CAPITOLO 4

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Ebbene sì, siamo pronte per questa "fantastica, unica e speciale serata", come l'ha soprannominata Elettra, anche se per me si tratta di un qualsiasi altro sabato sera.

Usciamo di casa, salendo in macchina di Maggie. Essendo lei la "santarellina" del gruppo, si offre sempre di guidare, non è mai stata attratta dall'alcol (non che io e Elettra siamo delle alcolizzate, per intenderci) e quindi è sempre perfetta come taxista.

Raggiunto il ristorante, ordiniamo subito delle pizze, siamo davvero affamate.

"Finalmente è finita questa cavolo di settimana! Pensavo di non uscirne viva!" dice con gesti teatrali Elettra.

"Oh sì guarda, che gran fatica farsi truccare, pettinare, fare due foto e poi ciao, a casa!" le risponde Maggie.

Elettra con un corpo così perfetto può fare solo la fotomodella. È davvero bellissima e nelle foto ancora di più.

"Ehi, guarda che stare in posa per ore e ore costa molta fatica."

"Sì, certo, come no!" le rispondo ridendo.

"Soprattutto quando hai un bel pezzo di manzo che ti stringe da dietro, con quei muscoli che urlano GRAFFIAMI, TOCCAMI e tu non puoi... perché devi stare ferma immobile!"

Guardo Maggie e insieme iniziamo a ridere.

"Certo, il problema è il ragazzone!" le confermo.

"Ma ovvio! Ci vuole concentrazione a non saltargli addosso!"

Scoppiamo a ridere tutte e tre insieme.

"La vostra settimana come è andata, invece? Pezzi di manzo in vista?" ci chiede Elettra.

"Orlandi mi sta ammazzando di lavoro. Non capisco perché da dei compiti a me quando ci sono gli uffici appositi." 

"Cazzo, Jenny, il tuo capo è un figo!" esordisce Elettra, sempre la solita.

"Io ti sto dicendo che mi stanno massacrando di lavoro e tu pensi a Orlandi?"

"Be' però ammettiamolo, è un bell'uomo per l'età che ha, no?" aggiunge Maggie.

"Sì, va be' si mantiene in forma, ma dai..." dichiaro timidamente.

"Ma un bel figliolo questo Orlandi non ce l'ha? Ti servirebbe... ti dico solo una parola: ragnatela!"

"Oddio, Elettra! Non è che quando gli porto il caffè gli dico: ah, signor Orlandi, un bel figlio da usare come vibratore ce l'ha? Cavolo, Ele, contieniti!"

"Potrebbe essere un'idea, lunedì glielo potresti chiedere!"

Maggie e Ele iniziano a ridere come due sceme. Non è divertente, non è per niente divertente.

"Ok, basta! Maggie, a te come va?" domando cercando di spostare l'attenzione altrove.

"Al solito. Tanti appuntamenti ma nessuno che si concretizza."

"Che c'è che non va, Magg?" le chiedo.

"Tutto! È così difficile a volte. Prima vengono da te e poi ti rifiutano perché per loro non sei all'altezza. Sto pensando di cambiare lavoro, ma che altro potrei fare? Io so fare solo quello."

Margherita lavora nell'azienda di famiglia, si occupano di interior design, ma deve sempre fare i conti con la popolarità del padre. Tutti vogliono firmare con lui, non con la figlia ancora troppo inesperta. I genitori l'hanno praticamente obbligata a intraprendere quella strada, all'inizio lei era entusiasta di questo lavoro, ma con il tempo si è accorta dei troppi pregiudizi della gente.

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