CAPITOLO 24

164 23 103
                                    


Jack mi sorregge fino alla sua auto e non faccio in tempo a salire che parte come un razzo. Passiamo prima a casa sua e sale a prendere qualche cambio, mentre io lo aspetto in macchina, per poi andare verso casa mia. Ho riacquistato le energie necessarie per scendere dalla macchina e preparare un borsone con lo stretto necessario, il tutto in pochi minuti.

"Tranquilla, andrà tutto bene." afferma Jack, dopo essersi immesso in autostrada.

"Ho paura." ammetto sincera. Ho paura di arrivare troppo tardi, ho paura di non riuscire a salutare per l'ultima volta mia nonna.

Quella donna che mi è stata sempre vicina.

Quella donna che amo più di ogni altra cosa al mondo.

Quella donna forte e orgogliosa che mi ha insegnato tutto quello che so nella vita, che mi abbracciava quando ero piccola, che mi tranquillizzava quando cadevo dalla bici e mi sbucciavo le ginocchia, che mi leggeva le favole per farmi addormentare.

Quella donna che amo e che ho sempre trattato quasi come una madre.

Se non di più.

Con mia madre litigavo, mentre da mia nonna trovavo rifugio e protezione.

Con mia madre mi scontravo, mentre da mia nonna trovavo sostegno e appoggio.

Sento la mano di Jack stringere la mia, cercando di trasmettermi tutto il conforto che non riesce a dirmi a parole, ma di cui ho bisogno.

Passiamo all'incirca un'ora in quella posizione. Io raggomitolata sul sedile, la mano di Jack intrecciata alla mia, nessuno dei due parla, ad accompagnarci solo la musica di sottofondo. Restiamo così fino a quando il cellulare di Jack non inizia a squillare.

"Ehi, Nick!" lo sento rispondere e, non volendo, mi volto verso di lui. Sono troppo curiosa di ascoltare quella conversazione.

"Come sta?" come sta chi? Oh, forse si sta riferendo alla sorella di Nick.

"Non posso, sto andando a Roma." Sento la voce di Nick dall'altro lato del telefono diventare leggermente più alta, ma non riesco comunque a distinguere le parole.

"No, sono con Jennifer, la sto accompagnando a casa, sua nonna... non sta molto bene, è dovuta partire subito." In questo momento vorrei sentire la voce di Nicholas, quella voce dolce che sa calmarmi anche solo con una parola. Anche se, devo ammettere, il fatto accaduto qualche sera fa mi ha scosso molto e non so se avrò mai il coraggio di guardalo in faccia. Mi manca ma allo stesso tempo non lo voglio nemmeno vedere.

"È un po' sconvolta." Gli ha sicuramente chiesto come sto. "Ok... tieni, è Nick." afferma Jack, passandomi il cellulare.

Sento il cuore esplodermi nel petto. Letteralmente.

Afferro l'Iphone e, con mani tremanti lo porto all'orecchio.

<Pronto?> aspetto di sentire la sua voce mentre il mio cuore è come impazzito. Un attimo batte velocissimo, quasi a voler uscire fuori, mentre l'attimo dopo pare fermarsi.

<Ehi...> ecco, adesso si è fermato del tutto <Come stai?>

Che domanda del cazzo! Come sto? Male, come devo stare?

Sto male per mia nonna.

Sto male per i segni al collo.

Sto male per non averti vicino.

Sto male per la distanza non solo fisica che abbiamo innalzato tra di noi.

<Io... non lo so.>

<Andrà tutto bene, ok?>

La mia nuova vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora