Matt
-Ma le cose che vogliono farti fare...- la coltre nei suoi occhi aumentò sino a sgorgare in una lacrima che scivolò lungo la guancia. -Non voglio che tu debba passare...-Bloccai la sua lacrima con un altro bacio. -Ed io non voglio che passi tutto questo da sola. Non te l'ho mai detto ma sei...sei tutta la mia vita da quando ti ho conosciuta.- Sentendo il suo lieve sospiro, sorrisi.
-Andiamo Becca, veramente credevi che non sarei venuto? Ti amo-.Le sue mani caddero sulle mie spalle, scendendo fino ad aggrapparsi al tessuto della mia maglietta, e mi fissò per così tanto tempo che iniziai a preoccuparmi. Poi balzò in avanti gettandomi le braccia al collo e stringendomi.Ridendo, fui colto di sorpresa mentre cadevo all'indietro. In un attimo eravamo distesi, lei al mio fianco, abbracciata a me con braccia e gambe. -Sei pazzo.- sussurrò contro il mio collo. -Sei completamente pazzo ma ti amo. Ti amo tanto. Non voglio che tu stia qui, però ti amo-.Feci scivolare la mano sulla sua schiena, curvando le dita sul suo fianco-Non mi stancherò mai di sentirtelo dire-.Si premette contro di me, infilando le dita tra i capelli sulla mia nuca. -Mi sei mancato tanto, Matt.-
-Non hai idea...- Restai senza parole in quel momento. Starle così vicino dopo tanto tempo, era la più dolce tortura. Ogni suo respiro, lo sentivo in ogni parte del mio corpo, in alcuni punti più che in altri. Era inopportuno,ma lei esercitava sempre una forte influenza su di me. Il buon senso andò a quel paese.Si fece avanti, i suoi occhi cercavano i miei, eliminò ogni distanza tra noie, porca miseria, il bacio fu una via di mezzo tra l'innocente e l'appassionato, completamente perfetto. La mia mano sulla sua schiena la strinse quando lei inclinò la testa, e quando il bacio si fece più dolce,mi lasciai trasportare.
La baciai più profondamente, eliminando in lei ogni timore, ogni minuto in cui eravamo stati separati e facendole sentire tutto quello che provavo per lei. Il suo gemito fremente mi scosse, e quando si mosse quasi mi fece perdere il controllo.La afferrai per i fianchi e la spinsi indietro. Era l'ultima cosa al mondo che avrei voluto fare. -Le telecamere, ricordi?-Il rossore le salì dal collo sin sulle guance "Oh si... da tutte le parti...cazzo- -Il bagno- spiegai, notando un lampo di sorpresa sul suo viso. -Me lo hanno detto.- -Tutto quanto?-. Quando io assentii, il rossore dalle sue guance svanì e rapidamente si scostò dal mio abbraccio.
Si sedette al mio fianco,guardandomi in faccia. Passò un lungo momento, poi fece un profondo respiro. -Sono felice che tu sia qui, ma vorrei che non ci fossi.- -Lo so- quella affermazione non mi offese.Si portò indietro i capelli -Matt, io...- -Poggiai due dita sul suo mento ed inclinai di nuovo il suo viso verso il mio. -Lo so- dissi nuovamente, cercando i suoi occhi. -Ho visto alcune cose, e mi hanno detto...- -Non voglio parlare di questo.- disse rapidamente, passando le mani sulle ginocchia piegate.La preoccupazione cresceva in me, ma mi sforzai di sorridere. -Bene,così va bene.- feci scorrere il braccio dietro le sue spalle, attirandola verso di me.
Non oppose resistenza. Si accostò al mio fianco,aggrappandosi con le dita alla mia maglietta. La baciai in fronte.Mantenni un tono di voce basso .-Farò in modo di tirarci fuori da tutto questo!-.La sua mano si aggrappò più forte alla mia maglietta e sollevò il viso -Come?- sussurrò.Mi avvicinai e le dissi all'orecchio -Abbi fiducia in me. Sono sicuro che ci stanno osservando e non voglio dar loro nessuna ragione per separarci in questo momento.-Fece un cenno di assenso col capo, ma la sua bocca si tese.
-Hai visto cosa fanno qui?- Negai con la testa e lei fece un profondo respiro. A voce bassa mi raccontò degli umani malati che venivano trattati, dei guardiani e degli ibridi. Mentre parlavamo, ci stendemmo sul letto, uno di fronte all'altro.Ma non mi raccontò tutto. Non accennò minimamente a quello che le stavano facendo o su come si era fatta quei lividi.Supposi che la cosa avesse a che fare con George, e che per questo non disse nulla a riguardo, ma mi parlò di una ragazza che si chiamava Lori che era malata di cancro.
