Capitolo 36

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MATT  (  Ed Sheeran - Save Myself [Official Audio])

  Essere ammanettato con manette rivestite in diamento, gli occhi bendati percinque ore, per poi salire su qualche volo, non era la mia idea di unmomento divertente. Credo avessero paura che volessi far caderel'aereo, il che era stupido. Mi stavano portando dove volevo andare.Non sapevo di preciso il luogo, ma sapevo che doveva essere dovetenevano Becca.E se lei non ci fosse stata, sarei andato fuori di testa.Una volta atterrato, fui scortato verso una macchina in attesa. Da sottola benda, potei notare una luce brillante, e l'odore era davvero secco eacidulo, vagamente familiare. Il deserto? Durante tutto il viaggio, nienteriuscì a togliermi dalla mente che stavo andando di nuovo in quelmaledetto posto dove ero stato ben tredici anni fa.L'Area 51.Sorrisi. Tenermi gli occhi bendati era inutile. Sapevo dove eravamo.  Ero giovane a queltempo, ma non potrò mai dimenticare la secchezza all'aria o il vastopaesaggio arido di Groom Lake.Quando il veicolo si fermò, sospirai e attesi che la porta accanto a me siaprisse. Delle mani si poggiarono sulle mie spalle, e venni trascinatofuori dalla macchina. Pensavo che chiunque mi avesse messo le maniaddosso fosse veramente fortunato che le mie fossero ammanettatedietro la schiena, altrimenti quel qualcuno avrebbe lasciato il lavoro oggistesso, con una mascella rotta. 

  Il caldo secco del deserto del Nevada era pesante, ed io venni scortatoper parecchi metri, prima che un'ondata di aria fredda mi colpisse,sollevandomi le ciocche di capelli dalla fronte. Eravamo in un ascensorequando mi tolsero la benda dagli occhi. Alice Hunter mi sorrise. -Mi dispiace per tutto questo, ma dobbiamoprendere delle precauzioni.- Incrociai i suoi occhi. -So dove siamo. Sono già stato qui in passato.- Alzò un sopracciglio. -Molte cose sono cambiate da quando eribambino, Matt. -Potete togliermi queste almeno?- Mossi le dita.Guardò uno dei soldati in mimetica. Era giovane da quello che potevovedere, ma il basco color kaki nascondeva la maggior parte della suafaccia. -Levagli le manette. Matt non ha intenzione di darci alcunproblema.- Lei mi guardò. -Credo che lui sappia già che questoposto è dotato di un sistema di difesa al diamento- La guardia fece un passo avanti, pescando fuori una chiave dalla tasca.L'aspetto teso della sua mascella confermò che non era troppo sicurose fosse meglio credere a lei o al suo istinto, ma aprì lo stesso lemanette. Scivolando via mi avevano raschiato la pelle dei polsi. Scossile spalle, per alleviare il dolore dei muscoli contratti. Dei segni rossi mirigavano i polsi, ma non facevano troppo male.

  -Mi comporterò bene,- dissi, facendo scroccare il collo. -Ma ora vogliovedere Becca-. L'ascensore rallentò fino a fermarsi e le porte si aprirono. Alice uscì, e il soldato mi fece cenno di andare avanti. -C'è primaqualcosa che devi vedere.- Mi fermai di colpo. -Non fa parte del patto, Alice. Se vuoi che collabori,voglio vedere Becca, ora.- Mi guardò da sopra la spalla. -Quello che stoper mostrarti ha a che fare con lei. Poi potrai vederla.- -Voglio...- Mi voltai di scatto, guardando dritto negli occhi la guardia, chemi stava col fiato sul collo. -Davvero, amico, è meglio se ti tiri indietro.- Il ragazzo era di mezza testa più basso di me e non compariva danessuna parte nel campionato delle mie straordinarie abilità di calci-inculo,ma lui non si tirò indietro. -Continua. A. Camminare-.Mi bloccai. -E se non lo faccio?-  -Matt- mi chiamò Alice, la voce impaziente. -Tutto quello che staifacendo serve solo a ritardare il tuo scopo.- Per quanto odiassi ammetterlo, aveva ragione. Una volta scoccataun'ultima occhiataccia piena di promesse al soldato, mi voltai e seguii ladonna in fondo al corridoio. Tutto era bianco con l'eccezione di punti nerisulla parete e sul soffitto. 

  Non mi ricordavo molto circa l'interno degli edifici, dall'ultima volta cheero stato qui da ragazzino, ma ricordavo che c'erano pochissimi postinei quali potevamo andare. La maggior parte del tempo fummo tenuti inuna sala comune fino a che non ci integrarono e fummo liberati.Essere di nuovo qui non andava bene per un mucchio di ragioni.Alice si mise davanti ad una porta e si chinò. Una luce rossa si acceseed illuminò il suo occhio destro. La spia sul pannello diventò verde e laporta si aprì. Questo era veramente astuto e mi chiesi se, una voltaassunta la forma di Nancy, quei sistemi mi avrebbero riconosciuto. Poimi sentii prosciugato come il deserto, la causa era probabilmentequalche dotazione di questo edificio, perciò non ero sicuro di quello cheavrei potuto effettivamente fare per liberarmi.All'interno della piccola stanza circolare, c'erano diversi monitorsorvegliati da uomini in uniforme. Ciascuno degli schermi mostrava unadiversa stanza, corridoio o pavimento.-Lasciateci soli-, disse lei agli uomini.Questi si alzarono dalle loro postazioni e uscirono frettolosamente dallastanza, lasciando Alice e me con il soldato che era venuto con noi. -Che cosa vuoi farmi vedere?- Chiesi.  -Questa è una delle maggiori stanze dicontrollo di sicurezza di tutti gli edifici. Da qui, possiamo monitorare tuttoil Paradise Ranch- 

  -Paradise Ranch?- risi amaramente. -È così che lo chiamate adesso?- Lei si strinse nelle spalle e poi si rivolse a una delle postazioni, le suedita volavano sulla tastiera. -Tutte le camere sono registrate. Questo ciaiuta a monitorare l'attività per vari motivi.- Mi passai una mano sulla crosta che si stava formando sulla miaguancia. -Va bene.- -Una delle nostre preoccupazioni maggiori quando portiamo qui nuoviibridi è quella di assicurarci che non siano un pericolo per se stessi oper gli altri,- cominciò, incrociando le braccia. -È un processo cheprendiamo molto sul serio, e passano attraverso vari cicli di test pergarantire che siano sicuri.- Non mi piaceva davvero la piega che stava prendendo il suo discorso,considerando che aveva qualcosa a che fare con Becca. -Becca ha dimostrato di avere alcuni problemi e di poter diventare moltopericolosa.- Strinsi i denti così forte che mi sorpresi che non si fossero rotti. -Se leiha fatto qualcosa, è solo perché è stata provocata.- -Davvero?- Alice premette un pulsante sulla tastiera e lo schermosopra di lei a sinistra tremolò.Becca.Tutta l'aria andò via dai miei polmoni. Il mio cuore si fermò e poiaccelerò era sullo schermo, seduta contro il muro con la schiena.

L'immagineera sgranata, ma era lei, era lei. Aveva gli stessi vestiti che indossava lanotte in cui fu catturata al magazzino, parecchie settimane fa. Lamia confusione aumentò rapidamente. Quanto è vecchia questaregistrazione? Non poteva essere in presa diretta.I capelli le ricadevano ai lati, proteggendo il suo bel viso. Iniziai a dirle diguardare in alto, ma poi mi resi conto che questo mi faceva sembrare unimbecille. -Come puoi vedere, nessuno è vicino a lei-, disse Becca. -Questo è ilsergente MConnel in stanza con lei. Le sta facendo il colloquio iniziale.- Improvvisamente, il mento di lei scattò, e lei balzò in piedi, correndointorno a un uomo alto in uniforme militare. Il secondo successivo, colpìil pavimento. Guardai con orrore Becca cadere giù, e poi uno degli uominisganciò un tubo dell'acqua dal muro.Alice fece scattare un tasto, e comparve un'immagine diversa. Mi civolle un secondo per riprendermi dall'ultima scena e capire ciò chestava succedendo ora, ma quando lo feci, rabbia pura e rovente miilluminò.

