Il dottor Jason guardò Berretto Verde che stava vicino al pulsante del dolore, e poi fece un cenno con il capo. Berretto Verde uscì in silenzio dalla stanza, lasciando il dottore e Berretto Cachi indietro. -Becca...- -Di fatto so che le avete torturate,- lo interruppi, la furia cresceva sempre di più.
Mi sorpresi che, con tutta la confusione che avevo nel cervello, fossi ancora capace di fare qualcosa di tanto normale come cambiarmi gli abiti: un paio di pantaloni da jogging ed una maglietta grigia di cotone.Vedere come i vestiti mi calzavano a pennello era inquietante,compreso la biancheria intima.Come se sapessero che stavo arrivando.Come se qualcuno avesse aperto il mio cassetto di biancheria intima e avesse indagato su quale taglia indossassi.Mi veniva da vomitare.
Invece di pensare a questo, che senza dubbio mi avrebbe condotta aduna crisi di rabbia e che di conseguenza mi avrebbero riempito il viso con il diamento e di acqua gelata un'altra volta, mi concentrai sulla mia cella. Oh,scusate. Il mio "appartamento" come lo aveva chiamato il dottor Jason.Aveva le dimensioni di una stanza d'hotel, approssimativamente una ventina di metri quadri. Un mosaico ricopriva il pavimento, sentivo freddo sotto i piedi scalzi. Non avevo idea di dove fossero le mie scarpe.C'era un letto a due piazze contro la parete, con in fianco un tavolino, un comò ed un televisore fissato alla parete ai piedi del letto. Sul soffitto c'erano i terribili punti neri del dolore, ma non c'erano spruzzatori d'acqua nella stanza.
E una porta all'altro lato del letto.Mi diressi verso di quella, poggiai la punta delle dita sulla maniglia e la aprii con cautela, aspettandomi che una rete fatta di diamento cadesse su di me.Non accadde.Dentro c'era una piccola stanza da bagno con un'altra porta sul fondo.Quella sì che era bloccata.Mi voltai e tornai nella camera da letto.Il viaggio verso la mia cella non fu turistico. Uscimmo direttamente dalla stanza del risveglio ed entrammo in un ascensore che si aprì poi in un corridoio in linea retta verso la cella dove sono ora. Non ebbil'opportunità di buttare uno sguardo per vedere quante altre celle come la mia c'erano.
Scommetto che ce n'erano molte.Senza sapere che ora fosse, e nemmeno se fosse notte o giorno, mi trascinai fino al letto e tirai giù il lenzuolo. Mi sedetti appoggiando la schiena contro la parete, tirando su le gambe contro il petto. Sollevai la coperta fino al mento, e restai seduta guardando la porta.Ero stanca, debole fino alle ossa. Sentivo gli occhi pesanti, ed il mio corpo mi doleva per lo sforzo che avevo fatto per stare in piedi, mal'idea di mettermi a dormire mi mandava in paranoia. E se qualcuno fosse entrato nella stanza mentre dormivo? Questo mi preoccupava. La porta era bloccata dall'esterno, il che significava che potevano entrare a loro piacimento. E se mi stuprano nel sonno?!Per evitare di addormentarmi, mi concentrai sulle mille domande che mi giravano nella testa.
Matt.Gli occhi si chiusero mentre sospiravo. Non provai nemmeno ad immaginarlo, il suo viso si ricostruì alla perfezione in un baleno.I suoi larghi zigomi, quelle labbra carnose e quasi sempre espressive, e quegli occhi, quei bellissimi occhi verdi che erano come due smeraldi puri, eccezionalmente brillanti. Sapevo che la mia memoria non gli avrebbe reso giustizia. Possedeva una bellezza mascolina che non avevo mai visto nella vita reale, solo nei libri che leggevo. Matt Bennet poteva essere tanto spinoso come un riccio di cattivo umore, ma sotto tutta quell'armatura, era dolce, disinteressato e infondeva un grande senso di protezione. Ero costantemente preoccupata per lui. Una lacrima scivolò sulla mia guancia.Appoggiando il mento sulle ginocchia, me la asciugai. Pregai che stesse bene. Bene per quanto possibile. Che Chloe e Benjamin lo abbiano aiutato con la ferita....Quando pensai al nome di Benjamin mi si ruppe il cuore,non sapevo cosa li avevo fatto e come stesse...
Con il cuore che mi doleva, provai a pensare alle cose belle - migliori -ma i ricordi non erano sufficienti. Esisteva una grande probabilità che potessi non rivederlo ancora.Le lacrime scivolarono dagli occhi stretti.Piangere non risolveva niente, ma era difficile controllarmi quando mi sentivo tanto esausta. Tenni gli occhi chiusi, contando lentamente fino a quando il nodo di emozioni dolorose non abbandonò la gola.Sobbalzai svegliandomi di colpo, il cuore batteva con forza e la bocca era secca. Non ricordavo di essermi addormentata, ma dovevo averlo fatto. Uno strano solletico salì lungo la mia pelle mentre prendevo un respiro profondo. Avevo avuto un incubo? Non potevo ricordarlo, ma qualcosa non andava. Disorientata, lanciai il lenzuolo di lato e mi guardai intorno nella camera buia.Ogni muscolo del mio corpo era teso quando i miei occhi notarono un'ombra più scura e pesante sull'angolo della porta. La peluria del mio corpo si rizzò. Trattenni il respiro e la paura mi affondò i suoi artigli gelati nello stomaco, congelandomi sul posto.Non ero sola.L'ombra si staccò dalla parete, muovendosi abbastanza velocemente. -Continui ad avere gli incubi,- disse l'ombra.Il suono della voce mi fu familiare, la paura lasciò il posto ad una rabbia così forte che sapeva di acido per le batterie. Mi alzai in piedi senza rendermene conto. -George- sbottai.
Il mio cervello si spense e qualcosa molto più primitivo e aggressivo dell'inferno si impossessò di me. Provavo il senso orribile e a cuminato del tradimento. Senza pensarci, il pugno si connesse con quello che sembrava essere lo zigomo di George. Di sicuro, non fu un comportamento da ragazza. Sentii che tutta la mia rabbia e il mio odio represso affluivano attraverso quel pugno.Emise un gemito sbigottito, come l''incandescente sofferenza uscita attraverso la mia mano. -Becca...- -Sei un bastardo!- Mi voltai ancora, questa volta le mie nocche colpirono la sua mascella.Emise un altro ringhio di dolore quando barcollò arretrando. -Gesù!-
Prese l'oggetto che li era più vicino per lanciarmelo addosso. -Non lo farei se fossi in te- lo avvertii. -Fottiti-. Provai ad attaccarlo un'altra volta.Bloccò il mio pugno e lo ritorse. Il dolore acuto mi esplose lungo il braccio e boccheggiai per la sorpresa. Mi fece girare e lo presi a calci.Lasciandomi andare il braccio, a stento evitò il colpo del mio ginocchio. -E' ridicolo,- disse, con gli occhi nocciola ridotti a fessure. Divenni verde per la rabbia. -Ci hai traditi e hai fatto del male a me e Chloe!!- George fece spallucce, e basta, in un certo senso questo mi fece arrabbiare ancora di più...
Mi lanciai sopra di lui come una specie di ninja – un ninja pessimo, visto che riuscì ad evitare facilmente il mio attacco. Il mio piede sinistro colpì il letto, e lui mi colpì alla schiena. L'aria mi uscì dai polmoni mentre cercavo di frenare l'impeto del suo attacco, colpendo il letto con il torace, rimbalzando contro la parete.
Le sue ginocchia andarono giù sul materasso mentre si aggrappava alle mie spalle, facendomi rotolare sulla schiena. Colpii le sue braccia, ed imprecò. Sollevandomi, lo colpii ancora una volta. -Fermati!- Ringhiò, afferrandomi per il polso. Un momento dopo ero di nuovo immobilizzata. Posizionò le mie braccia sopra la testa, si abbassò sopra di me, portando il suo viso a pochi centimetri dal mio, e parlò con un tono di voce più basso: -Fermati, Becca-. Ci sono telecamere da tutte le parti. Non le puoi vedere, ma sono lì. Ci stanno osservando in questo momento. Come pensi che si siano accese le luci? Non è magia,potrebbero inondare tutta la stanza con il diamento. -
Lottai per spingerlo via, ma lui spostò il suo peso in modo che le sue ginocchia premessero sulle mie cosce, intrappolandole. Il panico crebbe dentro di me, provocandomi un'accelerazione del battito. Non mi piacque sentire il suo peso sopra di me. Mi fa ricordare tutte le volte che io e lui abbiamo fatto l'amore e quando ci facevamo le coccole.
La nausea crebbe molto velocemente, e il panico aumentò. -Scendi!- -Non credo proprio. E' molto probabile che mi colpirai ancora.- -Ooo lo farò!- Lo spinsi con le anche, ma lui non si mosse, e il mio cuore iniziò a battere talmente forte che ero sicura che mi stesse per venire un attacco di cuore. George mi diede una piccola scrollata: -Devi darti una calmata. Non voglio farti del male, va bene? Puoi fidarti di me.- Con gli occhi spalancati, mi lasciai sfuggire una risata strozzata. -Fidarmi di te? Sei impazzito? Dopo quello che mi hai fatto..Sei un gran figlio di puttana!!- -Non hai altra scelta.-
Da che parte sta George?
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The Truth
FantascienzaUna ragazza con un potere che viene trasmesso da generazione a generazione solo nelle ragazze. Becca è costretta a scappare da un'organizzazione assassina che vuole usare il suo potere per scopi malefici e per distruggere la sua specie...