Eccomi qui.
Sono davanti all'ingresso della Orlandi & Spencer.
È lunedì e da oggi inizia quello che posso definire il mio nuovo lavoro.
Non trovo però il coraggio di muovere i piedi ed entrare.
Sabato l'inaugurazione è andata benissimo e con Nicholas... be', anche con lui tutto è andato benissimo. Eppure non so come comportarmi ora che lo rivedrò a lavoro come mio capo. Il mio capo ed il mio amante. Abbiamo passato un fine settimana stupendo e ieri, dopo che mi ha riaccompagnata a casa, non ho fatto altro che pensare a lui.
Avrei voglia di correre dentro ed abbracciarlo, e ringraziarlo. Mi ha fatto sentire così dannatamente bene in questi giorni.
Però non posso. Primo perché sarebbe poco professionale e poi perché c'è un problema ben più grande di nome Jack. Non so come devo comportarmi con lui.
Elettra e Margherita, che ieri mi hanno tartassato di domande, mi hanno consigliato di far finta di niente, e parlare con Nicholas il prima possibile per chiarire la questione. Soprattutto chiedergli se lui considera questa specie di storia una cosa seria e, in tal caso, quando pensa di parlare con il suo amico. Ma ovviamente io, fifona come sono, non avrò mai il coraggio di domandargli queste cose. Ho troppa paura di sentirmi dire che per lui si tratta solo di un'effimera storia di sesso. Niente di più.
Con questi pensieri, mi faccio coraggio ed entro in ufficio. Tutto è stato ripulito e sistemato ed alcune segretarie sono già intente a svolgere i loro compiti.
Sono così persa tra i miei pensieri che vado a sbattere contro qualcosa, o meglio, qualcuno. Alzo lo sguardo e il sorriso dolce di Nicholas appare davanti ai miei occhi.
"Ehi, buongiorno!"
"Ci... ciao." balbetto.
"Sei ancora arrabbiata per il piccolo scherzo di ieri?"
Cosa? Ho sentito bene? Ma non dovevamo fare come se niente fosse successo? Lo guardo sbattendo le palpebre e cercando una cavolo di frase per rispondergli, ma lui mi precede.
"Ci vediamo stasera a casa mia." e così dicendo se ne va verso l'ingresso, lo seguo con lo sguardo e noto solo adesso la figura alta e imponente di Jack.
Non mi ha dato nemmeno il tempo di rispondere. La sua non era una domanda, mi sembrava più un ordine. Oh, giusto.
Lo vedo scambiarsi qualche parola con il suo amico e poi scomparire, uscendo dall'edificio.
Jack, invece, avanza verso di me, ed io velocemente mi giro, dirigendomi verso il mio ufficio.
"Buongiorno, Trottolino!"
Beccata!
Mi volto lentamente e lo osservo per qualche secondo. Indossa dei jeans scuri e una camicia azzurra. Semplice ma elegante. I capelli sono leggermente spettinati e quegli occhi azzurri mi fissano, intimorendomi.
"Buongiorno, Jack."
"Allora... si inizia."
"Già." sussurro, credendo si riferisse alla settimana lavorativa.
"Bene, ci sarà da divertirsi! Io vado nel mio ufficio, devo fare alcune telefonate. Portami dell'acqua." e così dicendo se ne va.
Ti prego no. Non mi dire che siamo ritornati al momento in cui lui mi dava ordini e io li eseguivo. Ribellati!
"Jack, non posso, ho del lavoro da sbrigare." affermo titubante e chiudendo per un secondo gli occhi. Ecco ora mi frusta, me lo sento.
"Inizierai tra qualche minuto. Prima portami dell'acqua!" e così dicendo se ne va entrando nel suo ufficio.

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La mia nuova vita
Chick-Lit"Ho sempre pensato che ad un certo punto della vita tutti i sogni, le speranze e le aspettative che una persona avesse immaginato per sé stessa, si sarebbero realizzati. Ho sempre pensato che la speranza fosse davvero l'ultima cosa a morire. Finché...