CAPITOLO 25

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"Come va?" mi chiede Jack, togliendo una mano dal cambio e appoggiandola sulla mia gamba.

"Bene! Sono contenta di essere tornata a casa e aver rivisto tutti." affermo mentre guardo dal finestrino i prati e le montagne scorrere veloci.

"Tua nonna è formidabile!" sorride lui, stringendomi la mano.

"Sì, la adoro!" dico ricambiando il sorriso.

"Mi dispiace di non poter rimanere di più, non potevo proprio disdire l'appuntamento di questa sera."

"Tranquillo, va bene così!" affermo, e sono sincera.

Ieri come previsto abbiamo fatto un pranzo per festeggiare i novant'anni di nonna Emy. C'era un sacco di gente, parenti, amici di famiglia, conoscenti, compaesani e perfino le mie amiche. Abbiamo festeggiato tutto il giorno e il pranzo si è trasformato in poco tempo in una cena, abbiamo mangiato fino a scoppiare, ballato, scherzato e ci siamo divertiti un mondo. Questa mattina, dopo esserci svegliati abbastanza tardi, in quanto dovevamo riprenderci dalla serata che si è poi prolungata fino a tarda notte, Jack mi ha informato che sarebbe dovuto rientrare perché aveva un importante appuntamento fissato per il pomeriggio al Black & White. Mi ha anche proposto di rimanere ancora un altro giorno e tornare poi a Milano la domenica, ma i miei hanno rifiutato categoricamente al mio posto, non volevano assolutamente che prendessi il treno da sola. In tarda mattinata abbiamo salutato tutti ed eccoci qui, si torna a casa, direzione Milano. È strano, anche se sono felice di aver fatto pace con tutti, considero più casa mia Milano, che mi ha letteralmente rapito in questi pochi mesi, che il mio paesino in provincia di Roma.

A Milano posso sentirmi realmente me stessa. Sento di poter essere libera di fare le mie scelte, di commettere i miei sbagli, senza l'influenza di nessuno. Certo, ho parecchie questioni da risolvere anche lì, primo tra tutti un piccolo problema di nome Nicholas, ma ci penserò più avanti.

Per ora voglio solo godermi questo viaggio di ritorno. E sì, lo ammetto, voglio anche godermi un Jack dolce e premuroso. Chissà se una volta rientrati a casa tornerà ad essere il solito stronzo? Ci scommetto, tu no? Sì, anche io!

"Grazie per avermi accompagnata." rompo il silenzio che si era venuto a creare per un bel po'.

"Tranquilla, Trottolino, troverai un modo per sdebitarti! Ho già parecchie idee, se è per questo!" afferma lui facendomi l'occhiolino. Ecco si sta già trasformando!

"Ma quanto sei stronzo?" rido io.

"Non sai quanto, Trottolino!" risponde ridendo anche lui.

Arriviamo davanti casa mia verso le tre del pomeriggio. Anche se sono stata seduta per la maggior parte del tempo, mi sento davvero stanca e non vedo l'ora di andare a farmi una doccia.

"Ci vediamo lunedì, Trottolino!" mi saluta Jack, dandomi un lieve bacio all'altezza dell'orecchio.

"Ciao Jack. Grazie ancora!" ricambio il saluto e mi affretto a salire in casa.

Non appena apro la porta di casa una figura si materializza davanti a me. Quasi mi prende un colpo. Il mio cuore inizia a battere forte dalla paura. Quando realizzo che si tratta di Nicholas non so se sono sollevata o ancora più impaurita.

"Jennifer..." "Che ci fai qui?" diciamo insieme.

"Sono arrivato mezz'ora fa, mi ha aperto Margherita, ha detto che saresti rientrata a breve e mi ha concesso di aspettarti qui, lei doveva uscire."

Perfetto, davvero perfetto. Se magari in casa ci fosse stata Elettra sono sicura che non lo avrebbe fatto entrare.

"Nick devo... farmi una doccia, per favore... ci vediamo lunedì a lavoro." ho bisogno di un po' di tempo per riflettere su queste sensazioni strane e contrastanti che stanno invadendo il mio corpo.

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