VI (Presente)

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Sicilia, Capaci, 1980

Grazia in serata tornò a Capaci.
Era mezzanotte inoltrata, entrò nella sua casa e vide la tavola apparecchiata e dei piatti coperti.

"Grazia è passata la mezzanotte. Ero preoccupato"

"Oh,che spavento Padre"

Salvatore si avvicino a lei e la baciò.
Un bacio che di casto non aveva proprio nulla.

"Mi sei mancata piccolina"

"Anche tu"

Grazia si tolse quelle infernali scarpe che per tutto il giorno non avevano fatto altro che farle male ai piedi e si sedette a tavola dove cenò insieme a Salvatore.

"Hai aspettato me per cenare?"

"Di certo non cambierò le nostre abitudini per i tuoi orari di lavoro. Raccontami un po' di oggi"

Grazia raccontò della sua giornata e del lavoro che aveva svolto quel giorno.
Inoltre gli raccontò dell'incontro con Massimo Lamberti.

"Ho conosciuto il giudice Massimo Lamberti"

"Ah"

"Sai mi guardava in maniera strana, poi mi ha chiesto se ci eravamo già incontrati"

Salvatore strinse le mani intorno al suo bicchiere di vino e in unico sorso lo bevve.

"Sarà stato colpito dalla tua bellezza"

"No c'era qualcosa di strano nel suo sguardo, mi guardava in maniera strana, non so, mi sono sentita in imbarazzo"

"Lasciamo perdere i Lamberti ora, vieni con me"

Grazia e Salvatore andarono  verso la camera da letto e lei si spogliò.
Grazia non si era mai sentita a disagio nel farsi vedere nuda da un uomo più grande di lei e anche prete.
A lei non importava, Salvatore per lei era un uomo normale, il migliore che potesse desiderare.
Era il suo uomo, non le importava di vivere la loro relazione di nascosto.
Lui era suo e non aveva intenzione di abbandonarlo.
Si distese sul letto a pancia in giù, Salvatore prese una boccetta di olio per il corpo e verso delle gocce sulle spalle di Grazia e altre gocce sulle sue mani.
Appoggio le mani sulle spalle,liberando Grazia dalla tensione della giornata vissuta.
Dalle spalle passò alle scapole fino ad arrivare al sedere che massaggiò delicatamente e dove Grazia provó un brivido di piacere.

"Sai se ti scomunicano hai un ottimo futuro come massaggiatore"

Salvatore scoppiò a ridere e le lasciò dei teneri baci tra le scapole.

"Chiudi gli occhi e rilassati"

"Niente sesso?"

"Niente sesso, ora chiudi gli occhi e spegni la mente"

Grazia lo ascoltò e chiuse gli occhi.
Dopo mezz'ora si era addormentata sotto il tocco sue delle mani.
Salvatore sorrise e restò a contemplare Grazia per un tempo infinito poi passò lentamente  una spugna umida sul suo corpo per eliminare i resti dell'olio.
Le rimboccò le coperte,lasciandole un dolce bacio sulle labbra e annusando il suo odore.
Grazia sapeva di casa e di tutto, quella bambina oramai donna era riuscita a restituirli la felicità.
Una felicità che ormai credeva persa.
Grazia era il suo fiore, un fiore che non avrebbe mai perso i petali e che lui avrebbe sempre difeso.

La mattina seguente Grazia si svegliò e sul cuscino trovò una rosa rossa e un bigliettino.
Sapeva bene chi le aveva lasciato la rosa .
Aprì il bigliettino e sorrise ancor prima di leggere.
"Buon lavoro angelo mio, ci vediamo questa sera. Per sempre tuo."

Annusò la rosa e la mise in un bicchiere d'acqua, invece il bigliettino lo bruciò con un fiammifero.
Andò in bagno e si preparò.
Oggi per la prima volta sarebbe andata in tribunale ed avrebbe assistito ad un processo di cui Lucia Lamberti era avvocato difensore.
Decise di indossare un semplice tubino nero a maniche lunghe e delle décolleté, legò i capelli in una coda di cavallo e si truccò leggermente.
Si ammirò allo specchio e sorrise compiaciuta, si piaceva e sapeva di essere una bella ragazza e di attirare su di lei gli sguardi di molti.
Ma non dava adito a quelle persone e alle loro parole, lei aveva un uomo e non aveva bisogno di nessun altro.
Prima di partire per Palermo decise di passare dalla chiesa.
Entrò in chiesa e trovò Salvatore impegnato a recitare il rosario con delle anziane signore.
Sorrise e decise di non disturbare.
Salvatore si accorse di lei e le sorrise.
Grazia si toccò con la mano il punto dove c'era il suo cuore e lui fece ugualmente.
Era un semplice gesto ma loro due sapevano cosa significava.

