44. AVREBBE DOVUTO SAPERLO

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Si crede facilmente quel che si brama.

Alexandre Dumas

Ecco, aveva escogitato un modo.
Non era un piano molto elaborato, certo. Ma spesso erano proprio quelli più semplici, a riuscire di più. Tutto stava nel fingere di non dar affatto valore all'episodio.

Questo era il punto più difficile per Edmund, visto che di valore gliene dava fin troppo.

Diana aveva internet sul cellulare.
Questo doveva aver sicuramente influito sulla frequenza della sua partecipazione a Dragonfly, se davvero ne faceva parte: infatti, nelle settimane trascorse dopo la famosa interrogazione, Edmund aveva notato che molto spesso Lo Spettatore vi entrava in orari in cui non poteva ancora essere arrivata a casa. Spesso, persino durante le ore di lezione.
Anche gli altri usavano internet mobile per entrare su Dragonfly: nessuno voleva attendere la sera. Il suo giornale - il loro giornale - aveva avuto successo.

Perciò, se Diana era Lo Spettatore, la sua doppia identità doveva aver lasciato qualche traccia sulla memoria del suo cellulare.
Edmund doveva semplicemente farselo dare per qualche secondo: poi sarebbe andato su internet, e, alla voce "ricerche recenti", avrebbe visto il sito che cercava, già collegato con i dati de Lo Spettatore.
...

Doveva smettere di crederci così tanto.
Era - anzi, sarebbe stata - una coincidenza troppo rara e fortunata e Edmund era certo che ci sarebbe rimasto parecchio male se avesse scoperto di essersi inventato ogni cosa. Ormai, nelle ultime settimane, Diana era diventata per lui anche Lo Spettatore, e viceversa. Sarebbe stato difficile scindere di nuovo quelle due amate personalità.

Ormai aveva incominciato a sperare: per Edmund Lloyd, Diana non poteva che provare repulsione, ma per Il Corrotto... con lui, era un altro discorso.
L'occasione gli si presentò una mattina, mentre aspettavano la corriera per tornare a casa.
Non si erano rivolti la parola, usciti da scuola. E ora aspettavano la corriera uno accanto all'altro nello stesso invariato silenzio.

Situazione perfettamente ordinaria.
Tranne per il fatto che la corriera ritardava ormai da venti minuti.
Era ora che si rivolgessero almeno una parola...

«Ehi, speriamo che non si sia rotta la corriera» sbuffò Edmund.

«Già, altrimenti ci tocca star qui ad aspettare ancora per un bel pezzo» disse Diana.

Menomale che aveva risposto: Edmund temeva che l'avrebbe ignorato. Colse al volo l'occasione, aggiungendo:
«E, per di più, io oggi dovevo assolutamente tornare a casa in orario. Ho un impegno oggi pomeriggio e sono sicuro che ormai arriverò in ritardo».

«Ah, mi spiace».

«E non posso neppure avvisare mio padre, perché ho il cellulare scarico».

Edmund sperò con tutto sé stesso che il suo cellulare non incominciasse a suonare in quel preciso istante. Forse avrebbe dovuto dire che era senza soldi, non che aveva la batteria scarica... Stupido!

«Ti presto il mio» disse Diana, passandogli il cellulare.

In meno di un secondo Edmund si ritrovò il cellulare di Diana fra le mani.
Era stato troppo facile.
Sicuramente il destino gli riservava qualche brutta sorpresa...

Ora avrebbe scoperto che no, Diana non era affatto Lo Spettatore. Già lo sentiva, lo sapeva, non aveva più alcun dubbio: si era sbagliato, era stata tutta un'invenzione, un bel sogno da cui avrebbe dovuto svegliarsi...

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