(Alessandro)
Ogni giorno è sempre uguale: mi alzo, mi vesto, prendo la moto e vado a scuola.
Per fortuna ho Massimo e Francesco a farmi compagnia in classe.
Ogni giorno, usciti da scuola, stiamo nel parcheggio tra Liceo e Geometri a fumarci una sigaretta.
"Oggi venite a fare una partita a calcio nel campetto dietro casa mia?" chiede Massimo.
Non faccio tanto caso alla sua domanda, perché vedo uscire dal Liceo una ragazza.
I miei due amici non hanno fatto commenti, anzi non l'hanno degnata di uno sguardo, probabilmente.
Io, un po' incuriosito, chiedo indicandola con un cenno del capo:
"Chi è quella ragazza?"
Non l'ho mai vista prima.
"Si chiama Lucia. La mia ragazza ha detto che, da poco più di un mese, è nella sua classe."
Dice Massimo alzando le spalle e, subito dopo, continua a parlare con Francesco.
È da sola che ascolta la musica aspettando l'autobus.
Mi incuriosisce, devo essere sincero.Saluto Francesco e Massimo e con la moto mi avvio verso casa.
Come ogni giorno passo davanti al mio parchetto; dico "mio" perché ci sono cresciuto in questo posto.
Decido di fermarmi pochi minuti e mi siedo nell'unica panchina che c'è.
Ci sono ragazzini di dodici o tredici anni che giocano con lo skateboard.
Mi piace guardarli, perché mi ricordano me alla loro età, quando facevo lo stupido per fare colpo sulle ragazzine.
Mi risveglio dai miei pensieri, guardo l'ora e decido di ritornare a casa.Dopo aver parcheggiato la moto mi dirigo in cucina.
"Ciao mamma."
Si soffia il naso e, dopo pochi secondi, finalmente risponde.
"Ciao tesoro."
Si sposta i capelli dal viso e si avvicina a me con un grande sorriso.
"Come è andata a scuola?"
Io rispondo frettolosamente e subito dopo le chiedo se è successo qualcosa. Si avvicina, mi prende il viso fra le mani e mi bacia sulla fronte. Di solito non glielo permetto perché mi dà abbastanza fastidio, ma voglio vederla felice.
Vado in camera mia, accendo la radio e così facendo mi addormento.***
"Ti ho detto di smetterla! Lo vuoi capire che non può fare così? Ha 18 anni, deve iniziare a darsi da fare e non continuare a fare le solite stronzate!"
Prende fiato e continua:
"Si vuole rovinare? Che lo faccia a questo punto!"
Sento mio padre urlare e mia madre singhiozzare.
Mi sveglio di soprassalto.
Che sta succedendo?
Corro giù dalle scale e vedo mio padre con una scatola di sigarette in mano e mia madre, davanti a lui, che piange.
Mi hanno scoperto.Mio padre mi si avvicina furibondo.
"Che cosa sono queste?"
Non so che dire.
"Un paio d'anni fa mi avevi fatto una promessa. O sbaglio?"Sì, avevo promesso ai miei genitori che non avrei mai più fumato.
Mio zio, fratello di mio padre, è morto tre anni fa per un tumore ai polmoni causato dal fumo.
Fumava come una ciminiera. Io non sono ai suoi livelli."Allora?" incalza mio padre.
Cerco di mentire:
"Sono di France..."
ma non mi fa terminare la frase.
"Non prenderci in giro ancora. Portaci un po' di rispetto!"
Dà la botta finale: "Sei un disastro!"In questo momento vorrei prenderlo a pugni.
Perché mi deve sempre dire queste cose?
Perché non prova a capirmi?Guardo mia madre, che finalmente ha cessato di piangere, e vedendo che non prova a difendermi, esco di casa.
In lontananza sento:
"Sì, scappa! Scappa come fai sempre!"

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AMORE AMAMI
RomanceEccola lì: Lucia. Alta, qualche chilo di troppo, capelli castani mossi e lunghissimi. Finita scuola è sempre seduta lì ad aspettare l'autobus con le sue cuffiette blu alle orecchie. Mi incuriosisce, devo essere sincero, ma sono troppo sbagliato per...