che ti ha portata da me.-
A Jane le si spezzò il cuore di nuovo, non aveva mai sentito il bisogno di una famiglia come in quel momento.

-Perché fai tutto questo?-
Jane chiese con le lacrime agli occhi e l'uomo sospirò.

-Io ho dei problemi Jane, non sono del tutto sano di mente, la mente mi gioca brutti scherzi ed è come se solo il piacere, il divertimento e veder soffrire gli altri, contassero per me. Comunque ho una certa posizione nello stato, quindi nessuno mi ha mai denunciato e sono riuscito ad affiancarmi anche le guardie.-

-Che non eri sano di mente lo avevo già capito.-
Sputò Jack e l'uomo lo guardò male.

-Ragazzino se non ti ho ucciso è perché non voglio ferire mia figlia, vedi di chiudere la bocca.-
Jane scosse il capo mentre una lacrima le rigava il viso.

-Non sono tua figlia, non potrò mai esserlo. Ma c'è una cosa che potresti fare per me, qualcosa che mi aiuterebbe ad odiarti un po' di meno.- la ragazza singhiozzò per poi riprendere a parlare.

-Voglio che tu mandi dei soldi alle famiglie di tutti i ragazzi e le ragazze che hai torturato. Voglio che ti assicuri che quando Jack verrà trasferito nel carcere migliore del paese. E voglio che ti consegni alla polizia.-
L'uomo sgranò di poco gli occhi e poi annuì abbassando il capo.

-Non si può tornare indietro Jane, il passato fa male per questo. Ci dà la sensazione di essere impotenti. Compi un errore e da lì la tua vita è segnata, perché non potrai mai tornare indietro nel tempo e impedire quell'errore. Ma questo dovrebbe insegnarci qualcosa, no? Puoi sbagliare una volta, ma non due. So che non mi perdonerai mai e che non mi vedrai mai come tuo padre, ma io volevo dirti che tu sarai sempre mia figlia e che sei l'unica cosa pura e pulita che fa parte della mia vita. Farò quel che mi hai chiesto Jane, e spero che tu sia felice d'ora in poi.-

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