IV (Presente)

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Sicilia, Capaci, 1980

Quella mattina Grazia era nervosa.
Era il suo primo giorno di lavoro.
Le mani le tremavano e non faceva altro che pettinarsi i capelli.
Si lanciò sul letto e aprì le braccia toccando le morbide lenzuola con le mani.
Quante cose avevano visto quelle lenzuola, quanti peccati si erano consumati in quel letto.
Grazia abitava in una casa vicino alla chiesa del suo prete, una casa che aveva avuto in regalo ai suoi 18 anni da parte di suo zio Sergio.
Aveva vissuto l'infanzia con la perpetua di Don Salvatore,che lei considerava una nonna, ma in seguito ad una malattia la donna era morta e Grazia si era trasferita a casa dello zio Sergio.
Sergio non era sposato, e considerava Grazia una figlia. Per lui era una figlia.
Ma non immaginava quello che combinava la sua bambina.
Qualcuno le accarezzò una guancia, aprì gli occhi e vide Salvatore.

"Padre"

Suonava strana quella parola detta da lei,lui le aveva sempre detto di chiamarlo Salvatore ma per lei era diventata un abitudine chiamarlo padre.

"Cosa succede?"

Grazia con uno slancio si alzò dal letto e si infilò le scarpe.
"Nulla sono solo nervosa. Ho studiato da libri e libri ma in fin  dei conti io che ne so di questo lavoro? In quello studio c'è il meglio della Sicilia io sarò l'ultima arrivata e la meno esperta. Poi Lucia Lamberti mi ha comunicato che oggi ci sarà anche suo figlio, è un anno e mezzo più piccolo di me, ma si è laureato perché ha fatto la primina, ha anticipato di un anno la scuola. Perché non lo avete fatto fare anche a me  non ero abbastanza brava?"

"Grazia calmati ti stai facendo venire un attacco di panico. Ascoltami nessuno è come te, nessuno sarà mai come te. Il figlio dei Lamberti sarà anche bravo ma tu lo superi"

Grazia si gettò sulle sue spalle come un koala e gli baciò una guancia.

"Grazia dai non fare la bambina"

"Perfavore ho bisogno di scaricare la tensione"

Salvatore la gettò sul letto e la sovrappose con la sua figura.
Rispetto a Grazia, sembrava un gigante.
Avvicinò il viso al suo e la baciò.

"Tutto questo sai che è sbagliato piccolina?"

"Lo so ma a noi non importa. Non ci scoprirà mai nessuno"

"Su questo hai ragione. Ma ora basta tu devi arrivare a Palermo ed io devo andare in chiesa.
Sta attenta con l'auto"

"Non sono una bambina"

Le diede un buffetto sulla guancia
"Invece si, sei la mia bambina. Quando arrivi a Palermo chiamami. Sai che non puoi fare tutte le mattine la strada in auto?"

"Lo so forse prenderò un appartamento in affitto e tornerò qui per il weekend vedremo. Per il momento andrò in auto o in treno, non sono ancora pronta ad abbandonare Capaci"

"Se hai bisogno di soldi"

"No, zio Sergio mi ha aperto un conto in banca e so che ci sono soldi per vivere tre vite. Perfavore basta mi sento a disagio"

"Cosa dici piccolina?"

"Non sono vostra figlia io sono un'estranea per voi"

"Grazia cosa sono tutte queste paranoie questa mattina? Lucia Lamberti ancora parla della famiglia?"

"Lasciamo perdere"

"Grazia manda i miei saluti alla Lamberti, ma non le dire che sei mia nipote, ma che sei solo una parrocchiana"

"La conosci?"

"Siamo vecchi amici"

"Ah d'accordo. Ci vediamo questa sera"

Capaci distanziava 18 km da Palermo.
Grazia si infilò nella sua auto e partì.
Alle dieci Grazia arrivò difronte allo studio dell'avvocato Lamberti.
Entrò sicura di se e decisa a non farsi mettere i piedi in testa da nessuno.

SEGRETO INCONFESSABILE { STORIA SOSPESA}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora