(Alessandro)
"Chi è questo Luca?"
Chiedo curioso e un po' geloso.
"Oh, scusami."
"Chi è?"
Ripeto insistentemente.-Mi sento uno stupido.
Chi cazzo sono io per sapere queste cose?
Nessuno.
Ci conosciamo appena.-"È un mio amico."
Sembra confusa e triste...anzi è confusa e triste.
"Ti ha fatto qualcosa?"
"No. Anzi sì. Alessandro, scusa devo andare."
Mi saluta velocemente e io ricambio.***
"Ale stasera vieni al bar?"
"Si."
Acconsento senza entusiasmo.
"Bene ti passo a prendere alle 10.30."Guardo dentro all'armadio cosa posso mettermi e prendo le prime cose che mi capitano sott'occhio: una maglia nera e dei jeans.
"È pronto!" sento urlare dalla cucina.Scendo lentamente le scale.
In tavola, già col piatto davanti, ci sono mio padre e mio fratello.
Appena entro in cucina l'unica persona ad accorgersi della mia presenza è mia madre che mi rivolge un sorriso confortante."È buono?"chiede curiosa e fiera della cena che ha preparato con cura.
Nessuno risponde alla sua domanda, perchè mio fratello le parla sopra dicendo:
"Stasera vado a casa di un mio collega per vedere un progetto. Non so bene quando torno."
"Fantastico figliolo. Sono fiero di te!"
Dice mio padre battendogli la mano sulla spalla.Mia madre rimane a guardare e rivolge uno sguardo fiero a mio fratello, ma riesco a leggerle negli occhi che è rimasta male per la 'non risposta'.
"È buono mamma." E le sorrido.Finito di mangiare poso le mie cose dentro al lavabo e vado in camera mia.
***
(Lucia)
Ripenso all'ultima telefonata con Alessandro.
Non so se potrà esserci qualcosa tra noi due.
È troppo presto per dirlo, però a volte ripenso a quel pomeriggio e mi si scalda il cuore.
E poi è molto carino.È ora di cena e non sono sorpresa di sapere che papà si è preso, per questi pochi giorni di vacanza, un appartamentino in centro.
"Amore hai sentito Luca?"
Chiede mia mamma appena mi siedo a tavola.
"Abbiamo litigato." ammetto più a me stessa che a lei.
"Vedrai che sistemerete tutto."Cerca di consolarmi, ma -quando avremo l'opportunità per parlarne?-
Cambia argomento.
"Hai conosciuto nuove persone lì?"
"No, cioè sì un ragazzo."
"Uh e come si chiama?" la curiosità l'ho presa da lei.
"Si chiama Alessandro."Mia mamma posa tutto ciò che ha in mano e tenendosi la testa col palmo mi scruta come se, così facendo, potesse avere più informazioni da me.
E siccome di amiche ne ho ben poche, e non le vedo da mesi, mi confido con lei."È alto, occhi azzurri e capelli mossi castani."
"Uuh." dice mia madre avvicinandosi un po' di più.
Sorrido pensandolo.
Non ho mai parlato di lui a nessuno, perchè lo conosco da poco e perché non ne ho mai avuto l'occasione.
Ma mi piace parlare di lui."È gentile e...diverso."
"Diverso?"dice mia mamma corrucciando la fronte.
"Si..è diverso da me."
Dopo attimi di riflessione:"..penso."
E alzo gli occhi al cielo.
Mia mamma si raddrizza sulla sedia e guardando il piatto dice, con un guizzo di felicità agli occhi, se mi piace.
Non la guardo negli occhi a causa dell'imbarazzo.
"No, per ora." concludo sorridendo ingenuamente.Mia mamma, come un'adolescente, mi punta il dito contro e ridendo urla:
"Stai sorridendo! Stai sorridendo! Ti piace." e ride di ció.
Io mi copro il viso con le mani per nascondere l'evidente felicità.
Ci guardiamo negli occhi e sorridiamo.