  Sullo schermo c'erano Becca e quel fottuto George, che combattevano. Leisi girò di scatto, afferrandolo, ma lui precipitò in avanti, bloccandola.Quando lei si rigirò sopra di lui, liberandosi, l'orgoglio cresceva in me.  Ma la scena successiva provocò in me il desiderio di uscire dalla stanza.George aveva intercettato il suo pugno, torcendole il braccio, e le giròintorno. Il dolore attraversò il volto di Becca, mentre lui la buttò giù sullaschiena, inchiodandola al letto.Non ci vidi più. -Questo non sta accadendo ora,- disse Alice con calma. -Sono videodi qualche tempo fa, quando è arrivata. L'audio è spento.- Respirando pesantemente, mi voltai verso il televisore. Stavanolottando, e George ovviamente l'aveva sopraffatta. Lei stava ancoralottando, però, la schiena inclinata e il suo corpo si torceva sotto quellodi lui. La sete di violenza aumentò dentro di me, alimentata dalpotere della rabbia e da un livello di impotenza che non avevo maiprovato prima, che sapeva del sangue di quel pezzo di merda. 

Le mie mani si chiuseroa pugno, e volevo schiacciarle nel monitor, dal momento che il suo voltonon era di fronte a me.Quando la tirò giù dal letto, vidi George trascinarla sul pavimento e fuoridallo schermo. Mi girai verso Alice. -Cosa è successo? Dove l'haportata?- -In bagno, dove non ci sono telecamere. Noi crediamo in una sorta diprivacy.- Cliccò qualcosa e il video andò avanti di un paio di minuti, elui entrò da destra. Si sedette sul letto, e Becca apparve pochi secondidopo, completamente fradicia.Feci un passo avanti, espirando dal naso. I due si scambiarono qualcheparola, e poi lei si girò, aprì un cassetto, e afferrò dei vestiti.Scomparve di nuovo in bagno.George si lasciò cadere la testa tra le mani. -Lo ucciderò, cazzo.- Promisi, a nessuno in particolare, ma davvero eraquello che stavo per fare. Avrebbe pagato per questo, per tutto questo,in un modo o nell'altro.Il soldato si schiarì la gola. 

-George non è più un problema.- Lo affrontai, respirando pesantemente. -Vorresti dirmi perché?- Strinse le labbra. -George è morto.-  -Cosa?- -È morto-, ripeté il ragazzo. -Becca l'ha ucciso due giorni fa.- Il pavimento sembrò sprofondare sotto i miei piedi. La mia primareazione fu quella di negarlo, perché non volevo credere che Becca avessemai potuto fare qualcosa di simile, che ora avrebbe dovuto affrontareuna cosa del genere.Il monitor si spense, e Alice mi guardò. -Il motivo per cui ti stomostrando queste immagini non è per farti arrabbiare o impazzire. Haibisogno di vedere con i tuoi occhi che lei ha dimostrato di esserepericolosa.- -Non ho alcun dubbio che, se Becca ha fatto davvero tutto questo, deveaver avuto una buona ragione.-

 Il mio cuore batteva forte nel petto.Avevo bisogno di vederla. Se aveva fatto questo... non potevosopportare di pensare a quello che doveva aver passato. -E l'avrei fattoanch'io, al suo posto.-  Alice schioccò piano la lingua, e la aggiunsi automaticamente alla mialista -Persone da Uccidere Lentamente- .  -I kija possono esserecosì imprevedibili...-Incrociai il suo sguardo e lo sostenni. - Ooo anche i guardiani e gli ibridi-dissi in tono pungente   

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