La mattina dopo le guardie li fecero uscire. Si recarono nelle loro stanze senza dire una parola, e si prepararono per affrontare una normale lezione scolastica.
-Allora ragazzi, oggi parleremo della filosofia di Anassagora. Omnia et ubique, tutto è in tutto.-
Jane amava la filosofia, le piaceva conoscere i pensieri e le teorie di ogni filosofo, la aiutavano a riflettere sul senso della vita.-Anassagora si rese conto che la complessità del mondo in cui viviamo non può essere spiegata ricorrendo a un solo principio. Per esempio un seme di oro, è fatto prevalentemente di oro. Ma in realtà è composto in piccola parte, anche da tutti gli altri materiali che esistono al mondo. Per questo nasce la teoria del "tutto è in ogni cosa".-
Sorrise la professoressa.
Qualcuno bussò alla porta, rivelando una guardia.-Jane Jackson è richiesta nell'ufficio del direttore.-
Panico. Jane sgranò gli occhi all'istante e i suoi amici si voltarono verso di lei.
Non aveva mai avuto così paura ma nonostante ciò, si alzò e seguì la guardia fuori dall'aula. Farsi paranoie alimentava solo l'ansia. Sarebbe entrata in quell'ufficio e sarebbe uscita tutta intera. Doveva essere così.-Buongiorno signor direttore.-
Disse Jane entrando nell'ufficio.
Era tesissima e a malapena riusciva a respirare, ma fece finta di nulla.-Buongiorno signorina Jackson, l'ho chiamata per dirle che ho ricevuto una telefonata dal giudice. Mi ha riferito che hanno stabilito la sua pena, ovvero un anno. Quindi essendo già passati due mesi, tra dieci mesi sarà libera ragazzina. Congratulazioni.-
Sorrise l'uomo.
Jane era abbastanza confusa, il direttore in quel momento non le sembrava così cattivo. Era normale e gli aveva dato una bella notizia con molta calma.
Osservò il suo ufficio, non avrebbe mai detto che appartenesse a una persona cattiva.
Osservò la sua scrivania, gli vennero i brividi quando immaginò i loro corpi su quel tavolo. La ragazza puntò lo sguardo sulla targhetta con su scritto il nome del direttore, ma essa era capovolta e il nome non si riusciva a leggere.-La ringrazio signor direttore.-
sorrise forzatamente e si alzò.-Aspetta, Jane.-
Il corpo di Jane si irrigidì all'istante.
Girò il capo verso di lui mentre aspettava che continuasse a parlare.-Volevo solo chiederti se ti stai trovando bene qui.-
Il direttore sembrava quasi in imbarazzo a chiedere queste cose, e Jane cercava di trovare il senso.
Lui era il direttore, un uomo che faceva paura a tutti. E in quel momento sembrava un ragazzino al primo appuntamento.
Jane annuì con un cenno del capo imbarazzato, per poi uscire in fretta.
Uscì dal corridoio con una faccia confusa e si scontrò con qualcuno.-Ehi-
Jack la bloccò e sorrise.-Stai bene?- disse guardandola in viso. -Stavo venendo a prenderti per vedere se fosse tutto apposto.-
Jane sorrise.
-Tutto bene, doveva solo dirmi una cosa.-
-Okay.- anche Jack era confuso ma non fece domande invadenti, l'importante era che lei stesse bene.
STAI LEGGENDO
What about us
Short StoryTempo prima, Jane Jackson era una ragazzina paragonabile al fiore più bello di un giardino, la cosa più pura e pulita che un essere umano potesse vedere. Ma tempo dopo, quel fiore è appassito: uno stupido errore l'ha condotta in una situazione diff...