Il lunedì riuscire a connettere il cervello è sempre difficile, ma oggi mi sembra quasi impossibile. Ieri siamo rientrate tardi e non ho potuto dormire molto, soprattutto dopo il mio incontro con quel Jack. Mi sta altamente sulle palle, ma non riesco a smettere di pensare a lui. Dopo aver terminato un'intera confezione di correttore per le occhiaie, applico un bel po' di fondotinta, eyeliner e rossetto, indosso un vestito verde, delle décolleté nere tacco dieci e cerco di entrare nell'ottica lavorativa.
Indosso un giubbino, il casco e salgo sul mio "fantastico" motorino. Con Elettra e Maggie lo abbiamo rinominato Cat, che sta per Catorcio, il che è tutto un programma.
È stata Elettra a rimediarmelo, non so dove lo possa aver trovato e, conoscendola, è meglio non porsi per niente la domanda. Ma per girare in città va più che bene e per adesso comunque non mi posso permettere di più. Fortunatamente ho trovato un buon, anzi, ottimo impiego, ma le uscite sono comunque tante. Tra l'affitto, la spesa, le bollette, la benzina per Cat, e i vestiti, del mio stipendio non rimane poi molto.
Devo dire che i vestiti mi portano via una gran bella fetta, non sono mai stata una ragazza interessata alle grandi marche, visto che anche a Roma non navigavo di certo nell'oro. Ma essere la segretaria del titolare della Orlandi Solution S.p.a. è una grande responsabilità. Non che faccia grandi cose, ma mi ritengo molto soddisfatta del mio lavoro.
Parcheggio davanti all'edificio che ospita la sede principale della Orlandi Solution e, come ogni mattina, mi dirigo verso la caffetteria all'altro lato della strada a ritirare la colazione per il signor Carlo Alberto Orlandi, il mio fantastico titolare.
Davvero, vi giuro è fantastico. Il signor Orlandi, che dopo due mesi insiste per essere chiamato solo Carlo Alberto, ma che non è mai riuscito a convincermi in quanto lo trovo poco professionale, è un signore sulla cinquantina che si tiene sempre in forma. È fissato con la palestra e devo ammettere che le due ore pomeridiane dedicate alla sala pesi hanno l'effetto desiderato. È davvero un bel cinquantaquattrenne, alto, con un bel corpo avvolto sempre in vestiti super eleganti e super costosi.
Mi tratta quasi come una figlia e non è il solito capo stronzo ed egoista.
Durante il colloquio mi ha fatto molte domande personali e io ho cercato di rispondere sinceramente ma senza scoprirmi troppo.
Il suo motto è "Ogni dipendente è importante, trattalo non come un tuo sottoposto ma come un tuo parente, e si sentirà in famiglia. In questo modo tratterà l'azienda come la sua casa".
Dopo l'assunzione, mi ha dato due mesi di stipendio anticipato, per adattarmi nella nuova città. Pertanto cerco di ringraziarlo facendo al meglio il mio lavoro.
La sua reputazione se l'è creata da zero e per questo lo ammiro molto, cercando di prenderlo come esempio. Ha iniziato a lavorare come consulente per aziende in difficoltà e, piano piano, ha creato una società tutta sua.
La Orlandi Solution offre ogni tipo di consulenza per aziende, dall'avvocato, al commercialista, passando per il marketing e le risorse umane.
Alle otto e cinquanta ho già preso la colazione e mi dirigo a lavoro.
Salgo le poche scale ed entro nell'atrio del palazzo. Saluto Samantha, la receptionist, e prendo l'ascensore per il decimo piano, il mio.
"Buongiorno, Jenny!"
"Buongiorno, Claudia, tutto bene?" saluto la receptionist del piano, in quanto ogni piano è dotato di un centralinista che si occupa di smistare la posta, le telefonate e dell'accoglienza clienti, aspetto la sua risposta affermativa e mi dirigo verso il mio ufficio.
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La mia nuova vita
ChickLit"Ho sempre pensato che ad un certo punto della vita tutti i sogni, le speranze e le aspettative che una persona avesse immaginato per sé stessa, si sarebbero realizzati. Ho sempre pensato che la speranza fosse davvero l'ultima cosa a morire. Finché...