CAPITOLO 33

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Gamba destra, gamba sinistra.

Gamba destra.

Gamba sinistra.

È questo che sto pensando negli ultimi dieci, forse quindici, minuti.

È come se avessi rimosso tutto e l'unica cosa che mi frulla in testa è mettere un piede avanti l'altro e continuare a camminare.

Non so quanto tempo sia passato da quando me ne sono andata da casa di Nicholas.

Potrebbe essere trascorsa un'ora o forse quattro.

A me sembra un'eternità.

Ho passato buona parte di questa mia passeggiata solitaria a riflettere su tutto quello che mi ha raccontato poco fa Nick.

Dire di essere sconvolta è poco.

Mille pensieri mi vorticavano in testa e, a un certo punto, ho detto basta.

Ho staccato la spina, cancellando tutto.

Eppure non riuscivo a cancellare l'immagine di Nicholas.

La mia testa mi riproponeva la sua figura, ancora e ancora.

Mi si stringe il cuore quando ripenso a noi due abbracciati, a lui che mi stringeva forte, ai nostri momenti felici. A quando facevamo l'amore, a quando mi baciava fino a farmi mancare il fiato, quasi non volesse più lasciarmi andare. A come mi guardava, a come accarezzava il mio corpo solamente attraverso un suo sguardo. Era come se riuscissi a sentire le sua mani su di me, solamente immaginandole.

E anche ora le sento.

Sento la sua presenza, anche se non c'è. Anche se è lontano, anche se non so dove sia.

Anzi, mi correggo, sono io che non so dove sono.

Continuo a camminare.

Il gelo mi è arrivato fin dentro le ossa, ma solo pensando a quegli occhi nocciola sento un fuoco avvampare in me.

Perché mi fa questo effetto?

Perché non sono in grado di allontanarmi da lui?

Perché non riesco a lasciarlo andare?

Non voglio, ecco perché. È troppo importante. È diventato troppo importante.

Devo andare da lui.

Devo chiedergli scusa.

Devo dimostrargli il mio amore.

Riprendo a camminare velocemente, giro a destra, a sinistra, cerco di ricordarmi anche il più piccolo dettaglio che possa riportarmi da lui.

Eppure più cammino, più mi sembra di perdermi.

Senza di lui sono persa.

Forse è un segno del destino.

Forse è questa la mia scelta.

Forse devo davvero stare lontana da lui.

Forse non riesco a ritrovare la strada di casa perché dentro di me so di aver fatto una scelta, scappando.

E la consapevolezza di averlo perso per sempre si fa strada in me.

Se ripenso al suo sguardo una volta terminato il racconto, al suo viso bagnato di lacrime salate, alla sua muta supplica di non andarmene, di non avere paura di lui, mi si attanaglia lo stomaco.

Ho sbagliato.

Ho fatto la cosa giusta.

Hai fatto la tua scelta. Volevi scappare da lui, bene l'ha fatto, ora ne pagherai le conseguenze.

La mia nuova vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora