Capitolo 37

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MATT

  Mi portarono a lavarmi in una zona comune e vuota. In principio non volevo perdere tempo. Dovevo andare da Becca, ma non mi diedero altre opzioni, e la cosa fu positiva perché sembravo un barbone sceso dalla montagna. La barba sul mio viso era incolta e fuori controllo. Dopo una rasatura ed una rapida doccia, mi infilai i pantaloni neri di una tuta sportiva e la maglietta bianca che mi avevano dato. La stessa uniforme standard che utilizzavano da tempo. Niente di meglio che essere vestiti tutti uguali per sentirci solamente un volto senza nome in una folla digente. Quando eravamo lì, tutto si riduceva al tenerci sotto controllo.

 A mio parere, la KD non era diversa.Quasi mi misi a ridere quando mi resi conto della cosa. 

-Hai visto... Becca?-La mandibola di Kai si contrasse, e la mia immaginazione corse libera fino a che non mi rispose. -Sì. Sono stato assegnato a lei. Sono sicuro che ti farà estremamente piacere.- -Sta bene?- Gli domandai ignorando il suo tono canzonatorio.Si voltò verso di me con aria sorpresa. Lo scambio di insulti ed attacchi in questo momento non era nella mia lista di cose da fare.-Lei sta... Lei sta come si sperava che stesse-Non mi piacque come suonò quella risposta. Facendo un profondo respiro mi passai la mano tra i capelli umidi.

Dentro di me sapevo che in qualsiasi condizione si trovasse Becca, senza dubbio sarei riuscito a gestire la cosa. L'avrei aiutata a star meglio. Niente al mondo poteva impedirmelo,ma non volevo che lei sperimentasse nulla che potesse danneggiarla.Sicuramente come l'aver ammazzato George.-L'ultima volta che sono andato a controllarla, stava dormendo,- disse quando l'ascensore si fermò. -Da quando l'hanno portata non ha riposato bene, ma oggi sembra recuperare-. Rimpiango di esser stato sempre così freddo e non averle detto quello che provavo per lei...

Assentii lentamente con il capo e lo seguii lungo il corridoio. Pensai a quanto dovevano essere addestrate bene le guardie, considerando che me ne avevano data solo una per controllarmi, ma d'altro canto, loro sapevano quello che volevo, ed io sapevo qual'era il rischio di fare  qualcosa di stupido.Il mio cuore accelerò il battito, ai miei fianchi le mani si aprivano e chiudevano spasmodicamente. Un senso d'ansia mi stordiva, e quando ci avvicinammo al centro dell'ampio salone, sentii qualcosa che non avevo mai sentito in tanto tempo.Un caldo formicolio percorse la parte posteriore del mio collo.

 -Lei è qui,- dissi con voce rauca.Lui girò lo sguardo verso di me -Sì. È qui-.Non fu necessario dire dei dubbi che avevo nutrito, dire che una parte di me aveva valutato la fredda possibilità che avessero giocato con le mie debolezze. Doveva già essere scritto a chiare lettere sul mio viso, e non mi importava di nasconderlo.Becca era qui. Kai andò davanti ad una porta e diede un colpo sul decodificatore dopo aver fatto una piccola lettura ottica. Emise un lieve click nello sbloccarsi. Mi guardò, con la mano poggiata sulla maniglia.

 -Non ho ancora deciso quanto tempo concederti-.Poi aprì la porta.Come se stessi camminando sulle sabbie mobili, o in un sogno, mi mossi in avanti senza sentire il pavimento sotto i piedi. L'aria sembrava inspessirsi, rallentando i miei movimenti, ma in realtà stavo correndo via da quella maledetta porta, tuttavia non mi sembrava di muovermi abbastanza velocemente.Con i sensi completamente allerta, entrai nella stanza, vagamente cosciente che la porta si stava chiudendo dietro di me. Il mio sguardo si volse direttamente verso il letto accostato alla parete.Il mio cuore si fermò. Tutto il mio mondo si fermò. 

Camminai in avanti ed il mio passo vacillò. Solo all'ultimo momento mi sorpresi io stesso a cadere in terra sulle ginocchia. La mia gola ed i miei occhi bruciavano. Becca giaceva coricata su un lato, girata verso la porta, e sembrava terribilmente piccola dentro quel letto. I suoi lunghi capelli color nocciola cadevano sulla sua guancia, coprendo il suo braccio nudo.Era addormentata, ma i suoi lineamenti sembravano tesi anche se stava riposando ed era comoda. Le sue piccole mani erano raccolte sotto il mento, e le sue labbra socchiuse.La sua bellezza mi colpì con forza, come un fulmine in mezzo al petto.Restai lì immobile, non so per quanto tempo, senza poterle togliere gli occhi di dosso, poi mi allontanai dal letto con due lunghi passi.La osservai attentamente, aprii la bocca per dire qualcosa, ma non avevo parole. Restai lì, a bocca aperta, potevo giurare che Becca era l'unica capace di farmi questo.Sono stato troppo orgoglioso per non essermi aperto con lei, me ne sono accorto solo quando l'ho persa.

 Mi sedetti al suo lato, il mio cuore batteva veloce mentre lei si muoveva,ma non si svegliò. Una parte di me odiava l'idea di svegliarla. Da vicino,potevo vedere le ombre scure formarsi sotto le ciglia folte come macchie di una tinta tenue. E, onestamente, mi sentivo felice, ed emozionato,anche solo dal momento che lei era lì, anche se questo significava passare tutto il tempo solo a guardarla.Ma non riuscivo a dominare il desiderio di toccarla.Lentamente distesi la mano, spostando delicatamente il ciuffo di capelli setosi e scoprendo la sua guancia, stendendoli in tutta la loro lunghezza sul bianco e duro cuscino.Ora potevo vedere i tenui ematomi sul suo zigomo, un'ombra scolorita giallognola. Aveva anche un piccolo taglio sul labbro inferiore. L'ira si impadronì di me. Respirai profondamente, lasciando che un sospiro rivelasse la mia pena. 

Appoggiando la mano a lato del suo volto, abbassai la testa e poggiai un lieve bacio sul taglietto che aveva sul labbro, promettendo silenziosamente che l'avrei fatta pagare molto cara al responsabile di quelle ferite e del dolore che lei aveva dovuto sopportare.Provai a guarirla con i miei poteri.Sentii un sospiro tenue e caldo contro la mia bocca, alzai lo sguardo,incapace di allontanarmi. Lei sbattè le ciglia, e le spalle si sollevarono mentre faceva un profondo respiro. 

Attesi con il cuore in gola.Lentamente aprì gli occhi, ed il suo sguardo grigio era ancora vago mentre guardava il mio viso. -Matt?-Sentire il suono della sua voce, rauco per il sonno, era come tornare ai "vecchi tempi". Il bruciore che sentivo in gola si trasformò in un groppo.Chinandomi un'altra volta, poggiai la punta delle mie dita sul suo mento -Ciao Becca- dissi, anche la mia voce risonò roca.Mi osservò mentre la nebbia si dissolveva dal suo sguardo -Sto sognando?-  -No Becca, non stai sognando. Sono davvero qui-.

Dopo un attimo, si sollevò sui gomiti. Un ciuffo di capelli ricadde sul suo viso. Mi spostai per lasciarle più spazio. Il mio ritmo cardiaco aumentò a velocità supersonica, eguagliando il suo. Ora stava seduta, con le mani sul mio viso. Chiusi gli occhi sentendo quella dolce carezza andare dritta alla mia anima.Lei fece scivolare le mani sulle mie guance, come se cercasse di convincersi che ero reale. Poggiai le mie mani sulle sue ed aprii gli occhi. I suoi erano spalancati ed umidi, brillavano sotto una coltre di lacrime.

 -Va tutto bene- le dissi. -Andrà tutto bene - -Come mai... Com'è che sei qui?- deglutì. - Non capisco.- le diedi un bacio nel palmo della mano. Sorrisi del brivido che percorse il suo corpo -Mi sono consegnato.-Si tirò indietro, ma afferrai le sue mani senza lasciarla andare. E sì, sono stato egoista. Non ero disposto a smettere di toccarla. -Matt, cosa...A cosa stavi pensando? Non dovevi...- -Non potevo permettere che passassi tutto questo da sola.Sono il tuo guardiano,dove vai tu vado io-  

-Non c'era modo di evitarlo. So che non era quello che volevi, ma era quello che volevo io-.Scosse appena la testa e la sua voce fu un sospiro -Ma... la tua ferita?Comee sta?L'hai curata?- Quando si preoccupava era troppo buffa,non resistetti e la baciai.Finalmente dopo settimane Becca era fra le mie braccia. 

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