XVII ( Passato)

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Sicilia, Capaci, 1975

Erano passate due settimane dalla rivelazione di Grazia.
Era esattamente il giorno del suo compleanno.
2 ottobre.
Il regalo, il viaggio in America lo aveva ricevuto in anticipo, e sarebbe partita esattamente dieci giorni dopo il suo compleanno.

Suo zio si presentò alla sua porta con un bellissimo mazzo di fiori e la colazione.

"Auguri principessa vent'anni finalmente"

Lo ringraziò e fecero colazione.

"Allora cos'è questa faccina triste? Non ti è piaciuto il regalo?"

"Si grazie, sarà bello visitare New York".

"Grazia?

Scoppiò a piangere stretta a Sergio. "Ho litigato con Salvatore. Ora, sono certa che mi odia".

Sergio scoppiò a ridere e asciugò gli occhi della sua principessa, non gli aveva mai visti così tristi.

"Risolverete tutto. Poi questa sera festeggeremo il tuo compleanno e lui ci sarà".

"Oh zio".

"Dai vai a farti bella, oggi non vai in facoltà, andiamo a farci un giro insieme come ai vecchi tempi".

Grazia passò un pomeriggio spensierato, facendo anche shopping così come quando era bambina. Sergio era il suo punto di riferimento, non lo chiamava papà ma per lei era un padre.
Forse anche Salvatore fino alla sua adolescenza aveva svolto una figura di padre, ma dopo la sua adolescenza Grazia non lo aveva mai considerato come padre, per lei era semplicemente un uomo, un amico con cui confidarsi.
In serata si recò presso la casa di suo zio, dove trovò i suoi amici e alcuni amici di Sergio e c'era anche Salvatore.
La festa si svolse in allegria, al momento della torta e di spegnere le candele Grazia espresse un unico desiderio, e lo espresse guardando intensamente Salvatore negli occhi.
Chiuse gli occhi e soffiò le candele.
20 anni passati, 20 anni per cominciare una nuova vita.
Quella notte restò a dormire da Sergio e Salvatore andò via.
Grazia andò nella sua camera, che sin da piccola Sergio aveva destinato per lei nella sua casa, e sul letto trovò una scatola è un biglietto.

Prese il biglietto e lo aprì:
Auguri principessa,
spero che il regalo sia di tuo gradimento. Piccolina, scusa per lo schiaffo che ti ho dato due settimane fa, non era mia intenzione, ma non voglio più sentirti dire che per me non sei importante.
Sei la cosa più importante della mia vita Grazia.
Sei la persona che mi permette di alzarmi la mattina ed essere felice.
Hai riportato la luce nella mia vita 20 anni fa e non ti ringrazierò mai abbastanza.
Piccolina, devi però, pensare a me solo come un amico o come un padre, anche se so che non mi hai mai considerato tale, ma fra noi due purtroppo in questo mondo non potrà mai esserci nulla.
Sono un prete, Grazia questo non dimenticarlo mai.
Ti perdonerò sempre tutto, non potrei mai rifiutarti il mio perdono.
Ma se cedessi a te chi perdonerà me?
Grazia cancella in te quei sentimenti che fra noi due sono impossibili.
Cancella l'amore che provi per me.
Odiami pure se vuoi, accetterò le conseguenze.
Ma non posso farti vivere nel peccato.
Ti voglio bene principessa!
Buon compleanno.
Salvatore"

In preda alle lacrime Grazia strappò il bigliettino in mille pezzi, e cominciò ad urlare accasciandosi per terra.

Sergio spaventato si recò nella sua stanza e blocco per le braccia Grazia.

"Shhh andrà tutto bene"

Sergio vide il pacco sul letto e capì.
Quello era un regalo di Salvatore, aveva chiesto a lui di metterlo sul letto di Grazia insieme ad un biglietto. Ed ora quel biglietto era carta straccia ridotta in mille pezzi.
Sergio capì e ringraziò il signore per la scelta di Salvatore, perché sin da quella mattina aveva capito cosa aveva Grazia.
Mal di amore.
Aveva il cuore spezzato.
Se la sua intuizione era giusta aveva capito che Grazia si era innamorata di Salvatore ma a quanto pare lui aveva rifiutato.
Non sapeva quanto sarebbe durata quella tregua, ma in quel momento ringraziò suo fratello per non aver ceduto a Grazia. Lei non meritava la sofferenza che avrebbe portato vivere una relazione con un prete. Lei non meritava di soffrire.

Per i successivi dieci giorni Grazia non tornò nella sua casa, e non volle vedere Salvatore.
Restò a casa di Sergio e andava in facoltà a seguire le lezioni.
Il 12 ottobre partì per New York e promise a se stessa che al suo ritorno nessuno l'avrebbe riconosciuta ed avrebbe lottato per quello che voleva.
Aveva pensato molto in quei dieci giorni lontano da lui, ma non aveva raggiunto nessuna conclusione, se non quello che gli diceva sempre suo zio.

"Se vuoi qualcosa devi prendertela Grazia"

Lei, voleva lui, e ci sarebbe riuscita.
Il suo desiderio, era di avere lui nella sua vita, e durante il viaggio in aereo pregò.
Per la prima volta pregò per una cosa proibita.
Pregò di avere con lei Salvatore. Pregò di avere al suo fianco e nel suo letto il suo prete.


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