Sicilia, Palermo, 1980

Grazia arrivò di fronte al tribunale di Palermo e trovò Lucia ad aspettarla con quello che presumeva essere il suo cliente.
Si salutarono ed entrarono in tribunale.
L'aula di un tribunale per Grazia era sempre stato un luogo magico, lei amava quel mondo era la sua passione più grande.
Una passione che non sapeva da cosa derivava, per la prima volta pensò ai suoi veri genitori e se questa passione gli era stata trasmessa da  loro.
Cacciò via dalla mente il loro pensiero e rivolse lo sguardo verso Lucia che interrogava la controparte.
Il giudice avrebbe deciso il verdetto oggi, era l'ultima udienza di una causa durata ben sei anni.
Si trattava di una bambina che aveva espresso la volontà di essere affidata al padre perché la mamma non badava a lei e cambiava uomo almeno una volta al mese. Proprio un compagno  del madre  aveva cercato di violentarla e la bambina era stata affidata ad una casa famiglia poiché il padre era stato dichiarato non idoneo all' affidamento a causa di un reato di rapina che risaliva alla sua gioventù.
Lucia anche se era un avvocato penale minorile aveva deciso di prendere questo caso, proprio perché l'uomo non poteva permettersi un avvocato e lei lo faceva volentieri gratis, voleva solo ridare il sorriso alla bambina.
Grazia ammirava Lucia difendere il suo cliente cercando di vincere la causa.
Si voltò verso la bambina che stringeva forte la mano del suo papà.
Era chiaro il suo desiderio di vivere con lui.
Grazia immaginò cosa significasse avere un padre e una madre, non aveva avuto figure del genere nella sua vita e si ritrovò a pensare come sarebbe stata la sua vita con la sua vera famiglia.
Persa nei suoi pensieri non si rese conto che Lucia era tornata al suo posto e che il giudice era uscito per decidere il verdetto.
Lucia osservò perplessa Grazia che sembrava persa in un mondo tutto suo e si chiese cosa stesse pensando.
Grazia si risvegliò dal suo momento di tranche solo quando rientrò il giudice e dichiarò che la bambina poteva tornare a vivere dal padre con controlli mensili da parte degli assistenti sociali.
Lucia come al solito aveva vinto la causa, era raro che ne perdeva una, sopratutto se i suoi clienti erano bambini accusati ingiustamente.
Uscirono dal tribunale e Lucia invitò Grazia a prendere un caffè insieme, ma lei rifiutò l'invitò e si infilò in auto dirigendosi verso un hotel, prendendo una camera.
Dopo aver ricevuto  la chiave della camera si rifugiò nella stanza e pianse.
Per la prima volta nella sua vita piangeva per i suoi genitori, una madre e un padre che lei non aveva mai conosciuto.
Si addormentò distrutta dalle lacrime.

Sicilia, Capaci, 1980

Erano le quattro del mattino e Grazia non era tornata a Capaci, inoltre non aveva nemmeno chiamato, Salvatore era in ansia, aveva paura.
Per la prima volta nella vita aveva paura di averla persa.
Nella sua mente si affollavano  i pensieri più strani, aveva paura di aver perso la sua piccolina.

Prese il telefono e chiamò suo fratello.

"Salvatore che succede?"

"Grazia non è tornata sono le quattro del mattino, ho paura che possa esserle successo qualcosa"

"Avete litigato o l'hai rimproverata per qualcosa? Ti ricordo che anche da bambina scappó"

"No Sergio nulla di tutto ciò"

"Allora aspettiamo fino a domani mattina se non torna andremo a Palermo, Lucia saprà sicuramente dov'è"

"D'accordo"

Salvatore quella notte non chiuse occhio, il suo pensiero era rivolto a Grazia.

Angolo autrice: in questo capitolo vediamo come Grazia forse per la prima volta pensa ai suoi genitori.
Spero che la storia vi stia piacendo, aspetto con ansia vostri commenti e pareri.
A presto bacioni

SEGRETO INCONFESSABILE { STORIA SOSPESA}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora