Capitolo 28

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  -Ti spaccherò la faccia!--Ti capisco.- Mi spinse verso il basso, gli occhi ridotti ad una fessura.-So che non abbiamo un rapporto molto stabile...--Noi non abbiamo nessuna relazione. Non abbiamo nulla!-. Col respiro pesante, i miei muscoli smisero di tremare. Passarono diversi istanti mentre lui mi fissava, le sue narici e la sua bocca formavano una linea dura, irritante. Volevo distogliere lo sguardo, ma questo sarebbe stato un segno di debolezza, ed era la peggiore cosa che potessi mostrare.-Ti odio.- Sembrava inutile dirlo, ma mi fece sentire meglio.Lui sussultò e quando parlò, la sua voce era appena un sussurro. -Odio mentirti, ma non avevo altra scelta. Però noi non siamo i cattivi qui.-

  Scossi la testa, stupita e incredibilmente arrabbiata. -Voi siete i cattivi. Ci hai incastrato! Fin dall'inizio. Tutto ciò è accaduto per colpa tua. Li hai aiutati! Come hai potuto George? Ero la tua ragazza e tu mi hai pugnalato,nel vero senso della parola.Sei un codardo.- -Ho solo eseguito degli ordini-.-Questa è la mia vita.- Alcune lacrime di rabbia mi inumidirono gli occhi,perché in quel momento non avevo il controllo dalla vita in su, ed in parte grazie a lui, e mi sforzai di mantenere il livello della voce. -Cosa c'era di vero in quello che mi hai detto? Suppongo nulla vero ?- Per un lungo momento  non disse nulla. 

 Ruotai il corpo, cercando di cacciarlo via. Mormorando un'altra maledizione, si alzò, sempre tenendomi i polsi e mi trascinò fuori dal letto. I piedi nudi scivolarono sopra le piastrelle quando lui mi trascinò in direzione del bagno. -Cosa stai facendo?- -Credo che tu abbia bisogno di una rinfrescata- rispose, serrando la mandibola.Provai a resistergli, ma tutto ciò che riuscii a fare fu strisciare le piante dei piedi sul pavimento. 

Una volta dentro il bagno, mi gettò di peso di lato, e io sbattei contro il lavandino. Prima che potessi tornare ad attaccarlo, mi spinse indietro.Mi torse il braccio, mi posizionò davanti al bordo della doccia e mi colpì affinché atterrassi sopra il mio culo. Un'onda di dolore si scatenò dalla mia colonna vertebrale.George entrò nella doccia, una mano tenne ferma la mia spalla, l'altra giunse alla cieca fino al rubinetto dell'acqua. Un istante dopo l'acqua gelata uscì dal getto.Gridai, cercai di mettermi in piedi, ma l'altra sua mano si posizionò sopra le mie spalle, immobilizzandomi fino a quando l'acqua gelata non mi inzuppò. 

Farfugliai, agitando le braccia per proteggermi dal freddo.-Fammi uscire da qui!- -Non fino a quando non sei pronta a lasciarmi parlare senza interruzioni.- -Non c'è niente che puoi dirmi!- Gli indumenti inzuppati si attaccarono alla mia pelle. Il flusso costante dell'acqua mi attaccò i capelli alla fronte.Nel timore che stesse cercando di annegarmi, cercai di schiaffeggiarlo,ma mi colpì le mani.-Ascoltami.-Mi afferrò il mento, le sue dita si conficcarono nelle mie guance, obbligandomi a fissarlo negli occhi. -Incolpami di tutto quello che vuoi, ma davvero credi che non saresti qui anche se non mi avessi mai conosciuto? Se è così, sei pazza. Nel momento che i tuoi poteri sono affiorati è cambiato tutto.-

  Allungò la mano, chiuse il getto dell'acqua ed afferrò un asciugamano,lanciandolo verso di me. -Non colpirmi ancora.-  -Non dirmi cosa devo fare.- Presi l'asciugamano e cercai di asciugarmi meglio che potevo.Serrò i pugni. -Guarda, lo capisco. Sei arrabbiata con me. Fantastico.Superiamolo, perché c'è una cosa molto importante da mettere in evidenza.- -Superiamo questo?Mi prendi per il culo forse?-

 Stavo per strangolarlo con l'asciugamano. -Sì superare questo- Si appoggiò contro la porta chiusa, osservandomi con cautela. -Sul serio, non hai idea di quello che sta accadendo, Piccola...-  -Non chiamarmi così stronzo- Tamponai inutilmente i miei abiti con forza.-Sei abbastanza calma? Abbiamo bisogno di parlare, e tu hai bisogno di ascoltarmi. Le cose non sono come pensi tu. E io avrei preferito raccontarti prima la verità. Non potevo, ma ora posso farlo.-Mi uscì un riso strozzato mentre scuotevo la testa con incredulità.I suoi occhi si restrinsero, e fece un passo in avanti. Le mie spalle si tesero come per avvertimento, e lui smise di avvicinarsi. 

 -Sei un mostro, George. Un vero e proprio mostro vivente e respirante. Niente,non importa quali sono le tue intenzioni o qual è la verità, non potrai mai cambiare questa situazione.-Una piccola scintilla di rabbia brillò nel suo sguardo.Ci volle tutto il mio controllo per non staccare l'asta dell'asciugamano dal muro e spingergliela in un occhio. Gettai l'asciugamano a terra,tremando più dalla rabbia che dal freddo che passava attraverso i vestiti bagnati.Spinse la porta, e feci un passo indietro, in guardia. Corrugò la fronte.-La Killer Death non è cattiva-. Aprendo la porta del bagno, uscì.-Questa è la realtà-.

Purtroppo si dissi dentro di me.





Secondo voi Becca perdonerà o ucciderà George?

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