CAPITOLO 13

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Sono dentro al mio bagno privato con Jack, bagno che sembra essere stato adibito ad ufficio. Aspetto che sia lui a parlare per primo, visto che io non so proprio cosa dire. E comunque, per la precisione, è lui a dovermi dare delle spiegazioni per il suo atteggiamento e non io. Mi sorreggo con la schiena al lavandino mentre lo guardo appoggiarsi contro la porta, incrociare le braccia al petto e accavallare un piede sopra l'altro. E sorridere.

Sorride? Be', sono contenta che per lui la cosa sia divertente. Non so perché ma io sto morendo di paura. Sento il cuore che batte all'impazzata e non credo di riuscire a stabilizzarlo. Almeno finché non uscirò da questo maledetto bagno. Sempre se riuscirai ad uscirne! Non ti ci mettere anche tu che adesso proprio non è il momento. Vaporizzati!

"Quindi, siamo arrivati alla fine." Annuncia Jack.

Ecco, adesso mi ammazza. Addio mondo.

"Jack..." sussurro, cercando in so quale modo di calmarlo.

"Adesso tu mi racconti tutto quello che è successo quella dannata sera!" Bene, dritto dal sodo.

"Jack ma che cosa ti devo raccontare? Che c'è da raccontare? Possibile che tu non ti ricordi niente?"

"No, Trottolino, mi ricordo, eccome se mi ricordo! Ma credo che i miei pensieri siano stati leggermente distorti dall'alcol."

"Che vuoi dire?"

"Che ti ho messa a letto, ti ho spogliata. E tu eri lì, in intimo, con quella pelle bianca e candida che io... cazzo! Non puoi neanche immaginare le cose che avrei voluto farti. Ora, voglio che tu mi descriva dettagliatamente tutto, nessun minimo particolare escluso."

"Mi vergogno."

"Oh, Trottolino, non devi. Per favore, ne ho bisogno. Sto per impazzire."

E quella sua preghiera silenziosa mi da il coraggio di iniziare a parlare.

Gli racconto tutto. Racconto di come l'ho trovato a guardarmi mentre dormivo, del bacio, delle sue mani che accarezzavano il mio corpo. Salivano e scendevano su di me in sincrono con le sue labbra e la sua lingua. Mi baciava, mi mordicchiava, mi assaggiava. Assaggiava ogni parte del mio corpo, anche quelle più nascoste ed intime. Racconto di come si è messo il preservativo ed è entrato dentro di me. È stata una sensazione strana ma piacevole, tanto che poco dopo abbiamo raggiunto entrambi l'apice, quasi contemporaneamente.

Per tutto il tempo lui non mi interrompe, non mi chiede niente e non dice una parola. Concludo riferendogli che ci siamo addormentati esausti, abbracciati ed entrambi appagati.

"Finito?" mi chiede, quasi come se avessi parlato per tutto questo tempo della lista della spesa.

Faccio un cenno affermativo con la testa e lui per tutta risposta butta indietro la testa e ride.

Ride? Sta ridendo di me? Che grandissimo stronzo!

Lo guardo, cercando di fulminarlo con lo sguardo e lui ride ancora più forte. Ride proprio di gusto, mettendo le mani sulle ginocchia e piegandosi in avanti per sorreggersi. Ma io lo ammazzo!

"Hai finito?" chiedo, incrociando le braccia al petto.

"No..." afferma, non riuscendo a smettere "Ok... ok, ho finito. Ora capisco tutto."

"Capisci tutto cosa?"

"I tuoi versetti." Ma di che diamine sta parlando? Probabilmente vede la mia faccia confusa e decide di rispondere alla mia domanda silenziosa "Mentre dormivi emettevi dei versetti alquanto strani."

La mia nuova vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora