38. QUESTIONE DI PUNTI DI VISTA - 4

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«Un ultimatum?!» esclamò Edmund.

«Tu sai che stai rischiando la bocciatura, no?» annuì la prof, con un sorriso.

«Direi che lo so» disse Edmund, sollevando impercettibilmente le sopracciglia.

«E pensi che, anche se hai cambiato sezione, io non possa più influenzare il verdetto finale? Se lo pensi, ti assicuro che ti sbagli. Io sono stata la tua professoressa di Italiano per quattro anni, e sono preside del liceo. Sarò io a decidere, alla fine, se sarai pronto o meno per andare all'università. Di questo, puoi starne certo. Se non convinci me, puoi scordarti di uscire da qui!».

Edmund la fissò in silenzio. Avrebbe voluto avere il super-potere di liquefare con gli occhi.
Invece, come aveva detto la preside, non aveva un bel niente.

La preside continuò: «E devi sapere, Lloyd, che io non ho alcuna intenzione di promuoverti!».

Edmund ebbe un moto di rabbia. Non poteva bocciarlo! Aveva il massimo in tutte le materie scientifiche!
Solo perché nelle materie umanistiche aveva un po' troppi insufficienti, non voleva dire che fosse un caso disperato...

La preside continuò: «Vedo che ti stai scaldando. Cominciavo a chiedermi quanto ci avresti messo per perdere la pazienza. Di solito, a quest'ora, eri già uscito gridando dalla classe. Come facevi tutte le lezioni di tuo padre, non è così? Lo sai, vero, che avrei potuto sospenderti per questo e che, con un'altra sospensione, non avresti più avuto neppure il bisogno di star a parlare con me di una qualche vaga possibilità di passare la maturità?».

Edmund rimase in silenzio. E quindi suo padre aveva parlato? Forse voleva che lui venisse bocciato? Forse pensava che gli servisse una bella lezione...?
Ma Edmund non se la sentiva di prendersela con suo padre: sapeva che la causa di tutto era lui. Lui e nessun altro.

La preside intuì i suoi pensieri: «Non lo sono venuta a sapere da tuo padre: tutta la scuola parla delle tue imprese. Lo sono venuta a sapere per caso, ascoltando i discorsi dei tuoi amici. Per cui, ora che sai qual è la tua situazione e sai che non è per niente positiva, ti dirò come penso di risolvere tutto in modo che soddisfi tutti quanti».

Edmund non rispose. Piuttosto scettico sul "soddisfi tutti quanti", attese in silenzio il cosiddetto ultimatum, che non tardò a venire: «Ecco qui. Con questo tema, puoi riscattare la tua promozione. Scommetto che non ti piacerebbe se io lo rendessi pubblico, non è così? I tuoi amici capirebbero che ti sei inventato un personalità falsa solo per piacergli. Cadresti dal tuo piedistallo di popolarità della scuola. Non è forse questo, quello che pensi?».

Non poteva permetterle di rovinare tutto quanto!
Se l'intera scuola avesse letto il suo tema, quelli che si consideravano suoi amici si sarebbero sentiti umiliati, presi in giro e traditi.

«Mi sta ricattando?» esclamò.

La preside lo guardò con rabbia: «Ricattando? Che termine orribile! No, affatto. Anzi, io voglio aiutarti. Ecco quello che penso. Se tu rendessi noto quello che sei in realtà, le tue due personalità sarebbero finalmente riunite. Tuo padre sarebbe felice di sapere che non deve più vergognarsi del proprio figlio arrogante e maleducato. Sarebbe fiero di te, perché in realtà tu sei intelligente, hai talento, sei sensibile... Solo un po' troppo orgoglioso, ecco. E saprebbe finalmente che l'unico motivo per cui hai finto di essere cosi immaturo era per piacere ai tuoi coetanei, avere la loro stima, il loro rispetto, la loro amicizia. E non negare che tutto questo ti farebbe piacere!».

Edmund stette in silenzio.

La prof continuò: «Ed ora, veniamo al punto. Con il tuo approfondito approccio al problema e con le tue potenzialità, potresti concorrere ad un prestigioso concorso, il Veliero di carta. Se tu lo vincessi per noi, il nostro liceo ne acquisterebbe molto, in termini di prestigio e notorietà... Si terrà verso la fine di febbraio. In premio per il vincitore c'è una borsa di studio per l'università. E, soprattutto, tu non avresti da temere che la tua immagine sociale venga rovinata, perché, al momento in cui verrà nominato il vincitore, sarai già fuori dal liceo! Una volta fuori di qui, potrai finalmente tornare ad essere il vero Edmund Lloyd: non ci sarà più bisogno di alcuna maschera. I tuoi veri amici continueranno ad esserlo anche fuori, tuo padre tornerà ad essere fiero di te, tu riacquisterai la tua identità e potrai farti nuove amicizie, finalmente più adatte a te. Ecco, se tu accettassi di partecipare al concorso, io considererei questa partecipazione come un progetto di recupero personale, e farei in modo che tu venga promosso (almeno nelle materie che mi riguardano), cancellando la tua media attuale e le tue note sul registro. Sempre che tu non faccia in modo di averne di nuove. Allora, cosa rispondi?».

«Mi promuove anche se non vinco?».

«Sì, certo. Se mi prometti che darai il meglio di te».

«Ma potrebbe non far parola di questo con nessuno? Neppure con mio padre?».

«Va bene. D'altronde, sei maggiorenne. Ma allora, cosa decidi?».

Edmund aveva preso la strada del suicidio sociale ancora prima che la prof lo invitasse a fare quella scelta.

«Lo farò» concluse.

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