Capitolo 32

24 10 0
                                    


  -Bene,-  disse il Sergente -Visto che abbiamo chiarito la situazione,possiamo proseguire-.Uno degli uomini davanti ai monitor premette un pulsante ed una piccolaporta si aprì liberando l'accesso alla sala per l'esperimento. Kai nonmi lasciò fino a che non fui dentro la sala. Dopo mi liberò dalla suapresa. Mi girai a guardarlo mentre lui retrocedeva verso la porta, con gliocchi sbarrati. Cominciai a chiedergli di non lasciarmi, ma lui distolse losguardo rapidamente. Poi se ne andò, chiudendosi la porta alle spalle.Con il cuore che mi batteva in gola, percorsi la stanza con lo sguardo.Misurava circa ventisei metri quadri, con il pavimento di cemento,un'altra porta dal lato opposto, e le pareti non erano imbottite. No. Nonpotevo avere questa fortuna. Le pareti erano bianche con delle striaturerosse. Forse era... sangue secco?Oh Dio mio.

 Ma la paura svanì man mano che cominciavo a prendere coscienza. Lafebbre del potere, che in principio era flebile, una sensazione come lapressione di tante dita che si arrampicavano lungo le mie braccia,crebbe rapidamente, estendendosi sino al centro del mio corpo.Fu come prendere una boccata d'aria fresca per la prima volta. Il torporee la stanchezza si alleviarono, rimpiazzati dal formicolio dell'energia chesentivo salire nelle dita, diramandosi nelle mie vene e riempiendo lafreddezza della mia anima. 

  I miei occhi si serrarono, e vidi Matt nella mia mente. Non perchépotessi vederlo realmente, ma perché la sensazione mi ricordava lui.Quando la Fonte si avvolse attorno a me, mi immaginai di stare tra lebraccia di lui.Un altoparlante fece un click sopra di me, e la voce del Sergente MC riempì la stanza, distogliendomi da quel pensiero, -Dobbiamo metterealla prova le tue abilità, Becca-.Non volevo parlare con quell'idiota, ma volevo che tutto finisse in fretta. -Va bene. Quindi? Volete che chiami la Fonte o cosa?-  -Sì, devi farlo, ma dobbiamo provare le tue capacità in situazione distress-. -Situazione di stress?- sussurrai, guardandomi intorno nella stanza.L'inquietudine mi pervase il ventre, diffondendosi come un malesserenocivo, minacciando di affogarmi, -Mi sento già abbastanza stressata inquesto momento-. L'altoparlante fece un altro click. -Questo non è il tipo di stress di cuistiamo parlando-.

  Prima di avere l'opportunità di capire le sue parole, un forte dlingrisuonò attraverso la piccola stanza. Mi girai.Di fronte a me, l'altra porta iniziò ad aprirsi, centimetro per centimetro.La prima cosa che notai fu un paio di pantaloni neri di una tuta sportiva,come quelli che indossavo io, e poi una maglietta bianca che copriva deifianchi stretti. Il mio sguardo salì verso l'alto, e lasciai sfuggire un gridodi sorpresa.In piedi davanti a me c'era una ragazza che avevo già visto tempoprima. Sembrava una vita fa, ma la riconobbi immediatamente. I suoicapelli biondi erano raccolti in una coda di cavallo, rivelando un bel viso,deturpato da lividi e graffi.Era una ragazza che avevo visto nel motel dal quale sono scappata.

 -Mary- dissi, facendo un passo in avanti.  Mi ero chiesta molte voltecosa ne fosse stato di lei, ed ora suppongo di averlo scoperto. Passò unattimo, mi disse il suo nome un'altra volta, e la chiarezza della realtàsorprendentemente mi colpì.  Dubitavo che ci fosse qualcosa che potevo fare perricordare alla ragazza chi ero io.Entrò nella stanza ed aspettò. Un momento dopo, la voce dell'altoparlante ronzò, ed il Sergente MC parlò -Mary ti aiuterà nel primoturno della prova sotto stress-.Primo turno? Ce n'era più di uno? -Cos'è lei?-  

  Mary lanciò in avanti la sua mano, la Fonte sfrigolava nelle sue nocche.Lo shock mi immobilizzò fino all'ultimo momento possibile. Mi lanciai dilato, ma la raffica di luce biancastra colorata di azzurro sbattè contro lamia spalla. Il dolore scoppiò e percorse il mio braccio. L'impatto mi fecegirare, e riuscii a malapena a mantenere l'equilibrio.La confusione mi pervadeva mentre mi afferravo la spalla, non misorprese trovare del tessuto bruciato -Che diavolo!-  sbottai -Perché?...- Un'altra esplosione mi fece cadere in ginocchio, e passò sibilandoproprio dove ero in piedi un attimo prima. Colpì la parete dietro di me,sfumando. In un battito d'occhi, Mary stava proprio di fronte a me.Cominciò a rimettermi in piedi, ma il suo ginocchio si avvicinò,colpendomi al mento e mandandomi la testa all'indietro.Migliaia di stelle mi accecarono mentre cadevo nuovamente sullaschiena, stordita. 

Abbassandosi, mi afferrò la mia coda di cavallo e mi sollevò consorprendente facilità. Bilanciò la sua mano sferrandomi un altro colpoproprio sotto l'occhio. Questa esplosione di dolore mi fece fischiare leorecchie, e molto di più.Allontanai il mio stupore.In un attimo capii in cosa consisteva la prova sotto stress, cosa che midisgustò ed inorridii.   

  Ero giunta alla conclusione che la KD sapeva tutto, sicuramentesapevano anche che avevo conosciuto Mary.  loro volevano che io combattessi... che lottassi contro di lei,utilizzando la Fonte. Per quale altro motivo, a parte la soddisfazione diottenere il mio culo servito su un vassoio d'argento, mi dovrebberocausare questo grande stress?Un altro colpo sotto l'occhio. Aveva investito una enorme quantità diforza in quest'ultimo colpo. Un sapore metallico mi riempì la bocca, echiamai la Fonte, proprio come voleva il Sergente.Però Mary... era molto più rapida di me, era migliore.Mentre mi sferrava il colpo fatale, mi afferrai a quel pizzico di speranzache ancora avevo: Matt non sarebbe stato sottoposto a tutto questo.

  

The TruthDove le storie prendono vita. Scoprilo ora