Aveva un'espressione contrita mentre parlava di lei. Becca non sorrise nemmeno una volta. La cosa mi infastidì,minacciando di rovinare il nostro incontro.-Hanno detto che là fuori ci sono dei "diversi" cattivi,- disse -Per questo mi tengono qui, per imparare a lottare contro di loro.- -Cosa?-Diventò tesa. -Hanno detto che ci sono migliaia di loro che vogliono danneggiare gli umani, e che ne verranno altri. Suppongo che non ti abbiano accennato nulla di questo?- -No.- mi venne quasi da ridere. Non avevo modo di sapere se quello avesse in qualche modo a che fare con quel o che lei mi stava dicendo. Oppure si? - Mi hanno detto che vogliono più kija- Un'ombra di preoccupazione passò sul suo viso,e desiderai non aver pronunciato quelle parole.-Che tipo di cancro ha Lori?- le domandai, accarezzandole il braccio.Non avevo smesso di toccarla. Non una sola volta da quando ero entrato nella stanza.
La punta delle sue dita era appoggiata sul mio mento, e noi eravamo vicini più che potevamo, anche se era inappropriato, visto che avevamo degli occhi puntati su di noi. -L'ho vista una volta sola, e non sta per niente bene. Le stanno dando un tipo di trattamento che prendono dai "diversi"e dagli ibridi. Lo chiamano FG-14. -FG-14-Assentì, e poi aggrottò le sopracciglia. -Perché?-Merda.La sua fronte si aggrottò, e interruppi il silenzio fra di noi dicendo a voce bassa -Te lo dico più tardi-Ci intendemmo, e si avvicinò un po' di più per appoggiare la sua gamba sulla mia. Trattenne il respiro, e un tipo diverso di intesa scivolò negli occhi di Becca. Si morse il labbro inferiore, ed io trattenni un gemito.
Quel bel colore tornò sulle sue guance, il che non aiutava la situazione.Poggiai la mano sul suo braccio, le sensazioni si intensificarono quando fremette -Non sai cosa darei adesso per un po' di intimità.-Le sue ciglia si abbassarono -Sei terribile.- -Lo so.-La sua espressione si rabbuiò. -E' come se avessimo un grande orologio sopra di noi in questo istante, come se avessimo i minuti contati.-Probabilmente era così. -Non pensarci.- -E' un po' difficile non farlo.- Ci fu una pausa, le accarezzai la guancia, passando delicatamente il mio pollice sul suo zigomo delicato. Passarono diversi minuti.-Come stanno Chloe e Benjamin?- -Bene Benjamin si è ripreso e Chloe sta bene-
Desideravo spiegarle il perché e dirle qualcosa di più, ma rivelare qualche informazione a questo punto era rischioso. Tuttavia mi venne un'dea. Avrei potuto teletrasportarmi ma qualcosa mi diceva che li dentro i poteri servivano a niente. Non ero disposto a correre il rischio. -Stanno tenendo d'occhio anche tuo fratello.-Becca mantenne gli occhi chiusi. -Mi manca mio fratello- sussurrò, e misi strinse il cuore. -Veramente, mi manca tanto.-Non sapevo che dire, e che potevo dire? –Mi spiace- non sarebbe stato sufficiente. Allora, mentre cercavo di alleggerire l'atmosfera, mi permisi di familiarizzare con i suoi lineamenti, la curva elegante del suo collo, e la pendenza delle sue spalle.
-Dimmi qualcosa che non so.- Passò qualche istante prima che parlasse. -Ho sempre desiderato un cane- -Un cosa?-Le ciglia di Becca erano un come un ventaglio sulle sue guance, ma stava sorridendo, e facendo pressione si sollevò dal mio petto. Il suono era rauco, come se non ridesse da tanto tempo. E supposi che non lo avesse fatto.
-Non so...- -Cosa?- Si coricò più vicina a me posando le sue dita sul colletto della mia maglietta.Abbracciandola sui fianchi, presi quello che sentii essere il primo respiro in settimane di apnea. -Se io avessi un cane sicuramente lo chiamerò Betty- Rise nuovamente, il suono della sua risata risuonò lieto dentro di me emi sentii più leggero di 450 chili. -Perché non mi sorprende?- disse-Che ti devo dire... È la mia brillante personalità-

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The Truth
Ciencia FicciónUna ragazza con un potere che viene trasmesso da generazione a generazione solo nelle ragazze. Becca è costretta a scappare da un'organizzazione assassina che vuole usare il suo potere per scopi malefici e per distruggere la sua specie...