Mi è mancata.***
(Alessandro)Francesco mi è passato a prendere pochi minuti fa e siamo diretti al bar.
Appena arriviamo noto subito una normale confusione.
Scendo dall'auto e vado diretto al gruppo di amici.
Come al solito ci sono ragazze, nuove ragazze.
Ne noto una di carina che mi fissa.
Mi presento a tutti i volti nuovi, ma l'ultima la riconosco.
Cazzo è lei.
La ragazza, di cui non mi ricordo il nome, con cui sono andato a letto poco tempo fa.
Mi si avvicina sorridendo.
Forse perché si ricorda quella notte.
"Ciao." beve un sorso del drink che ha in mano.
Vedendo che non le rispondo mi chiede come sto.
"Molto bene grazie."
Cerco di non incrociare lo sguardo.
Francesco mi passa un bicchiere e inizio a berlo senza far caso a cosa ci sia dentro.
Si avvicina di nuovo.
"Allora? Non ti sei più fatto sentire."-Ma pensava sul serio che mi sarei fatto sentire?-
Senza guardarla negli occhi e per cercare di mandarla via le rispondo malamente:
"Fatti una domanda se non mi sono più fatto sentire."Le spengo il sorriso che le illuminava il viso.
"Che stronzo." dice acida, e non posso fare a meno di comprenderla.
Mi da uno spintone.
Non sono mai stato a letto con una ragazza due volte.
Nessuna mi faceva stare bene, nessuna mi faceva sentire importante e nessuna mi ha fatto innamorare.
Arrabbiata si dilegua tra la gente e rimango da solo col mio drink.***
Dopo il quinto bicchiere inizio a sentirmi un po' a mio agio e inizio a parlare con la ragazza carina che ho notato appena entrato.
Penso si chiami Rebecca.Sta andando come quasi ogni sera.
Arrivo ad una festa, bevo e se trovo una ragazza carina ci provo con lei.
Non lo faccio per cattiveria, lo faccio perchè mi fa sentire vivo.
Per una sera voglio sentirmi così."Allora stanotte dove dormi?" le chiedo con un sorriso da ebete e toccandole i capelli poco morbidi.
"Mmh...non so, tu che dici?" non è ubriaca. Avrà bevuto due bicchieri scarsi.
Sorrido e abbasso la mano verso il sedere e la spingo verso di me.
Come ogni ragazza, nemmeno lei mi fa impazzire.***
Sono le due di notte e sono nell'appartamento di questa ragazza.
Da quello che ho capito ha 19 anni, un anno in più di me.Non fa in tempo a chiudere la porta a chiave che le mie mani sono già sotto la sua camicetta.
Inizio a sbottonarla, piano piano, mentre lei inizia a togliermi i pantaloni.Forse non riesco a innamorarmi, perchè sono tutte troppo facili.
Le convinci con niente.Mi bacia.
La prendo per i fianchi e la distendo sul letto.
Le tolgo le mutande e il reggiseno.***
- 'Lucia..' mi bacia sul collo, sotto all'orecchio e mi tortuna baciandomi lentamente vicino alle labbra.
'Lucia baciami!' Urlo.-Mi sveglio di soprassalto.
"Cosa succede?"
Mi chiede Rebecca.
"Scusa devo andare." mi alzo dal letto dell'appartamento di questa ragazza.
Inizio a raccogliere i miei vestiti e li indosso velocemente mentre lei, confusa, mi chiede:
"Dove vai?"
"Te ne vai già?"
"Quando ci rivedremo?"Sono troppo turbato per quello che ho sognato.
Perchè ho fatto questo sogno?
Perchè mi sono sognato di Lucia?
-È una come le altre- mi ripeto, ma forse non è così.
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AMORE AMAMI
RomanceEccola lì: Lucia. Alta, qualche chilo di troppo, capelli castani mossi e lunghissimi. Finita scuola è sempre seduta lì ad aspettare l'autobus con le sue cuffiette blu alle orecchie. Mi incuriosisce, devo essere sincero, ma sono troppo sbagliato per...