CAPITOLO 1

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Domenica, ore sette e quarantacinque del mattino.

Non riesco a chiudere occhio, la testa mi martella e le orecchie riproducono un terribile fischio a dir poco fastidioso.

Credo di aver esagerato con il Mojito ieri sera.

Tra fischi e ronzii vari riesco a sentire chiaramente le urla di piacere di Elettra, la mia coinquilina, e di un ragazzo, almeno credo, e il cigolare incessante del letto.

Quei due ci stanno dando dentro, accidenti!

Sono contenta per loro, ma io devo dormire, ho bisogno di dormire.

So che Elettra può andare avanti così per diverse ore, ma, cavolo, questo tizio si stancherà prima o poi, no? Avrà bisogno di riprendersi, giusto? Spero presto. Ti prego.

Tra i rumori incessanti quasi non mi accorgo della porta della mia camera che si apre.

"Jenny, sei sveglia?" è Margherita, l'altra mia coinquilina.

Sono stata davvero fortunata ad incontrare queste due ragazze. Sono fantastiche. Rumori a parte.

"Ssh, abbassa la voce! Mi fa male la testa!"

"Io sto parlando piano, è quella selvaggia di là che sta facendo un gran casino."

"Secondo te la smetteranno, prima o poi?" le chiedo, sperando in una risposta positiva.

"Non lo so, bisognerebbe farle capire che ci stanno disturbando. Bisognerebbe andare di là ed essere chiari. Capisci cosa intendo?" certo, capisco benissimo.

"Ok, vado!" mi alzo mal volentieri dal letto, dirigendomi verso la camera di Elettra.

Delle tre, io sono quella che, a detta delle altre, porta pace. Per qualsiasi problema vengono da me e io cerco di aiutarle, per quel che posso. Ecco perché mi hanno soprannominato Chiara.

È successo una sera di qualche settimana fa. Eravamo in un locale a festeggiare la fine del rapporto tra Elettra ed Alessandro, il ragazzo con cui stava uscendo da un paio di mesi. Ovviamente su suggerimento di Elettra, secondo cui ogni occasione era buona per fare festa. Non riuscivamo a toglierci di mezzo un gruppo di ragazzi che ci stavano provando spudoratamente con noi. Ma quella era una serata solo donne, nessuna scopata. Testuali parole di Elettra.

Così ci siamo presentate con dei nuovi nomi, e poi ce ne siamo andate. Elettra era diventata Selvaggia. Perfetto per lei. Non c'è neanche bisogno di spiegazioni. Ogni sera è un ragazzo diverso. Lei è sempre spensierata che quasi la invidio. Margherita invece era Angela. Lei è una perfettina figlia di papà, tutto il contrario di Elettra, non riesce neanche a dire la parola sesso. Non ce lo ha detto chiaramente però crediamo che sia ancora vergine. E poi c'ero io, Chiara. Una via di mezzo tra le due. Non posso ancora descrivermi con esattezza. Ma una cosa la so, sono cambiata. La vecchia Jennifer non esiste più, e sono alla ricerca di una nuova me stessa.

"El... Selvaggia?" dico bussando alla porta della sua camera. Ops, mi stavo sbagliando! Dietro sua esplicita richiesta, adesso si presenta solo come Selvaggia, così la mattina, quando deve scappare da casa di quei poveri ragazzi, loro non potranno più rintracciarla. Strano che ieri sera se lo sia portato da noi. Di solito è sempre lei che va da loro.

"Mmh..." mi risponde.

"Scusate ragazzi, ma qua c'è gente che sta cercando di dormire. Potete fare almeno più piano?"

"Mmh..." è la sua unica risposta.

"Ok, basta!" dico spalancando la porta, accendendo la luce e, ovviamente, coprendomi gli occhi. "Odio fare la parte della mamma chioccia, ma..."

Vengo interrotta da un altro "Mmh..."

"Selvaggia, basta! È ora di fare la nanna. Saluta il tuo amichetto. Ciao Amichetto, è ora di andare!"

Urlo per farmi sentire, scoppiando a ridere insieme ad Elettra, che esegue i miei ordini. Il ragazzo protesta perché lui non ha ancora finito, e c'era quasi. Uscendo dalla camera sento Elettra che dice "Mi dispiace, amico, ma io sono già venuta quattro volte! Ciao, è stato bello!" e scoppio a ridere. Quella ragazza è incredibile.

Lo vedo che corre fuori dalla porta, mandandomi letteralmente a quel paese.

"Jenny, non credevo che l'avresti fatto davvero!"

"Piccola Maggie, serve solo un po' di coraggio." quello che mi è mancato per venticinque anni, penso tra me e me. "Forza, ora andiamo a dormire, sono esausta."

"Ma dai, oramai siamo tutte sveglie, andiamo a fare colazione." protesta Elettra.

"Ele, non abbiamo chiuso occhio per tutta la notte. Facciamo un aperitivo questa sera invece che la colazione, ok? Buonanotte!"

Saluto con un cenno della testa le mie due nuove amiche e mi fiondo letteralmente a letto.

Sono così esausta che dormo fino alle cinque del pomeriggio. Da quando sono a Milano, finalmente gli incubi sono spariti. Credevo che non se ne sarebbero mai andati. Ogni notte sognavo quegli incredibili occhi di un verde così intenso da far paura. Invece ora sono davvero rinata.

Il pomeriggio come promesso usciamo per un giro in centro e un aperitivo.

L'aperitivo diventa cena e la cena, su suggerimento ovviamente di Elettra, diventa "balliamo dieci minuti e poi ce ne torniamo a casa". Inutile dire che i suoi dieci minuti diventano prima una mezz'ora e poi un'ora.

"Due minuti e ce ne andiamo, domani devo lavorare." urlo alle mie amiche che mi rispondono con un ok.

Mentre sto per dire che non sto scherzando, sento due mani che mi avvolgono la pancia e un corpo strusciarsi dietro la mia schiena. Sto per girarmi e dirgli di smetterla, quando lui mi precede, prendendomi per le spalle e facendomi voltare verso il suo viso.

"Ciao Trottolino. È da un po' che ti guardo. Sei bellissima." mi dice il ragazzo. Lo osservo, fulminandolo con lo sguardo, e mi accorgo che... caspita, è un gran bel ragazzo! È parecchio più alto di me, non che ci vuole molto a superarmi visto il mio metro e sessanta scarso, ha i capelli biondi con un ciuffo spettinato, occhi azzurri così chiari da specchiartici dentro ed un sorriso che... WOW!! Jennifer, contieniti, accidenti!

"Primo, non mi chiamo Trottolino. Secondo, puoi anche tornare a guardarmi, ma giù le mani." cerco di assumere un tono serio di voce, ma quando i miei occhi cadono su quella camicia nera che lascia intravedere degli addominali ben scolpiti... be,' spero solo di riuscire a dire almeno una frase di senso compiuto. Calma, Jenny! Ora come ora non hai bisogno di nessun tipo di distrazione. Anche se questo ragazzo è un bel tipo di distrazione!

"Ok, ok, scusa, Trottolino! Scusa volevo dire..." si ferma un attimo per poi riprendere "Piacere, Jack, tu sei?"

Esito un secondo e poi mi presento anche io, in fondo è solo per una questione di educazione "Chiara."

"Chiara... mi piace di più Trottolino!  Quindi, Trottolino, ti va un drink?" chiede, facendomi l'occhiolino, e tornando a strusciarsi su di me. Va bene, ammetto che sia davvero un bel ragazzo, ma ha un atteggiamento da vero cafone. Chi si crede di essere?

"Mi chiamo Chiara... C-H-I-A-R-A. E no, grazie, stavamo per andarcene!" gli rispondo, afferrando le mie due amiche, che nel frattempo erano rimaste a guardare il tizio, soprattutto Elettra che aveva già lo sguardo da predatrice, e si stava avvicinando per presentarsi.

"Andiamo, ragazze!" chiamo le mie amiche, sperando che non facciano storie.

"Ciao Jack, è stato un piacere." saluta Elettra e si avvia verso l'uscita, seguita da Maggie. Sto per girarmi anche io per andarmene, quando una mano prende la mia e mi fa girare.

"Nemmeno mi saluti, Trottolino?" Ma quanto è odioso?

"Ciao, Jack." a mai più, penso tra me e me.

"A presto, Trottolino!" dice mentre si avvicina per lasciarmi un bacio nell'angolo della bocca. Arrogante!

"Sì, certo, come no!" e così dicendo mi giro e raggiungo le mie amiche, lasciando Jack al centro della pista che mi guarda, un sorrisetto si forma sulla sua così bella faccia da schiaffi e mi saluta un'ultima volta con un occhiolino.

La mia nuova vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora