Bagnata e gelata fino alle ossa, mi gettai sul pavimento. Non avevo idea di quanto tempo fosse passato da quando la prima dose di diamento fu liberata a quando l'ultima esplosione di acqua gelata mi colpì alla schiena.Cadere e lasciar loro fare quello che volevano, all'inizio non mi sembrava una buona opzione.
In principio il dolore valeva la pena,perché in nessun modo volevo rendergli facile la cosa. Una volta che il diamento fu lavato via dalla mia pelle e potei nuovamente muovermi, corsi verso la porta. Non stavo facendo nessun progresso, e dopo la quarta volta che mi spruzzarono con esso e poi ci affogavo dentro, ero esausta.Veramente esausta.Una volta che riuscii ad alzarmi senza ricadere, mi aggrappai al tavolo freddo, con passi lenti e doloranti. Ero quasi sicura che sulla superficie del tavolo ci fosse un sottile strato di diamante. La quantità di denaro che doveva essere stata necessaria per equipaggiare la stanza, per non parlare dell'intero edificio, con i diamanti doveva essere astronomica...E questo spiegava chiaramente il problema del debito pubblico della Nazione. E in verità, con tutto quello che avevo in testa, quella era una cosa che non doveva essere in lista, ma cominciavo a pensare che l'onice avesse mandato in corto circuito il mio cervello.
Il sergente Mcconnel era andato e tornato durante tutto il processo,sostituito da uomini in uniforme militare. I berretti che indossavano nascondevano loro buona parte del viso, ma per quello che riuscivo a vedere non sembravano molto più grandi di me, potevano avere intorno ai vent'anni.Due di loro erano nella stanza adesso, tutti e due con la pistola nella fondina posizionata sulla coscia. Parte di me era sorpresa che non avessero sparato il sedativo, ma il diamento faceva il suo dovere. Quello che portava il berretto verde scuro restava vicino alle guardie,osservandomi, teneva una mano sulla pistola e l'altra sul pulsante del dolore, quello che attivava l'onice. L'altro, quello con il berretto color cachi, sorvegliava la porta.
Poggiai le mie mani sul tavolo. Attraverso i ciuffi bagnati dei miei capelli zuppi, le mie dita apparivano abbastanza bianche ed appiccicose.Avevo freddo e stavo tremando al punto che mi domandavo se ero in preda ad una convulsione
-Ho... ho finito. Mi arrendo- dissi con voce aspra.Un muscolo vibrante apparve sul volto di Berretto Cachi.Cercai di alzarmi sul tavolo, perché sapevo che se non mi fossi seduta sarei caduta, ma il profondo e costante tremore dei miei muscoli mi fece barcollare da un lato. La stanza mi girò intorno per un secondo. Avrei potuto avere un danno permanente. Mi venne quasi da ridere, quanto sarei stata utile alla Killer Death se mi avesse danneggiata?
Il dottor Jason era stato tutto il tempo seduto in un angolo della stanza,con l'aspetto stanco, ma ora era in piedi, con il tensiometro in mano. -Aiutatela a sedersi al tavolo-.Berretto Cachi venne verso di me, si leggeva la determinazione sulla sua mandibola. Feci un passo indietro, cercando debolmente di porre una certa distanza tra noi due. Il mio cuore batteva rapidamente e con forza. Non volevo che mi toccasse. Non volevo che nessuno di loro mi toccasse.Berretto Cachi mi guardò, e dal punto in cui mi trovavo riuscii a vedere interamente il suo viso. Aveva gli occhi di un azzurro sorprendente, e sembrava annoiato da questa routine, potevo persino scorgere un certo livello di compassione nel suo sguardo.Senza dire una parola, si chinò e mi alzò.
Quando indietreggiò mi aggrappai ai bordi del tavolo, con la sensazione di essere già stata qui prima. Mi fu dato un altro bicchiere d'acqua, che accettai. Il dottore sospirò rumorosamente -Ti è passata la voglia di combattere ora?- Lasciai cadere il bicchiere di carta sul tavolo e obbligai la mia lingua a muoversi. La sentivo gonfia e difficile da controllare -Non voglio stare qui- -È naturale che tu non lo voglia- mise lo stetoscopio sul mio petto sotto la mia camicia, come aveva già fatto in passato -Nessuno in questa stanza, nè tanto meno in questo edificio, si aspetta questo da te; però combattere con noi, prima ancora di sapere cosa abbiamo in programma, alla fine ti creerà solo un danno. Ora respira profondamente-.
Espirai, ma l'aria mi si bloccò nei polmoni. La fila di armadietti bianchi all'altro lato della stanza diventò offuscata. Non piangerò... Non piangerò!Il dottore esaminò i miei movimenti, controllandomi la respirazione e la pressione arteriosa prima di parlare di nuovo -Becca... Posso chiamarti Becca, vero?"Mi scappò una breve e rauca risata. Così raffinato. -Naturalmente...- Sorrise mentre posava il bracciale dello sfigmomanometro sul tavolo, poi fece un passo indietro, incrociando le braccia -Ho bisogno di fare un esame completo, Becca. Ti prometto che non ti farà male. Sarà come un qualsiasi altro esame medico, come ne avrai già fatti in passato.- La paura creò come una palla dentro di me. Mi avvolsi le braccia intorno al corpo, tremando -Non lo voglio fare- -Possiamo posticiparlo un po', ma deve essere fatto- girandosi,camminò verso uno degli armadietti e prese una coperta marrone.
Tornò al tavolo, la appoggiò sulle mie spalle -Una volta che avrai recuperato le forze, ti riportiamo al tuo appartamento. Lì potrai lavarti e cambiarti gli abiti con altri puliti e freschi. C'è anche un televisore se vorrai guardarlo, oppure puoi riposare. È molto tardi, e domani sarà un gran giorno-.
Mi strinsi nella coperta, tremando. Lui lo faceva suonare come se stessi in un hotel. -Domani sarà un gran giorno?- Assentì
-Ci sono una montagna di cose che vogliamo mostrarti.Speriamo che così tu capisca cosa sia veramente la Killer Death- Lottai con l'impulso di ridere un'altra volta. -Lo so... Lo so cosa...- -Tu sai soltanto quello che ti hanno detto,- mi interruppe il dottore.
-E quello che sai è solo una mezza verità.- Inclinò il capo da un lato. -So cosa stai pensando riguardo alla morte dei tuoi genitori e delle ragazze prima di te. Ma non sai la storia completa che c'è dietro-. I mie occhi si strinsero e la risposta piena di rabbia mi salì dalle viscere.
-So quanto basta della vostra associazione e mi fate rivoltare lo stomaco con i vostri stupidi esperimenti su persone innocenti.-ribatto in tono aspro.
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The Truth
Science FictionUna ragazza con un potere che viene trasmesso da generazione a generazione solo nelle ragazze. Becca è costretta a scappare da un'organizzazione assassina che vuole usare il suo potere per scopi malefici e per distruggere la sua specie...