Capitolo 31

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(Lucia)

Mi siedo nel tavolo con Holly, Mary e Lisa, le mie compagne di stanza.
"Lucia! Hai visto quel ragazzo? È nuovo."
"Sì, a proposito di questo devo dirvi una cosa."
Vedo dai loro occhi che sono leggermente confuse, presumibilmente non capendo cosa centri quello che voglio dire con il ragazzo nuovo.
"Sapete Alessandro, il mio ragazzo?"
Vedo che si avvicinano di più a me incuriosite.
"Promettetemi che non lo dite a nessuno."
Dico sussurrando.
Le nostre teste formano un cerchio stretto per non farci sentire da nessuno.
"Beh lui è lì..." dico indicando con lo sguardo il banco mensa. Continuo:"...e nessuno deve sapere che lui è il mio ragazzo, altrimenti solo Dio sa cosa succede."
Sorridono tutte in modo malizioso e Holly inizia:
"Cazzo, me l'avevi descritto come un ragazzo bello, ma non pensavo fosse così bello!"
Rido per il suo entusiasmo.
"Ma come ha fatto?"
Mi chiede Lisa incredula.
"Non lo so."
Dico guardandolo dare la frutta ad una ragazzina che ci sta palesemente provando con lui.
"Dobbiamo organizzarvi un appuntamente."
"Cosa?!"
Dico sbarrando gli occhi per la stronzata appena uscira dalla bocca di Mary, che continua:
"Dovete stare un po' insieme dopo tutto questo tempo!"
"No."
Dico seria. Di sicuro qualcuno verrebbe a saperlo e di sicuro finiremmo nei guai.

La campanella suona, così ci alziamo e andiamo in camera a finire di prepararci per l'inizio delle lezioni.

***
(Ale)

La campanella suona, così tutte le ragazze se ne vanno.
Nella grande sala torna il silenzio, interrotto soltanto dal rumore di Maya che porta in cucina i piatti da lavare.

"Paul se ne puó andare."
Dice Maya al cuoco.

"Per fortuna Alessandro sei arrivato tu, qui in cucina era un inferno soltanto in due."

Annuisco poco entusiasta.

"Non sembri felice, ragazzo."
"Ho solo bisogno di dormire."
Dico sincero.

La grossa Maya mi sorride comprensiva.
"Lascia pure, li lavo io, vai a riposare."
La ringrazio con un sorriso ed esco.
***
Per i corridoi incontro molte ragazze che corrono per arrivare in tempo alle loro lezioni.
Arrivo al piano di Lucia e vedo che è l'unica rimasta in questa parte del collegio.

"Stupida serratura."
La sento brontolare.
"Stupida chiave."
Inizia a sbattere la porta arrabbiata e impaziente.
"Stupida, stupida, stupida."
Urla lanciando la chiave dal nervoso.

"Serve una mano?"
Le chiedo.

Amo la sua impazienza, amo il fatto che sia sempre in ritardo, che si prepari all'ultimo minuto, che corra per andare a lezione piuttosto di svegliarsi tre minuti prima.

Mi guarda basita e incredula di vedermi qui, in questo momento.

"Emh, certo!"
Dice lei alzando le braccia rassegnata e ridendo.
Le sorrido, raccolgo la chiave da terra e chiudo la porta della sua stanza a chiave.
In effetti è un po' dura da chiudere.

Siamo a pochi centimetri di distanza e la voglia di darle un bacio in questo preciso momento, mi assale.
Mi sto per avvicinare quando:

"Signorina!"
Una voce maschile spezza l'incantesimo.

Mi volto e vedo un ragazzo, poco più grande di me, che si avvicina.
"Sì?"
"Vada a lezione! È in ritardo."
"Sì."

La prende per un braccio e la porta in nella sua classe.

***
(Lucia)

"Perchè stava parlando con quel ragazzo?!"
Mi chiede Marcus alterato.
Tolgo il braccio dalla sua presa e mi difendo:
"Mi stava dando una mano a chiudere la porta."
"La osservo, signorina."
Dice minaccioso e troppo serio.
"Dammi del tu."
Gli ordino.
E corro in classe.
***
"Signorina Lombardi è in ritardo."
Esorta la professoressa.
"Mi scusi."
Dico frettolosamente e vado a sedermi vicino a Holly.

"Allora spiegami tutto..."
Mi chiede lei curiosa
"Non c'è nulla da dire. Non ho ancora avuto la possibilità di parlargli con calma e di capire perchè è qui."
"Non sei felice?"
Mi chiede lei confusa.
"Sì, peró se mio padre viene a sapere che il motivo della mia permanenza in collegio è qui, viene fuori un disastro, un casino, una guerra. «Ecco a voi la terza guerra mondiale tra IlPadreDiLuciaLombardi e IlFidanzatoDiLuciaLombardi, i dettagli alle 20, a te Tom» "
Dico con il tono da giornalista televisiva.
Holly si mette a ridere:
"Sabato fai le camere dei dipendenti, finisci presto così ti puoi fermare di più nella sua."

Dice lei con un'espressione maliziosa.
"Devo."
Dico io fingendo dispiace e rassegnazione.

***

"Compito su Hegel la settimana prossima!Studiate."
Dice la prof di filosofia. Tutti chiudiamo i libri e andiamo in a pranzare.
"Io non capiró mai la sua filosofia."
Dice Lisa fastidita.
"A me piace."
Dico io, ma il discorso si conclude qui quando...

"Signorina Lombardi, mi segua."
La preside mi richiama.
Mi sale il panico.
Penso al fatto che abbia già scoperto di Alessandro, penso che ci sia mio padre, penso...oddio.

"Signorina, vostra madre."

Non vedo e sento mia madre da mesi.
Da quando mi ha tradita non ne ho più voluto sapere. Peró mi manca e sapere che ora è qui, mi rasserena.

"Lucia."
Si avvicina e mi abbraccia.
"Come stai?"
"Bene."
Dico distaccata.
"Sei dimagrita."
Mi fa notare e con un cenno del capo confermo.

Deglutisce.
Mi sento che deve darmi una notizia.
"Lucia sono venuta per portarti a casa."

Ecco la mazzata.
Mi allontano di scatto.
"No."
Mi rabbuio.
La mia negazione la sconvolge.
"Come no? Sì, vieni via. Vieni a casa."
"Non vengo a casa."
Incrocio le braccia e mi allontano ancora un po'.

"Vieni a casa tua, a Milano, non ti rimando da papà."
Il suo viso si rilassa, pensando che io avessi capito che mi portava da mio padre, ma io non voglio tornare nemmeno da lei. Ora che Alessandro è qui, voglio rimanere.
Questo posto con lui è un po' meno una prigione.

"Sto qui, mamma."
"Ma..."
"Niente ma, hai lasciato a papà farmi trasferire in collegio soltanto perchè non accettava la persona che ero, non accettava le persone che frequentavo. Mi dispiace per lui, ma io non diventeró mai la ragazza con il vestito e i tacchi, la ragazza che va alle feste di affari con lui, la ragazza che sposerà il figlio di un suo ricco amico in affari. No, mi dispiace."

Mi volto con gli occhi lucidi e corro verso la biblioteca, per poter stare in pace.

Volto l'angolo e mi scontro con una persona.

"Lucia..."
La guardo ed è Marcus.
Con le sue braccia mi avvolge, ma mi stacco subito dalla sua, per una volta, dolce presa.
"Che succede?"
"Nulla."
Lo supero e velocemente entro nella biblioteca.

Il profumo dei libri mi avvolge e il mio battito inizia già ad essere regolare.

Percorro gli scaffali di libri cercando un titolo interessante quando mi sento afferrare la mano dalla parte opposta della libreria.

Sussulto:
"Chi è?!"
"Ale"
Mi tranquillizzo.
"Ridammi la mano."
Metto nuovamente la mano sopra ad un libro di Oscar Wilde.
Lui mi prende la mano e iniziamo a parlarci sussurrando.

AMORE AMAMIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora