Capitolo 34

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  Le ore divennero giorni. I giorni in possibili settimane, ma non potevo esserne davvero sicura. Era tutto mescolato qui, e non riuscivo a ricordare l'ultima volta che avevo visto il sole o il cielo notturno. Non mi portarono la colazione come fecero il primo giorno che mi svegliai qui, il che mi fece perdere il conto del tempo, l'unico modo che avevo di sapere quando fosse passato un intero arco di quarantotto ore, era quando venivo portata dal dottor Jason per i prelievi di sangue.Lo avevo visto circa cinque volte, forse più.Avevo perso il conto dei giorni.Avevo perso un sacco di cose. O così sembrava. Peso. La capacità di sorridere o ridere. Lacrime. L'unica cosa che continuai a provare fu la rabbia, e ogni volta che mi scontravo con Mary o con un altro ibrido o con non sapevo cosa – non avevo nemmeno modo di sapere con cosa avevo a che fare – la mia rabbia e la frustrazione salivano di una tacca.Mi sorprese che potevo ancora provare emozioni così forti.Ma non avevo ancora dato il meglio. Non avevo combattuto una qualsiasi delle loro prove di stress. Era il mio unico mezzo di controllo.Mi rifiutai di combattere contro di loro – di battermi con loro o probabilmente ucciderli, se le cose mi fossero scappate di mano. Era come essere in una vera e propria, anche se incasinata, versione di The Hunger Games.The Hunger Games per alieni.

 Iniziai a sogghignare ma sussultai appena si tese il labbro lacerato.Avrei potuto rifiutare di fare la Terminator su di loro, ma gli altri ibridi erano così pronti a farlo su di me. Tanto che alcuni di loro parlavano mentre mi prendevano a calci in culo. Mi dissero che avevo bisogno di combattere, che avevo bisogno di prepararmi per il giorno in cui gli altri  sarebbero venuti e per quelli che erano già qui. Era ovvio che credevano davvero che i veri cattivi fossero i guardiani e i kija. Possono aver bevuto il Kool-Aid, ma io no. Anche così, c'era una piccola parte di me che si chiese come potesse KD controllarne così tanti se non ci fosse una parte di verità in quello che dicevano?E poi c'era Stephan, il guardiano che voleva uccidere migliaia di esseri umani. Se credevo a Il Sergente, c'erano molti altri come lui là fuori – che aspettavano solo di avere il potere sulla Terra. Ma pensare che anche Matt facesse parte di qualcosa di simile...non potevo prenderlo in considerazione.Costrinsi i miei occhi a rimanere aperti, vidi la stessa cosa che vedevo sempre dopo essere stata portata fuori dalle aule di formazione e depositata – per lo più in stato di incoscienza – nella mia stanza. Il soffitto bianco con piccoli puntini neri – un misto di argento e diamanti.Dio, odiavo quei puntini.Feci un profondo respiro e gridai, desiderando immediatamente di non averlo fatto. Un forte dolore mi si irradiò nelle costole a causa di un calcio ricevuto da Mary. Tutto il mio corpo pulsava. Non c'era una parte di me che non mi facesse male.Un movimento nell'angolo più lontano della mia stanza, vicino alla porta,attirò la mia attenzione. Lentamente e molto dolorosamente, girai la testa.

 Kai era lì, uno straccio infagottato in mano. -Stavo cominciando a preoccuparmi.- Mi schiarii la gola e poi aprii la mascella, facendo una smorfia. -Perché?- Venne avanti, il basco sempre a nascondere gli occhi. -Sei stata messa fuori combattimento per un bel po' questa volta, il più lungo.- Girai la testa verso il soffitto. Non avevo capito che stesse tenendo il conto dei miei calci in culo. Non era mai stato qui, le altre volte in cui mi ero svegliata. Neanche George si era fatto vedere. Non vedevo quella faccia da culo da un po', non ero neanche sicura fosse ancora qui.Feci un respiro più lungo e lento. Per quando fosse triste, quando mi svegliavo, mi mancavano quei momenti di oblio. Non era sempre solo un nero, vasto nulla. A volte sognavo Matt e, quando ero sveglia, mi aggrappavo a quelle deboli immagini che sembravano sfocare e dissolversi un minuto dopo aver aperto gli occhi. Kai si sedette sul bordo del letto e i miei occhi si aprirono di scatto. I muscoli doloranti erano tesi. Anche se aveva dimostrato di non essere così male, tutto sommato, non mi fidavo di nessuno.Sollevò il fagotto. -È solo ghiaccio. Con un aspetto come il tuo dovresti usarlo.- 

  Lo guardai con diffidenza. -Io non... io non so che aspetto ho.-  -Quello sarebbe il tuo viso?-Chiese, nascondendo la borsa del ghiaccio.-Non sembri carina.-Non mi sentivo carina. Ignorando il pulsare alla spalla, provai a tirar fuori il braccio fuori da sotto la coperta. -Riesco a farlo.- -Sembra che tu non sia in grado di alzare un dito. Solo, stai ferma. E non parlare.- Non ero sicura se sentirmi offesa da tutta quella parte del non parlare,ma poi premette la borsa col ghiaccio contro la mia guancia, facendomi inspirare aspramente.-Potrebbero mandare uno dei guaritori per guarirti, ma il tuo rifiuto di combattere non ti sta rendendo le cose semplici.- Premette la borsa del ghiaccio verso il basso, e io mi ritrassi. -Cerca di tenerlo a mente la prossima volta che andrai nella stanza di allenamento.- Sollevai un sopracciglio, ma faceva male. -Oh. Quindi questo è colpa mia.- Scosse la testa. -Non ho detto questo.- -Combatterli è sbagliato,- disse dopo pochi secondi. -Non ho intenzione di auto-distruggermi.- O almeno speravo fosse così. -Renderli così è...è disumano. E io non voglio...-

  -Sì,- disse semplicemente. -Tu non sei diversa da loro.- -Non diversa.- Mi misi a sedere, ma lui mi immobilizzò con uno sguardo che mi fece fare marcia indietro. -Mary non sembra più nemmeno umana.Nessuno di loro lo sembra. Sono come dei robot.-  -Sono addestrati.-                    - A-addestrati?-  Farfugliai mentre il ghiaccio mi scivolava sul mento.-Sono senza cervello...- -Non importa quello che sono. Continui a farlo? Non combattendo, non dando al Sergente  quello che vuole, continui ad essere un sacco da boxe umano. E con questo cosa risolvi? Uno di questi giorni,uno degli ibridi ti ucciderà.- Abbassò la voce, così bassa che mi chiesi se i microfoni avrebbero potuto sentire. -E cosa succederebbe a chi ti vuole bene?- Sentii una pressione sul petto e affiorò un diverso tipo di dolore.Immediatamente, nella mia testa vidi tutti i miei amici e mio fratello –lui era sempre presente,con quel suo irritante sorrisetto sul viso– e mi mancava così tanto che un bruciore si fece strada nella mia gola. Avevo le mani strette a pugno sotto la coperta mentre un buco mi si apriva in petto.

Passammo diversi minuti in silenzio, e mentre io ero sdraiata, fissando la sua spalla marrone-e-bianca-mimetizzata, cercai qualcosa da dire,qualcosa per portare quel vuoto fuori da me, e finalmente mi si accese un'idea.-Posso farti una domanda?- -Probabilmente non dovremmo più parlare.- Passò la borsa del ghiaccio nell'altra mano.Lo ignorai, perché ero abbastanza sicura che sarei impazzita se fossi stata zitta. -Ci sono davvero dei guardiano o kija là fuori che voglionosottometterci?- Lui non rispose.Chiudendo gli occhi, mi lasciai sfuggire un sospiro stanco. -Ti ucciderà rispondere alla mia domanda?- Un altro momento passò. -Il fatto che tu te lo stia ancora chiedendo è una risposta sufficiente.

-Lo era?-  -Ci sono esseri umani buoni e esseri umani cattivi, Becca?-Pensai che fosse strano il modo in cui disse umani. -Sì, ma è diverso.- -Davvero lo è?- Quando la borsa del ghiaccio venne appoggiata nuovamente alla mia guancia, non fu più così male. -Credo di sì.- -Perchè gli esseri umani sono più deboli? Tieni a mente che gli esseri umani hanno accesso ad armi di distruzione di massa, E pensi davvero che i kija,ibridi o guardiani non sappiano cosa succede qui?- Chiese con tranquillità, e io mi calmai. -Ci sono alcuni che, per ragioni personali, sostengono quello che fa la KD, mentre altri temono di perdere la vita che hanno costruito qui? Vuoi davvero una risposta a questa domanda?-  -Sì,- sussurrai, ma stavo mentendo. Una parte di me non voleva sapere.Kai mosse di nuovo la borsa del ghiaccio. -C'è una reale minaccia e, se arriverà il giorno in cui i "diversi" dovranno decidere da che parte stare,cosa sceglieranno? Con chi staranno?Con chi starai tu?-   

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